Fra paesaggi candidi, cielo blu profondo e chalet di legno Chateau d’Oex, capitale europea del volo aerostatico, accoglie per una settimana l’annuale meeting di mongolfiere.
Ogni anno, a cavallo tra Gennaio e Febbraio, da Château-d’Oex , nel Cantone di Vaud in Svizzera, si levano in volo decine di mongolfiere. La settimana internazionale della mongolfiera è uno dei più importanti avvenimenti del settore nel territorio alpino. E noi non vogliamo perderci lo spettacolo!
L’arrivo
Superata l’aristocratica cittadina di Gstaad, frequentata da VIP e teste coronate, cominciamo ad avvistare nel cielo turchese mongolfiere colorate dalle forme bizzarre. Chateau d’Oex, con il suo Festival International de Ballons, è vicina. All’ingresso della cittadina un’esplosione di colori costringe tutti i presenti ad alzare lo sguardo.
Stanno decollando decine di mongolfiere multiforma e multicolori. Il microclima della valle della Sarine genera condizioni eccellenti per la partenza in simultanea e, con un po’ di fortuna, anche voli di andata e ritorno sono possibili grazie ai venti che a bassa quota portano verso Rossiniére e quelli di alta quota che invertono il senso di navigazione. Non è un caso che proprio da qui, nel 1999, è partito il Breitlig Orbiter III, la mongolfiera che circumnavigò la terra senza scalo.
La manifestazione
La pittoresca cittadina, classico villaggio svizzero con antichi chalet di legno, alla fine di Gennaio diventa teatro del più importante meeting di mongolfiere d’Europa, giunto alla sua 42ª edizione. Un’epidemia di febbre da palloni contagia gli abitanti con sintomi sparsi per i vicoli.
Mongolfiere ovunque: nelle vetrine dei negozi, illuminate per le strade, sulle tendine delle finestre, gadget, dolci… menù. Naturalmente il “focolaio” è il campo di volo denso di equipaggi e fan incontenibili, con distintivi sui giacconi e aerostati ricamati sui berretti.
[bctt tweet=”Ogni anno, tra gennaio e febbraio, da Château-d’Oex nel Cantone di Vaud in Svizzera, i levano in volo decine di mongolfiere.” username=””]
Le gare
La gioiosa kermesse, riunisce ogni anno 60.000 spettatori sotto le bandiere di almeno venti paesi diversi, tutti accumunati dall’irrinunciabile appuntamento quotidiano con il volo.
Meteo permettendo, la manifestazione segue un programma dettagliato con la gara della caccia alla volpe: un pallone fugge e cerca di nascondersi e, tra quelli che lo trovano, vince chi riesce ad atterrare più vicino al “fuggitivo”.
Poi è il turno della sfilata degli aerostati dalle forme speciali: arancia, mostro, telefonino, una copia del Financial Times, uno scozzese che suona la cornamusa, un indiano, un dirigibile, un toro, una volpe, un cavallo, una tartaruga…
Spesso i palloni sono costruiti nella fabbrica inglese di Cameron su indicazione dei piloti che, trovando degli sponsor che finanziano il progetto, realizzano il loro sogno di vivere volando.
La partenza delle mongolfiere
L’entusiasmo cresce durante il rito del gonfiaggio, cui spesso si è invitati a collaborare. L’involucro viene srotolato e aperto sulla neve ed i bruciatori, con fiammate dosate dal pilota, scaldano l’aria. Lentamente il pallone prende forma e comincia a raddrizzarsi fino a quando, con uno scatto felino, si alza per volare via. A questo punto gli aiutanti si agganciano al cesto per appesantirlo e tenere il pallone a terra, permettere così la salita degli ospiti, e poi, come quando si restituisce ad un uccello la libertà, gli aiutanti lasciano il cesto.
Volo per tutti
Il ‘meeting di mongolfiere’ quest’anno è iniziato il 25 gennaio e si concluderà domenica 2 febbraio 2020 e gli spettatori potranno sperimentare un’indimenticabile passeggiata aerea. Il volo in mongolfiera è un’ esperienza magica che vi costerà 420 franchi svizzeri (circa 400 euro) a persona per due ore. I movimenti sono lenti, le manovre dolci, l’irreale silenzio è rotto solo dal respiro caldo dei bruciatori, la terra si allontana dal gracile “balcone” di vimini e l’orizzonte si allarga sempre più rivelando la tutta maestosità delle Alpi Svizzere innevate.
Nessuna visione è come questa. Niente a che vedere con gli scorci da un finestrino d’aereo. Questo è il punto d’osservazione dell’aquila.
Mentre le sensazioni volano oltre i tremila metri raggiunti dalla mongolfiera, il nostro pilota comincia a riportarci al suolo cercando un luogo idoneo per atterrare ma, soprattutto, raggiungibile dal pulmino che ci sta seguendo dalla partenza per aiutarci a sgonfiare il pallone, smontare tutto e tornare alla base.
prenotare un volo in mongolfiera
info:
festival delle mongolfiere-chateau-doex
a cura di Marco Asprea