Da Torino a Modica, passando per Perugia, un viaggio nelle città dell’Oro Nero. Tra specialità artigianali e creatività dei Maître Chocolatier. Vi sono città dove il cioccolato non è solo un buon cibo ma un’arte che al pari di monumenti e paesaggi ne caratterizza la storia e la cultura, capace di attirare non solo gli amanti del cibo degli dèi ma anche chi desidera assaporare tutta la dolcezza di una tradizione millenaria.
La capitali europee del cioccolato
Ed esistono itinerari di viaggio che passano attraverso città d’arte e capitali europee dove il cioccolato è una passione ed è considerato come un bene da tutelare e tramandare: qui i turisti vengono presi per la gola e restano incantati dalla bravura dei maîtres chocolatiers. Bruxelles, Vienna, Parigi così come alcune delle nostre città italiane sono tutti luoghi che fanno parte di un meraviglioso itinerario tra praline, tazze calde e fumanti di cioccolata, bonbon, laboratori e bar storici, un viaggio che attraversa il tempo, ci rimanda all’uso antico del cacao degli Aztechi e dei Maya, e attraverso il costante amore degli artigiani ci proietta alle forme più moderne e creative del cioccolato.
Restiamo in Italia ed iniziamo il nostro viaggio da nord e precisamente da Torino, la città del gianduiotto. Quella che lega Torino al cioccolato è una lunga storia d’amore iniziata nel 1560 quando, per festeggiare il trasferimento della capitale ducale da Chambéry a Torino, Emanuele Filiberto di Savoia servì ai torinesi, in modo simbolico, una tazza fumante di cioccolata. Fu amore a “primo sorso”. Seppur sia una bevanda invernale, non la si disdegna in primavera: assaporate la cicolaté (così è chiamata la cioccolata in dialetto torinese), magari sormontata da tanta panna montata o in alternativa gustate del caffè servito in una tazzina di vetro con uno strato sopra di cioccolato caldo! In alternativa c’è sempre il gianduiotto a farvi compagnia.
Nato nel 1865 da Michele Prochet che unì il cacao alla nocciola delle Langhe, fu il primo cioccolatino ad essere incartato. L’arte della cioccolateria torinese è saputa andare anche oltre, basti citare l’alpino (ripieno di una crema liquorosa), il boero con guscio di cioccolato e morbido cuore di crema di liquore, il cremino, cioccolatino composto da tre strati di cioccolato, quelli esterni di cioccolato gianduja e quello interno di pasta di cioccolato alla nocciola.
Dove andare
Tappa imprescindibile per i chocolatelovers è la bottega di Davide Appendino: qui tutto parla di cioccolato, tutto racconta il mondo del cacao. È un autentico piccolo tempio del cioccolato, che si completa con una serra botanica dove si possono ammirare le piante di cacao. Lui cerca le migliori fave di cacao, le macina a pietra e le trasforma in un prodotto di grande qualità: il risultato principale e più apprezzato di questo lavoro sono le sue tavolette monorigine bean to bar, un viaggio sensoriale nei principali Paesi produttori di cacao. Repubblica Dominicana, Ecuador, Bolivia, India, Madagascar. Straordinario il suo Uovo di Colombo prodotto con solo cacao monorigine Venezuela Sur del Lago superior e zucchero grezzo di canna e decorato con granella di nocciola Piemonte IGP.
Altro nome che ha contribuito a scrivere la storia del cioccolato torinese è Guido Gobino. Dietro Gobino c’è la storia di una famiglia che dal 1964 inventa constantemente nuovi prodotti, migliorando il gusto per i cioccolatini tradizionali. Assaggiate i suoi Tourinot® dove la potenza del cioccolato fondente incontra la morbidezza del gianduja e la cui storia è racchiusa nel libro “5 grammi di felicità” di Giuseppe Culicchia.
Il cioccolatiere Guido Castagna invece vi sorprenderà per i suoi Giuinott, dei gianduiotti rivoluzionari nati dall’unione perfetta tra la Nocciola Piemonte IGP e il cacao Chuao del Venezuela, ma anche per ‘L Türinèis, il vermouth con fave di cacao nato dalla collaborazione di Castagna con il bartender Michele Marzella, dove il dolce corteggiamento tra il cioccolato ed il vermouth regala una delicata infusione di assonanze e di riverberi.
