Napoli è una meta da non perdere tra le destinazioni di un week end o all’interno di una vacanza per scoprire i tesori dell’Italia. Ricca di storia e di tradizioni, oltre che di bellezze naturali, Napoli offre anche un’altra attrattiva, la cucina. E’ impossibile rimanere insensibili ai profumi e ai gusti di questa terra, sicuramente legati al mare ma anche ai dolci e poi ovviamente alla pizza.
La pizza
Oggi quando andiamo in pizzeria, che troviamo in ogni angolo del mondo, anche i più sperduti, leggiamo nel menù almeno trenta tipi diversi di pizza dai sapori più variegati e talvolta francamente esagerati … Sarà che amo le cose semplici e per me la pizza è quella con pomodoro e mozzarella, quella che Raffaele Esposito creò e dedicò alla Regina. La “Margherita”, quella fatta con con pochi ingredienti, acqua, farina, sale, e lievito per un impasto sottile dai bordi alti e saporiti. Quella appunto condita con pomodoro, mozzarella, olio e basilico. Il gusto viene anche dall’impasto, da come viene lavorato, lasciato a riposare e dagli ingredienti che si usano, che devono essere sempre di prima qualità. Se la volete più ricca usate la mozzarella di bufala che qui è prodotto di eccellenza, ma anche una bel piatto di mozzarella e pomodoro (la caprese), sono un pasto fresco e gustoso per questa stagione.
Il pesce e la verdura
Se siete a Napoli dovete farvi tentare dai piatti di pesce come le cozze che vengono servite da sole, sulla pasta o con i fagioli. Oppure nel vostro menù di degustatori inserite le zucchine alla scapece che sono un piatto molto semplice da realizzare e potete ripetere a casa. Si friggono a fette le zucchine e si condiscono con aceto, aglio e menta. Un tempo il Vomero era chiamato “o colle d’ ‘e friarielle”, ma oggi le cime di rapa vengono coltivate soprattutto nelle zone interne della Campania. Perché si chiamano friarielli? Forse per il tipo di cottura, perché frijere in napoletano significa friggere.
I dolci
E poi passiamo ai dolci … E qui si apre un mondo. La pastiera di grano è uno dei dolci più apprezzati, simbolo di rinascita nelle feste pagane primaverili, è il dolce che i napoletani associano alla Pasqua. Fatto di pasta frolla con un ripieno di grano, ricotta, zucchero e uova.
Emanano profumo da ogni pasticceria le sfogliatelle sono uno dei cibi più rappresentativi di Napoli. Ma lo sapevate che ce ne sono due varianti? Una è a base di pasta sfoglia ed è riccia, la seconda a base di pasta frolla è appunto frolla. Il casatiello non manca mai sulle tavole napoletane nel periodo di Pasqua. E’ una torta rustica a base di strutto, farina, uova, formaggio e “cicoli”, fatto a ciambella per richiamare la corona di spine di Cristo crocifisso. Gli struffoli invece sono delle palline di impasto fritte nell’olio o nello strutto e poi condite con miele e confettini. Secondo alcuni le ricetta risalirebbe ai tempi della Magna Grecia. Mai sentito dire sei dolce come un babà? Il marchio di fabbrica napoletano (pare infatti che non sia originario di queste parti) è la caratteristica forma a fungo e un impasto sofficissimo, ma non fa bene agli astemi, è pieno di rum!
Da vedere
Il Museo di Capodimonte, il Palazzo Reale, la Napoli Sotterranea e la Cappella di San Severo e il Cristo Velato. Una passeggiata lungo Spaccanapoli che è la strada che va dai Quartieri Spagnoli al quartiere di Forcella, tagliando in linea retta la città. Piazza del Plebiscito, il Duomo che è il luogo deputato principalmente al culto di San Gennaro, all’interno decorato dalle cappelle di potenti famiglie napoletane, e dai dipinti di Luca Giordano degli Apostoli, dei Padri e dei Dottori della Chiesa. Ma questo, come diciamo noi di Vdgmagazine, è solo l’antipasto …
L’evento
Se volete conoscere la città anche dal punto di vista di un’artista che vi è nata, vi segnaliamo a Castel dell’Ovo, dal 24 al 27 giugno c’è la mostra personale di Anna Maria Mercogliano dal titolo “Scorci partenopei”, nella sala delle Carceri aperta dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 19,00. Nella mostra l’artista racconta la sua città con la sua interpretazione personale ricca di colore, dove gli scenari napoletani così conosciuti vengono reinterpretati in un universo a parte irripetibile e cangiante.