Il cibo non rappresenta solo nutrimento per il corpo, ma anche un ricco tessuto di significati culturali e credenze ancestrali. Le superstizioni sul cibo nel mondo attraversano culture e continenti, influenzando abitudini quotidiane e rituali conviviali. Queste convinzioni, tramandate di generazione in generazione, rivelano profondi legami tra alimentazione, fortuna e destino nelle diverse società.

Superstizioni italiane: tra abbondanza e cautela
In Italia, rovesciare l’olio porta sfortuna, un timore che risale all’antichità quando l’olio d’oliva rappresentava una risorsa preziosa e costosa. Gli italiani evitano di tagliare il pane capovolto e considerano di cattivo auspicio incrociare le posate sul piatto. La tradizione vuole che mangiare lenticchie a Capodanno porti prosperità economica grazie alla loro somiglianza con piccole monete.
Il sale rovesciato genera immediata apprensione, spingendo i più superstiziosi a gettarne un pizzico oltre la spalla sinistra per allontanare il malocchio. Questa pratica affonda le radici nell’antica Roma, dove il sale rappresentava ricchezza e purezza. I matrimoni italiani vedono ancora la distribuzione di confetti in numero dispari, tradizionalmente cinque, simboleggianti fertilità, salute, longevità, felicità e ricchezza.
Credenze asiatiche: equilibrio e simbolismo
La cucina cinese assegna importanza fondamentale al numero otto, considerato portatore di prosperità e ricchezza. I banchetti tradizionali includono otto portate, mentre noodles lunghi vengono serviti interi per augurare lunga vita. Durante il Capodanno cinese, i ravioli jiaozi assumono la forma di antiche monete d’oro, promettendo abbondanza per l’anno entrante.
In Giappone, le superstizioni alimentari includono il divieto di piantare le bacchette verticalmente nel riso, gesto che ricorda i rituali funebri buddhisti. I giapponesi consumano soba noodles alla vigilia del nuovo anno, ritenendo che la loro lunghezza simboleggi il passaggio fluido da un anno all’altro. Il pesce fugu, potenzialmente letale se non preparato correttamente, incarna il fascino giapponese per il confine sottile tra piacere e pericolo.
La Corea preserva l’antica credenza che mangiare piatti piccanti prima di un esame porti sfortuna, poiché il termine “piccante” suona simile a “fallimento” in coreano. Contrariamente, consumare miyeokguk (zuppa di alghe) porta buona fortuna negli esami poiché le alghe scivolose rappresentano la facilità di superare le prove.

Superstizioni americane: dal sud al nord
Nel sud degli Stati Uniti, i black-eyed peas (fagiolini dall’occhio) consumati a Capodanno promettono dodici mesi di fortuna. Spesso accompagnati da verdure a foglia verde simboleggianti denaro e maiale che rappresenta abbondanza, questi legumi formano un pasto propiziatorio molto rispettato. La tradizione risale probabilmente alla Guerra Civile, quando questi fagioli, considerati cibo per animali, divennero essenziali per la sopravvivenza.
In America Latina, molti evitano di mangiare cibi rotondi durante i periodi di lutto, credendo che la forma circolare perpetui il ciclo del dolore. I messicani praticano rituali come muovere in senso orario un uovo crudo intorno al viso di chi ha subito il “mal de ojo” (malocchio) prima di romperlo in acqua, osservando se forma figure rivelatrici.
I pescatori della Nuova Inghilterra tradizionalmente evitano di portare banane sulle barche, considerandole portatrici di sfortuna. Questa superstizione potrebbe derivare dai pericolosi ragni tropicali che si nascondevano nei carichi di banane o dalla rapida fermentazione del frutto che accelerava il deterioramento del pescato.
Europa: codici culturali a tavola
In Spagna, le dodici uve consumate allo scoccare della mezzanotte di Capodanno, una per ogni rintocco, promettono fortuna per ogni mese dell’anno entrante. La tradizione nacque probabilmente come strategia commerciale per smaltire eccedenze di uva, trasformandosi poi in rituale irrinunciabile. Gli spagnoli evitano di brindare con acqua, considerandolo un gesto che porta sfortuna.
I tedeschi non brindano mai incrociando le braccia quando toccano i bicchieri, credendo che questo gesto generi sette anni di cattiva fortuna sessuale. La tradizione di guardare negli occhi durante il brindisi deriva invece dall’antica necessità di verificare che nessuno versasse veleno nel bicchiere altrui.
In Russia, il pane rappresenta ospitalità e prosperità, quindi gettarlo viene considerato un grave affronto. Quando i russi si trasferiscono in una nuova casa, portano prima pane e sale, simboli di benvenuto e abbondanza. I commensali evitano di passarsi il sale direttamente, preferendo appoggiarlo sul tavolo per prevenire litigi.
Africa: rispetto e comunità
In molte culture africane, il cibo viene servito e consumato con la mano destra, considerando la sinistra impura. Questa pratica, comune anche in Medio Oriente e parti dell’Asia, affonda le radici in antiche tradizioni igieniche. In alcune comunità dell’Africa occidentale, versare le ultime gocce di una bevanda a terra rappresenta un’offerta agli antenati.
In Etiopia, la tradizione del gursha prevede di nutrire gli altri commensali con le proprie mani come segno di rispetto e affetto. Rifiutare questa offerta viene considerato estremamente scortese. Durante le cerimonie del caffè etiopi, considerare ultimata la degustazione prima del terzo servizio porta sfortuna, poiché il terzo ciclo rappresenta la benedizione.
Medio Oriente: condivisione e rituali
Altre curiosità sulle superstizioni sul cibo nel mondo arrivano dalla cucina mediorientale, che ne incorpora diverse, come evitare di passare il sale direttamente o posizionare il pane capovolto. In molte culture arabe, rovesciare lo zucchero viene considerato di buon auspicio, contrariamente al sale. Spruzzare acqua dietro una persona che parte per un viaggio simboleggia l’augurio di un ritorno sicuro, fluido come l’acqua che torna al mare.
In Turchia, il caffè non consumato fino al fondo non permette la lettura della fortuna nei sedimenti. Questa pratica divinatoria, diffusa anche in Grecia e nei Balcani, interpreta le figure formate dai fondi come presagi sul futuro del bevitore. I turchi evitano di far cadere il pane, considerato sacro, e baciano quello raccolto da terra in segno di rispetto.