Perugia
Da Torino ci spostiamo a Perugia, città il cui nome è strettamente legato alla storica fabbrica Perugina che nel 1915 iniziò a lavorare il cacao in polvere. Tra i cioccolatini il più rinomato, senza tempo, è il famoso Bacio nato nel 1922 da un’idea di Luisa Spagnoli. Per chi desidera fare una full immersion nell’arte cioccolatiera può visitare il Museo del Cioccolato e partecipare ai corsi con i maestri cioccolatieri nella Scuola del Cioccolato, entrambi allestiti nell’edificio della Perugina. Da gustare assolutamente la Torta Dantedì, ideata dal pastry chef Alberto Farinelli della Scuola del Cioccolato di Perugia.
Nata quale omaggio a Dante Alighieri, nel settecentesimo anniversario della sua morte, la torta è composta da tre strati di Pan di Spagna e tre mousse, che richiamano gli ambienti delle tre Cantiche della Divina Commedia. La mousse scura è realizzata con Perugina GranBlocco Fondente Extra 70% e aromatizzata alla liquirizia e rappresenta l’oscurità dell’Inferno. Il Purgatorio è stato realizzato con una mousse più chiara con Perugina GranBlocco Fondente Extra 50% e pistacchi salati.
Il viaggio dei sensi termina con l’ultimo strato, il Paradiso, dove una crema al burro bianca ricopre la parte superiore della torta. Qui si raggiunge il massimo della dolcezza con una mousse al cioccolato al latte Perugina GranBlocco 30% e caramello. Sempre il capoluogo umbro, Covid permettendo, dà appuntamento ai golosi dal 15 al 24 ottobre 2021 per l’Eurochocolate, il più grande festival europeo a tema cioccolato che trasforma il centro storico in una grande cioccolateria all’aperto.
Tappa in Sicilia
Il tour del cioccolato può continuare scendendo giù per lo stivale sino ad arrivare in Sicilia, a Modica: è proprio qui che la secolare tradizione cioccolatiera oggi vanta l’IGP, l’unica d’Europa per un cioccolato che ancora conserva i gesti e le tecniche di lavorazione trasmesse dagli Spagnoli. Ingredienti semplici dall’inconfondibile aroma prendono forma, durante la lavorazione a freddo della pasta di cacao, in quella barretta dove brillano al suo interno i cristalli di zucchero tant’è che a chi lo gusta, come diceva Leonardo Sciascia, “sembra di essere arrivato all’archetipo, all’assoluto, che il cioccolato altrove prodotto – sia pure il più celebrato – ne sia l’adulterazione, la corruzione”.
Diverse le botteghe che accolgono i visitatori in un abbraccio di cannella e vaniglia ed oltre alla classica barretta di cioccolato propongono dolci quale le ‘mpanatigghie, mezzelune di pasta frolla ripiene di carne trita e cioccolato. Da provare quelle che Michele Spadaro dello storico Bar Fucsia produce ogni giorno nel suo laboratorio, nel rigoroso rispetto della ricetta originaria.
Tappa d’obbligo per gli amanti del cioccolato modicano è Ciomod dove Innocenzo Pluchino produce le classiche tavolette IGP partendo dalle fave di cacao colombiano, con tutta le sue magie e contraddizioni e lo utilizza quale ingrediente in diversi liquori. Davvero originale il cioccolato modicano ideato con il noto produttore toscano Claudio Corallo fatto con cacao crudo all’80%. Partecipare infine alle sue lezioni apre le porte ad un mondo incantato di colori, aromi e suoni.
Ma ad adocchiare il cioccolato modicano ci pensano pure le grandi firme industriali come Bauli che quest’anno per Pasqua ha realizzato la Colomba con crema al “Cioccolato di Modica IGP” dove il soffice impasto incontra una copertura di croccante cioccolato fondente con granella di frolla.
Il network europeo della via del Cioccolato
Intanto, a promuovere tutti gli itinerari che hanno al centro i migliori produttori di cioccolato d’Europa ci sta pensando il The Chocolate Way, un network per il turismo culturale del cioccolato che unisce i distretti storici del cioccolato in Europa, tra i quali spiccano quelli italiani di Modica, Perugia e Torino. Al momento sono 30 gli itinerari proposti dai tour operator, in Belgio, Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito, veri e propri pacchetti turistici che daranno la possibilità ai viaggiatori di incontrare i produttori, degustare e acquistare i prodotti nelle aziende.
Lo scorso mese di febbraio si è insediato il Comitato Scientifico della Associazione che sta lavorando all’elaborazione delle linee guida per la presentazione del Dossier che consentirà il riconoscimento dell’Itinerario Culturale Europeo “La Via del cioccolato” al fine di proteggere l’eredità culturale, artistica e storica del cioccolato valorizzando il cioccolato artigianale di qualità.
L’articolo si trova anche all’interno del magazine La Freccia sfogliabile online a bordo di Trenitalia. E su tutti i Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca e nei FRECCIALounge e FRECCIAClub e leggerlo anche su FSNews.
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