Si parte dall’impasto degli antichissimi “crispi” calabresi, tradizionalmente acqua, farina e un pizzico di lievito madre amalgamati a mano, a cui lo chef Carlo Arcuri, in una sua rivisitazione in chiave moderna, aggiunge buccia di limone grattugiata, striscioline sottilissime di seppia con il suo inchiostro ed acqua per ottenere un impasto ben idratato che, dopo una lievitazione di 24 ore in frigorifero, si può dividere in imprecise palline e friggere in olio evo leggero.
Il ripieno consiste in una tartare di scampi e gamberi freschissimi del vicino Mar Ionio conditi con olio, sale, scorzone nero primaverile raccolto nei boschi sulle fertili colline dell’Appennino calabro-lucano e, di nuovo, le profumatissime bucce del limone IGP di Rocca Imperiale che fiorisce quattro volte l’anno. Limoni e tartufi: due eccellenze del territorio.