L’Italia, terra di storia e tradizioni millenarie, cela anche un affascinante lato oscuro: quello dei borghi fantasma. Luoghi un tempo vivi e pulsanti, ora avvolti da un’aura di mistero e silenzio, questi centri abitati offrono un viaggio nel tempo e un’esperienza unica per gli amanti del mistero e della cultura locale
Un lungo “ponte” tra le rovine
In occasione del ponte di Ognissanti, Preply ha svelato i borghi abbandonati più cercati d’Italia, svelando storie affascinanti e leggende oscure che ancora avvolgono questi luoghi. Da nord a sud, un itinerario alla scoperta di borghi dimenticati, ognuno con la sua storia e il suo fascino.
Toscana, il gusto del mistero
A partire dalla Toscana, terra di dolci colline e borghi medievali, che nasconde anche alcuni tesori dimenticati come Rocca San Silvestro tra le suggestive colline dell’Alta Maremma, in provincia di Livorno. Borgo medievale che oggi appare come un’affascinante testimonianza del passato, Rocca San Silvestro è stata fondata dai Conti della Gherardesca nel XII secolo per sfruttare le ricche miniere della zona, il castello e il borgo conobbero un periodo di grande splendore. Tuttavia, con il declino dell’attività mineraria e lo spopolamento della zona, Rocca San Silvestro venne gradualmente abbandonata. Oggi, le rovine del castello, la chiesa e le case del borgo si ergono solitarie, avvolte da un’atmosfera misteriosa e suggestiva.
O ancora Valibona, raggiungibile solo a piedi attraverso sentieri impervi; le sue case, ormai ruderi, e il fienile, teatro di una tragica battaglia partigiana, raccontano una storia di coraggio e sacrificio.
Se passate da queste parti, non perdete l’occasione di assaggiare la schiacciata con l’uva, un classico dell’autunno toscano, mentre esplorate questi luoghi misteriosi.
Campania, terra di terremoti e resistenza
La Campania, segnata da eventi naturali come terremoti e frane, è ricca di borghi fantasma. Come Apice Vecchia, fino agli anni ’60, centro vivace con una comunità coesa e radicata nel territorio. Tuttavia, il 21 agosto 1962, una serie di violenti terremoti sconvolse la regione, colpendo duramente il borgo. Le case, costruite in pietra locale, non resistettero alla forza della natura e molte crollarono, seppellendo sotto le macerie vite e speranze. Nel 1980, un nuovo devastante terremoto colpì l’Irpinia, infliggendo un colpo mortale ad Apice Vecchia. Le case già danneggiate dal terremoto precedente crollarono definitivamente, e ciò che restava del borgo venne abbandonato per sempre. Oggi, Apice Vecchia è un luogo spettrale, dove il tempo sembra essersi fermato. Le case, le botteghe, le strade, tutto è rimasto com’era al momento dell’abbandono. È come se gli abitanti avessero lasciato le loro vite in sospeso, pronti a tornare da un momento all’altro.
Da scoprire anche Roscigno Vecchia, incastonata tra i monti Alburni, è un vivido esempio di come la natura possa plasmare il destino di un’intera comunità. Questo borgo, spesso definito la “Pompei del Novecento”, ha visto la sua popolazione costretta a migrare a causa di continui smottamenti del terreno, un fenomeno iniziato già dal XVI secolo. La fragilità geologica del territorio, caratterizzato da un sottosuolo carsico, ha reso il borgo particolarmente vulnerabile alle frane. Nonostante ciò, gli abitanti si sono ostinati a rimanere legati alla loro terra, resistendo per secoli alle avversità della natura. L’esodo definitivo avvenne nel XX secolo, quando due ordinanze del Genio Civile imposero lo sgombero del paese.
Da provare i Mostaccioli: biscotti a base di miele, mandorle, cannella e chiodi di garofano, dalla forma romboidale o quadrata. Sono un classico della pasticceria campana e vengono preparati in occasione di diverse festività, tra cui Ognissanti.
Calabria, i luoghi della Passione
Concludiamo questo tour spettrale a Craco, incastonato tra le aspre e suggestive colline della Basilicata. Le origini di Craco si perdono nella notte dei tempi, ma è a partire dal XVI secolo che il borgo iniziò a subire le conseguenze di un fenomeno geologico inesorabile: le frane. La posizione strategica, arroccata su uno sperone roccioso, lo rendeva un luogo di difesa, ma anche particolarmente vulnerabile agli smottamenti del terreno. Negli anni ’60, si decise di evacuare il borgo e di trasferire la popolazione in un nuovo centro abitato, più sicuro. L’esodo fu lento e doloroso, ma necessario per garantire la sopravvivenza degli abitanti. Oggi, Craco è una città fantasma, un luogo sospeso tra realtà e sogno. Le case abbandonate, le stradine strette e le piazze deserte creano un’atmosfera unica, che ha attirato l’attenzione di registi e cineasti da tutto il mondo. Craco è stata infatti la location di numerosi film, tra cui “La Passione di Cristo” di Mel Gibson, che ha contribuito a far conoscere questo luogo nel mondo.
In Basilicata l’autunno è la stagione del pan’ minisc, uno dei tanti dolci della tradizione italiana preparati con il mosto d’uva. La sua dolcezza naturale e la sua consistenza morbida lo rendono perfetto per concludere un pasto o per una merenda golosa.