C’è tempo fino al 28 luglio per visitare la mostra Mare Nostrum, organizzata da Delicius S.p.A. Società Benefit, un omaggio alla città in occasione dei 50 anni di fondazione, nelle sale di Fondazione Monteparma e APE Parma Museo nel centro di Parma. Una mostra dalle tinte forti, una mostra palesemente di denuncia nei confronti degli squilibri ambientali del mare causati dall’intervento, spesso deleterio, dell’uomo. L’allestimento, curato dall’architetto Dario Costi e da Irene Rizzoli, ultima generazione della famiglia proprietaria della società, dichiara questa accusa attraverso macchinari, filmati, memorabilia e installazioni che intendono sollevare curiosità e stimolare riflessioni, ma anche porre domande scomode sul futuro del rapporto tra uomo e mare.
Si compiono i primi passi della mostra osservando una tra le prime macchine per inserire le acciughe in lattina, testimonianza dell’arte conserviera a Parma, e un’anfora per il trasporto di pesce collocata accanto alla riproduzione di portolani del Cinquecento raffiguranti i maggiori porti di scambio di prodotti ittici. La seconda parte della mostra, quella senz’altro più concettuale, si avvale del contributo di artisti e fotografi di grande spessore. Come l’idea di Paolo Mezzadri che propone un banco di acciughe in metallo a mo’ di lance conficcate nella parete.
Le piccole acciughe disegnano nel mare una nuvola mutevole, quasi una danza che pare orchestrata per la difesa della specie. Forse, sembra interrogare l’artista, anche noi dovremmo imparare dalle acciughe per combattere le battaglie urgenti e necessarie per l’ambiente e per il mare messi sotto assedio da pesca intensiva e illegale? La riproduzione del mosaico della cosiddetta Casa di Ippolito, rinvenuto ad Alcalá de Henares, in Spagna, rende pubblica l’attività di pesca come insita nel genere umano, realizzata nei secoli nel rispetto dell’ambiente.
La fotografia “Alla deriva nell’Oceano” di Ryan Stalker, premiata di recente al British Wildlife Photography, descrive la vita dei molluschi originari dei tropici americani sotto la linea dell’acqua. Questi sono arrivati in Gran Bretagna ancorati a un pallone bucato. Un grido di allarme sui rifiuti dispersi in mare se, come pare, esiste un sesto continente fatto di rifiuti che galleggiano negli oceani. Irene Rizzoli afferma che con questo impegno “abbiamo voluto manifestare la consapevolezza di essere tessere di un puzzle in continua trasformazione che ha come obiettivo salvare il mare e il pianeta”.
Del resto Delicius dal 2023 è una Società Benefit che nello statuto riporta come obiettivo “salvaguardare il mare, fonte di vita e ricchezza e grande polmone del pianeta”. Un modo nuovo e nobile di fare impresa.
Maggiori informazioni su delicius.it