Un team internazionale di esperti in pubbliche relazioni e comunicazione digitale, un’associazione con 30 soci fondatori e tanta passione, un crowfunding: tanto è bastato a mettere pubblico e privato intorno a uno stesso tavolo, creando un movimento di ampia portata incentrato sulla tutela delle bellezze artistiche italianeUna missione che parte dal basso, dall’entusiasmo e dalla passione di chi ritiene che il patrimonio culturale italiano sia una risorsa dell’intera umanità, e che quindi debba essere salvaguardato. Restituire la bellezza perduta a monumenti e opere d’arte da un capo all’altro della penisola è, in estrema sintesi, l’obiettivo dell’iniziativa LoveItaly, con l’omonima associazione no profit nata a Roma che – passo dopo passo – sta utilizzando i fondi raccolti attraverso un crowfunding per restaurare piccoli e grandi capolavori del nostro passato. Le donazioni vengono riversate su singoli progetti di restauro garantendo risultati concreti e tempestivi, e coinvolgendo al tempo stesso i donatori grazie a speciali applicazioni digitali d’impatto. Basti pensare all’ultimo progetto in ponte su Pompei, con l’obiettivo di far rivivere il terzo cubiculum – una stanza da letto – della Domus del Centauro, una delle più raffinate della città campana andata distrutta nell’eruzione del 79 d.C. Ma i 30 soci fondatori di LoveItaly hanno steso la loro mano anche su Roma, dove gli studenti dell’Istituto superiore per la Conservazione e il restauro della città hanno restituito all’antico splendore il prezioso sarcofago in marmo di Tiaso Marino, che rappresenta uno dei tesori più importanti delle Gallerie nazionali d’arte antica della Capitale. Il manufatto, risalente al periodo imperiale, è attualmente esposto sullo scalone principale all’entrata di Palazzo Corsini e fa parte di un gruppo di quattro sarcofagi, tre dei quali sono già stati restaurati dagli studenti romani. E l’impegno dell’associazione non si ferma certo qui: tra i progetti futuri di LoveItaly (e del suo ramo cadetto, LoveItaly Giovani) ci sono uno scavo archeologico nel Foro romano, il restauro di un dipinto tardo cinquecentesco del Vasari nella basilica di Santa Croce a Firenze, danneggiato dall’alluvione del 1966, il recupero di un ciclo pittorico di dipinti rinascimentali del Carpaccio a Venezia e della Certosa di Capri. «Per riconquistare il suo posto nel mondo – spiega il presidente di LoveItaly, l’archeologo Richard Hodges, alla guida dell’American University of Rome – l’Italia deve puntare sulla risorsa più preziosa che ha: il suo inestimabile patrimonio culturale. L’intero territorio italiano è ricco di opere d’arte di valore universale e, per questo motivo, tutti sono chiamati a contribuire».
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