Intrigante come poche altre località siciliane, Trapani e la sua area interna rappresentano un angolo della Trinacria capace di emozionare qualsiasi viaggiatore. Se il suo mare cristallino domina la bellezza delle sue coste, l’arte e la cultura dell’entroterra regalano un fascino senza tempo in ogni giorno dell’anno.
Trapani ed il suo mare
Viaggiare lungo il territorio di Trapani significa imbattersi in una serie di innumerevoli proposte dove storia e mito si fondono con la natura incontaminata, dove gli amanti dell’archeologia possono seguire le tracce di antiche civiltà lasciandosi guidare dalle leggende sussurrate dalle mura dei castelli, mentre i buongustai si fanno sedurre dai sapori della cucina trapanese e dalla qualità dei suoi vini. Assoluto protagonista qui è il mare, che veste di salsedine le vie della città e fa da sfondo a una delle zone italiane più vocate alla viticoltura. Un mare che è fonte di vita per la gente del posto grazie alla pesca, al commercio sia del tonno che del sale nonché all’artigianato con la lavorazione del corallo.
Cosa vedere
Il tour può partire dal porto di Trapani, che mette in comunicazione due mondi, l’Europa e l’Africa, con le isole Egadi che fanno da sentinelle. Si prosegue passeggiando nel centro storico, fra le antiche strade in cui si avvertono ancora gli echi di molteplici culture. Influssi arabi, normanni e spagnoli caratterizzano le facciate delle chiese e i prospetti dei palazzi. Poco distante da Trapani, Erice si adagia su una vetta a 750 metri sul livello del mare. Salendo lungo la strada tortuosa che conduce all’antica cittadina, l’aria si fa più fresca e dietro i tornanti si susseguono panorami incantevoli, finché sulla cima, spesso incappucciato dalla nebbia, appare l’antico borgo.
I sapori della tradizione
Sintesi di arte, storia e paesaggio, Erice conserva intatto il suo centro medievale con il castello di Venere e le stradine acciottolate che rendono sognante l’atmosfera. Da assaggiare assolutamente le paste reali, i dolci alle mandorle e i pasticcini ripieni, frutto di antiche ricette tramandate dalle suore di clausura. A nord di Trapani, attraversando uno scenario quasi lunare tra le rocce scoscese del Monte Cofano, si arriva a San Vito Lo Capo, che conquista ogni sguardo con la sua lunghissima spiaggia candida, Bandiera verde 2020, il mare caraibico e le casette bianche dei pescatori sorte intorno alla Chiesa Madre nel ‘700. Qui ci si può sedere al tavolo di uno dei tanti ristoranti o trattorie e assaggiare il cous cous condito con una zuppa di pesce.
Il Cous Cous Fest
Anche quest’anno, nel rispetto delle norme di sicurezza per contrastare il Covid, dal 18 al 27 settembre il borgo marinaro ospita la 23esima edizione del Cous Cous Fest: non soltanto una gustosa rassegna culinaria ma anche un’importante occasione d’incontro e di scambio culturale. Chef provenienti da diversi Paesi, tra cui Marocco, Senegal, Costa d’Avorio, Algeria e Tunisia, si danno appuntamento in Sicilia per contendersi il premio per la migliore versione di questo tipico piatto del mediterraneo. Il programma della manifestazione abbraccia sia eventi enogastronomici che spettacoli e concerti. Un mix di ingredienti che trova in un lembo di terra, circondato da due riserve naturali, il suo scenario ideale.
Tra natura ed archeologia
Da qui, gli amanti della natura devono fare tappa alla Riserva naturale dello Zingaro, sette chilometri di costa intercalata da numerose calette e caratterizzata da alte falesie a strapiombo e con la famosa grotta preistorica dell’Uzzo. A dominare il paesaggio sono però i maestosi faraglioni che emergono dall’acqua dell’incantevole borgo contadino di Scopello. Verso sud, ecco Segesta dove visitare uno dei templi greci meglio conservati al mondo. Un altro gioiello della Sicilia che ci racconta la nostra storia sublimandola con una bellezza imperitura.
A pochi chilometri dall’aeroporto di Birgi si scoprono Mozia – importante sito archeologico fenicio nella piccola isola di San Pantaleo, unito alla terraferma da una strada ora sommersa – e la Riserva dello Stagnone, una straordinaria laguna dove il bianco delle saline che si stagliano all’orizzonte si tinge di rosa al tramonto.
In realtà, tutta la litoranea che va da Marsala a Trapani è fiancheggiata da queste candide distese: da giugno a settembre è possibile ammirare la cristallizzazione e la raccolta del sale, mentre tutto l’anno qui si vedono montagne di granelli bianchi ricoperte di tegole. Non si può concludere il viaggio senza aver sorseggiato del buon vino. D’obbligo, quindi, una sosta a Marsala, una vera e propria cantina all’aria aperta dove si può anche assistere alla fabbricazione delle botti, nobili contenitori destinati a custodire per molti anni l’ormai rinomato vino liquoroso.
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