“Occhio malocchio prezzemolo e finocchio”, così il film degli anni ’80 – con Lino Banfi e Jonny Dorelli – un must dove le superstizioni e il cibo sono fili conduttori. E noi siamo scaramantici?
Sicuramente ci professiamo tutti non scaramantici e ci fanno ridere rituali e scongiuri che fanno gli altri. Ma siamo proprio tutti esenti da piccole manie, scongiuri e riti propiziatori? Non credo!
Se analizziamo le nostre abitudini sicuramente scopriremo dei dettagli che si ripetono quotidianamente quasi un mantra perché la giornata vada bene e di questi tempi a maggior ragione abbiamo dato spazio a questo lato incontrollabile del nostro istinto protettivo. Detto ciò, tralasciando le abitudini e i rituali privati di ognuno, oggi mi soffermerei a parlare di quelli che ci sono stati tramandati dalla nostra cultura popolare, che nel contesto in cui sono nati avevano uno specifico significato e che ai nostri giorni sono semplici abitudini a cui siamo affezionati e che non riescono a sparire dai nostri usi e costumi. In particolare oggi parliamo di tavola e cibo.
Superstizioni legate al cibo
Lo si associa sempre ai vampiri, ma l’aglio è considerato anche simbolo di buon auspicio e un rimedio contro i malocchi. Inghiottire uno spicchio intero a digiuno porterebbe una gran fortuna o semplicemente sarebbe un toccasana per la salute. Se l’aglio è positivo la banana è legata ad eventi negativi. Avete presente le scene di film e cartoni animati dove i personaggi sfortunati scivolano sulla buccia di banana? In alcuni paesi come il Vietnam è sconsigliato mangiare banane prima di un evento importante, che sia una gara sportiva, un colloquio di lavoro o un esame, perché c’è il rischio di “scivolare” e fallire nella prova.
Gli amuleti contro il malocchio
Il peperoncino è un amuleto contro il malocchio e contro l’infedeltà: in passato, se si sospettava il tradimento dell’amato si era soliti lasciare due peperoncini rossi sotto il cuscino del partner per riconquistarlo.
Quando si apre l’uovo si pensi che per alcune tradizioni è sinonimo di nuova vita e se in un guscio ci sono due tuorli, si dice che sia l’indicazione di una nascita in arrivo. Per alcuni si dovrebbe frantumare il guscio dell’uovo prima di buttarlo perché potrebbe essere un richiamo per il demonio.
Greci e i Romani credevano che la pianta di sedano avesse la facoltà di allontanare le potenze del male, magari non sarà così ma è sicuramente buono e fa bene alla salute.
Superstizioni e scaramanzia a tavola
Cosa fate quando invitate qualcuno a cena o andate al ristorante? Per prima cosa vi contate. Mai a tavola in 13, come nell’Ultima Cena, porta male ad uno dei commensali! Un’altra superstizione molto conosciuta è legata al sale. Olio e sale un tempo erano molto preziosi quindi guai a sprecarne! Inoltre ai tempi degli antichi romani i soldati erano pagati con il sale, la stessa parola salario significa proprio “razione di sale”.
Il sale rovesciato porta male, non solo per il motivo su citato, ma anche ricorda l’abitudine dei re che durante le loro conquiste usavano spargerlo sul terreno delle città di cui si impossessavano. Cosa fare per eliminare il problema? Basta buttarsene un pizzico dietro la spalla sinistra, che simboleggia il lato del Diavolo, come se lo doveste accecare. Anche se vi cade l’olio per annullarne gli effetti negativi basterà buttarci sopra del sale. A dire la verità sull’olio ci sono dicerie contrastanti, per alcuni l’olio d’oliva porterebbe sfortuna ma per altri sarebbe un antidoto contro il malocchio.
E se cade il vino? Sicuramente farete fatica a pulire la tovaglia, ma se ne prendete un pò con le dita e ve lo passate dietro le orecchie, diventa segno di buon auspicio, ma mi raccomando solo con il dorso della mano rivolto verso l’alto. Questo perché nel Medioevo insieme alla bevanda veniva talvolta versato anche del veleno nascosto nell’anello.
Il pane per noi è una consuetudine piacevole nelle nostre tavole ma un tempo era così prezioso che nel caso fosse caduto a terra, doveva essere baciato prima di essere riposto sulla tavola. Ma attenti a servire del pane capovolto è segno di male augurio. Questa superstizione risale all’Ottocento ed è legata alla figura dei boia. Dileggiati e denigrati erano oggetto di scherzi ed evitati, infatti i panettieri, in segno di disprezzo, porgevano loro il pane al contrario.
Il Galateo dei superstiziosi
Se state apparecchiando la tavola e siete superstiziosi sappiate ci sono delle regole ben precise quando si tratta di posate e stoviglie. Primo: coltello e forchetta non vanno mai incrociati sarebbe una mancanza di rispetto per la crocifissione di Gesù. Secondo: non si usano tovaglie bianche, o meglio, se si usano non vanno mai lasciate per tutta la notte, perché ricordano le lenzuola funebri. Terzo: non si passa mai la saliera tenendola per aria, ma si dovrebbe posare sul tavolo dove ognuno la può prendere con la propria mano. Infatti si crede che lo abbia rovesciato Giuda prima di tradire Gesù durante l’ultima cena.
Altre abitudini legate al cibo
Quanto riso avete visto buttare sopra gli sposi subito dopo che si sono messi al dito la fede nuziale? Ebbene sappiate che l’abitudine di lanciare il riso ai matrimoni ha inizio nell’antica Roma, quando ai neo sposi venivano lanciati chicchi di grano come augurio di felicità e prosperità e quando il grano iniziò a scarseggiare, venne sostituito dal riso. Se siete amanti, stile british, del thè del pomeriggio, dovete tenere a mente che dopo aver versato la bevanda, occorre prima di tutto aggiungere lo zucchero e poi, alla fine, il latte. Chi inverte l’ordine non si sposa!
Anche la consuetudine di preparare la torta di compleanno deriverebbe dall’esigenza di scacciare gli spiriti maligni. Nel momento in cui si spengono le candeline non serve a nulla esprimere un desiderio, ma così si cacciano tutte le energie negative.
Fortuna e prosperità
E’ in arrivo il Nuovo Anno, e dopo quello trascorso credo che un pò tutti ci butteremo in una sequela di riti scaramantici per sperare in un anno migliore. E se poi i riti ci avvicinano al cibo buono meglio ancora! Cosa non deve mancare per iniziare al meglio il nuovo anno? Ovviamente le lenticchie. Portafortuna prezioso sono segno di guadagni in arrivo, un’usanza che ha origini sempre nell’antica Roma, quando per l’arrivo del nuovo anno si era soliti donare una borsa di cuoio colma di lenticchie che, secondo il mito, si sarebbero poi trasformate in monete.
L’altro ingrediente porta fortuna è l’uva: mi raccomando 12 chicchi per 12 mesi. E’ una tradizione dei paesi spagnoli e sudamericani, che si ripete negli ultimi 12 minuti della notte di San Silvestro, prima dello scoccare della mezzanotte: per ogni chicco ingerito, si deve esprimere un desiderio per il nuovo anno. Voi cosa chiederete?
Da tutta la redazione di Vdgmagazine.it un vero, sincero e “dolcissimo” augurio di Buon Anno!