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Zoncolan, sulle tracce della Grande Guerra

Sarà il cambiamento di clima, saranno i prezzi più abbordabili ma settembre è diventato un mese di vacanza a tutti gli effetti. Fino all’apertura delle scuole si parla ancora di settimane di ferie mentre dopo la prima metà del mese il week end fuori porta è un modo per alleviare lo stress da ritorno in città. Per un fine settimana all’insegna della montagna, della storia e del buon gusto una meta potrebbe essere lo Zoncolan.

Sentieri delle portatrici carniche

Nel cuore delle Alpi di nord-est c’è un balcone d’eccezione che guarda dall’alto la Carnia, è il monte Zoncolan. Alto 1750 lo Zoncolan è una meta che attrae i turisti tutto l’anno: in estate ci sono gli escursionisti e gli amanti delle due ruote mentre d’inverno diventa uno dei più importanti poli sciistici del Friuli-Venezia Giulia. Un paradiso verde che, seguendo i ritmi della natura, si indora con l’autunno e si ammanta di bianco nella stagione fredda.
Ma quello che oggi appare indiscutibilmente come un paradiso, un tempo nemmeno troppo lontano è stato teatro dell’inferno. Infatti, sullo Zoncolan si sono svolti alcuni dei momenti più tragici della Prima Guerra Mondiale. In un periodo storico come quello che il mondo intero sta vivendo è più che mai importante mantenere viva la memoria degli orrori del passato per non ripeterli nel presente. L’occasione per non dimenticare e per riflettere sul valore della pace potrebbe essere proprio scoprire il fronte carnico, dove si possono fare straordinarie passeggiate alla scoperta dei luoghi che fecero da quinte ad aspri combattimenti e dove ora regna il silenzio.

Lago Volaia

Sui sentieri della Grande Guerra

Il territorio della Carnia è ancora punteggiato di resti di forti, trincee, gallerie e ripari inseriti da Visit Zoncolan in una serie di itinerari dedicati alla Grande Guerra da percorrere in occasione di escursioni a tema, perfette per chi voglia sposare cultura e attività fisica all’aria aperta, panorami mozzafiato e testimonianze storiche.
Le escursioni sono diverse e toccano diversi luoghi. Ci sono quelle dedicate alla zona del Passo di Promosio, che divide la Valle del But da quella della Gail, in Austria. Oltre alle trincee e alle gallerie, si percorreranno luoghi che ricordano il sacrificio di Maria Plozner Mentil, eletta simbolo delle portatrici carniche, eroiche donne che nel corso della Prima Guerra Mondiale tenevano i collegamenti con le trincee, portando di nascosto ai soldati non solo viveri, ma anche munizioni. Uccisa mentre trasportava armi in prima linea, è stata insignita della Medaglia d’oro al valore militare dal Presidente della Repubblica. L’escursione, di 4/5 ore complessive e con 500 metri di dislivello, richiede un impegno medio.

Sentiero portatrice carniche

Un’altra meta può essere il museo all’aperto di Passo Volaia, con il suo piccolo lago glaciale, attraverso un interessante itinerario a cavallo della linea di confine a 1950 metri. Impegno medio, 4 ore complessive, 650 metri di dislivello.
Il Pal Piccolo, è la montagna simbolo degli aspri scontri della Grande Guerra in Carnia. Per esplorarla si sale proprio lungo i sentieri dei soldati e delle portatrici, incontrando luoghi carichi di memoria come l’ex cimitero, il cavernone, il trincerone, il ricovero Cantore e altri. Impegno medio-alto, per 4/5 ore e 900 metri di dislivello.
Chi non ama le salite ha comunque l’opportunità di rendere omaggio agli eroi che qui combatterono per noi, restando nel fondovalle, c’è un itinerario facile di 2,5 ore e soli 100 metri di dislivello che porta a visitare il Tempio Ossario e il Museo della Grande Guerra di Timau.

Cjarsons

Cosa mangiare

Tra i vari piatti friulani che tipici della Carnia ci sono sicuramente il frico, i cjarsons, la jota e l’ont.

Frico


Il frico è un piatto composto da formaggio fresco o stagionato, Montasio o Latteria, grattugiato o tagliato a lamelle molto fini e fritto in padella in olio o burro. Si serve da solo o accompagnato con verdure, preferibilmente patate.
I cjarsons hanno due versioni: salata, come primo piatto, o dolce. Si tratta di una pasta ripiena di forma semicircolare. I ripieni sono i più disparati e variano a seconda della ricetta familiare e spaziano da verdura, frutta, mais, cioccolata, uva passa, cedro, erbe aromatiche, bietola, fichi, cannella, carruba e così via.

Jota

La jota è una zuppa di fagioli, patate e brovade (rape fermentate nelle vinacce) con aggiunta di latte, farina di grano o di mais e di pezzetti di carne di maiale (lardo, cotiche, prosciutto crudo, costicine affumicate).
L’ont, nato nelle malghe per sopperire alla mancanza di burro nei periodi di bassa produzione di latte, è costituito dalla parte migliore del burro ottenuta per raffinazione a caldo. Ha una consistenza semiliquida ed è di colore nocciola. In cucina l’ont si può usare crudo e nei soffritti.
Da provare anche i salumi di maiale di Carnia e di Sauris, i formaggi di malga, il formaggio salato di Carnia fresco e stagionato, il capriolo alla carnica, i fagioli di Carnia e i diversi tipi di pane (di zucca, di grano saraceno, di segale, di mais).
Come bevande tipiche ci sono il succo di mele, il sidro, la birra di Sauris e la grappa di prugne o Slivowitz.

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