È un piatto di origini arabe che si prepara in tutte le famiglie nei giorni della Festa del SS. Salvatore, ad agosto, ed è a base di carne che, un tempo, era un lusso in un paese di pescatori. Pasquale Serio, ristoratore a Cefalù, ha ritrovato la ricetta più antica in un vecchio libro custodito nel Museo Mandralisca. Tajanu, taio in arabo, è il tegame in terracotta in cui si dispongono a strati: sugo di passata ed estratto di pomodoro stracotto per 7/8 ore insieme a del grasso di maiale, carne di vitello, castrato e lo “sfilaccio”; rigatoni bolliti al dente; melanzane fritte e poi sfilacciate; pecorino e basilico. Il tegame con coperchio, una volta, veniva sotterrato nelle braci e, solo alla fine, messo in forno per un’ultima gratinatura.