In un periodo in cui lo smart working è diventato una tendenza, c’è chi pensa e pratica il lavoro a pieno ritmo in azienda come valore importante. Dovrebbe essere normale ma oggi molti invece ne sentono la mancanza. E così i dipendenti dell’azienda Bottega S.p.A. hanno scritto una lettera aperta alla direzione, chiedendo di “ritornare a lavorare in azienda, per poter riprendere a condividere i successi e le problematiche professionali, per avere uno scambio continuo con i colleghi, per vivere la socialità aziendale”. In ufficio e negli shop, in cantina tra autoclavi e botti, tra i filari della vigna…
Il video “Fiducia nel futuro… serve socialità”
Arriva così l’autunno, riaprono le scuole, c’è una vendemmia d’affrontare che rappresenta il vero inizio di un nuovo anno, e lo staff dell’azienda realizza persino un video, c’è un copione e un titolo per “un rientro in grande stile”, per sottolineare un rientro al lavoro nel segno dell’impegno, dell’allegria e dell’ottimismo, con la convinzione che il futuro si concretizzerà in una progressiva ripresa economica e un pieno ritorno alla normalità. Ottima operazione di marketing… Come non condividere e farsi contagiare!
Un lockdown che segna le giornate
Il “confinamento” imposto – il rispetto del distanziamento di sicurezza sanitaria (non ci piace definirlo interpersonale) – per questa pandemia sta segnando i mesi del calendario e certamente – visti i dati di questi giorni – segnerà anche quelli successivi. La difficile ripresa segna le aziende e pure i lavoratori e le famiglie. E’ indubbio, visto il contesto per mitigare la pandemia galoppante, il lavoro da casa è stato una via d’uscita necessaria per non bloccare tutto, una risorsa importante che ha consentito a molte aziende di “sopravvivere” e a molti lavoratori di mantenere il reddito. Serve però trovare la giusta misura per non far straboccare il vino, è il caso di dirlo!
Lavoro smart, occorre il giusto equilibrio
Ma purtroppo la pandemia non è finita. Tante criticità rimangono: «In un momento in cui lo smart working viene presentato come modello, occorre rispettare il giusto equilibrio tra lavoro da casa e lavoro in azienda – ci dice Sandro Bottega, presidente di Bottega SPA, cantina distilleria a Bibano di Godega di Sant’Urbano (Treviso) – considerando che l’indotto (ristoranti, bar e trasporti, ecc.) viene fortemente penalizzato. Inoltre le aziende perdono il confronto interno e il contatto diretto con il prodotto di riferimento, mentre i dipendenti, lavorando da casa in solitudine, rischiano l’isolamento. Per fare il vino buono gli enologi devono essere presenti in cantina e non a casa davanti al computer, a controllare da remoto la temperatura delle autoclavi».
Bottega, una storia iniziata quattro secoli fa
L’ Azienda ha alle spalle una storia di quattro secoli nel mondo del vino e della grappa. Dal 1600, quando gli antenati coltivavano la vite come fittavoli, ad oggi, che le grappe e i liquori Bottega sono apprezzati in tutto il mondo. Il “capostipite” dei Bottega, Andrea, già nel 1635 coltivava la vite in uno dei luoghi più belli del mondo, i colli sopra il Molinetto della Croda di Refrontolo.
I prodotti Bottega
Attualmente distribuiti in 140 Paesi nel mondo nei più importanti duty free e compagnie aeree. Oggi i vini e liquori Bottega hanno ottenuto 280 premi e riconoscimenti e, secondo un’analisi dell’IWSR, Bottega Gold è stato classificato come lo spumante più venduto nel travel retail, il secondo spumante più venduto al mondo, secondo solo agli champagne più prestigiosi.
Non ci resta che condividere questo clima aziendale – certi del pieno rispetto e applicazione delle regole anti Covid-19 – poichè crediamo che la condivisione delle idee e soprattutto delle esperienze sul campo siano energia da alimentare per lavorare meglio, crescere e ridurre quel “distanziamento culturale” che questa pandemia sta globalmente, ahinoi, imponendo. Prosit!