Nella Barbagia di Seulo e Sadali, in Sardegna. Una Regione ancora inesplorata che custodisce il segreto della longevità.
Zone umide costiere ad acqua salata, lagune e stagni, ma anche cascate naturali di bellezza straordinaria. Luoghi poco conosciuti che meritano di essere esplorati. La Sardegna è un territorio controverso e diversificato che conta una trentina di subregioni. Ognuna ha tanto da dire al turista attento, attratto dalla natura incontaminata e ricca di storia.
Trekking in Barbagia
Delle regioni centrali fa parte un vasto territorio che parte a nord di Nuoro e scende verso sud, dominato dalla mole del massiccio del Gennargentu, una catena montuosa ora brulla ora boscosa che culmina nella vetta di Punta la Marmora. Una zona impervia e ancora in parte inesplorata, terra di forte matrice pastorale divisa in quattro Barbagie più il Mandrolisai. Di carattere agricolo la Barbagia di Seulo, con i centri Seulo, Seui e Sadali.
Il primo, poco più di mille abitanti, si esaurisce in una la di case lungo la via principale, che è la prosecuzione della SS 198, via Roma, ma negli ultimi anni è divenuto meta di appassionati di pesca sportiva, escursionisti esperti e amanti del trekking. Nella zona è molto famosa la cascata di Sa Stiddiosa: alta circa 20 metri e generata dal fiume Flumendosa, il suo nome vuol dire gocciolante, da “is stiddius”, l’effetto delle gocce che cadono. Dopo una semplice discesa di circa un’ora si arriva a un laghetto d’acqua verde smeraldo ai margini della sponda destra del fiume, dove è possibile fare il bagno da giugno a ottobre. Per il secondo anno consecutivo, sabato 28 agosto la cascata sarà illuminata con luci a led per diventare lo scenario di un suggestivo concerto al tramonto.
Longevità da record
Oggi gli abitanti di queste località si potrebbero definire resilienti, visto che l’85% del territorio è coperto da boschi e resta molto poco per coltivare o pascolare. La notizia della scomparsa di “Tziu Antoni”, Antonio Todde, di 112 anni e 345 giorni, nel 2002 a Tiana, in provincia di Nuoro, suscitò l’interesse mondiale spingendo i ricercatori a domandarsi il segreto della longevità in Sardegna. Era soprannominato il nonno del mondo e gli era stato ufficialmente riconosciuto il Guinness dei primati 2001 come l’uomo più anziano del nostro pianeta. A chi chiedeva della sua salute, il pastore sardo rispondeva sempre che stava meglio a 100 anni che da giovane: non aveva segreti ma amava vivere giorno per giorno, senza fretta, rispettando il prossimo, mangiando frutta secca, castagne e bevendo due bicchieri di vino rosso al dì.
Da oltre 15 anni il mondo della ricerca scientifica si appassiona al fenomeno della longevità, identificando i territori centrali montuosi dell’isola, in cui vivono oltre quattromila centenari, come zone blu, un termine usato per identificare una zona in cui la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media mondiale. Ma non è stata trovata una formula scritta: la longevità dipende dalla qualità dell’alimentazione, lo stile di vita, l’aria pulita, il movimento fisico – qui reso obbligatorio dalla conformazione del territorio – i rapporti sociali e, ovviamente, il patrimonio genetico
A tavola carne e formaggi
La gastronomia riflette la morfologia di questa regione, per la maggior parte adatta al pascolo, dove a occupare i posti principali sulla tavola sono la carne d’agnello e di capretto, ma anche il maialino cucinato ad arte dai pastori e il pane di grano e orzo rigorosamente fatto in casa. L’alimentazione poggia da sempre, e ancora oggi, soprattutto su alimenti semplici come pane, latte, formaggi, carni arrostite, verdure e frutta.
In un’isola così legata alla pastorizia non c’è da stupirsi se gli ingredienti principali del pasto sono formaggi di capra e di pecora e prodotti a chilometro zero. Nelle ricette che custodiscono il segreto della longevità solo prodotti semplici e genuini: per esempio, il minestrone estivo (minestra ‘e istadi), un tripudio di fagiolini freschi, cavolo rapa, zucchine, patate, lardo, cipolla, pomodori, formaggio in salamoia (quagliato), con poca pasta, lo spezzatino di capra o pecora con patate (cassola de pezza ‘e craba o erbei cun patata).
A pochi chilometri da Seulo merita una visita il paese di Sadali, dal 2017 tra i Borghi più belli d’Italia, anche questo sede di un gran numero di centenari.
Qui è l’acqua l’elemento principale, arte ce di spettacolari monumenti naturali come la celebre cascata di Su Stampu de su Turrunu, il cui getto proviene da un foro nella roccia e cade direttamente al centro del laghetto. Il turismo qui vive delle bellezze del territorio ma anche della lavorazione e trasformazione di materie prime naturali e dell’utilizzo in ambito gastronomico di oli essenziali e acque aromatiche. Ciò che prima veniva utilizzato solo nel settore della cosmesi o aromaterapico, ora ha preso piede nell’alta cucina. Ecco quindi l’idea dell’azienda Fragus e Saboris di presentare un set di essenze certificate a uso alimentare, di facile utilizzo e in netto contrasto con la deperibilità delle piante aromatiche fresche in cucina. Da provare le insalate terapeutiche dove, al posto di olio e aceto, viene nebulizzata l’acqua aromatica del lentisco, del timo o del rosmarino.
a cura di Angela Bacciu
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Foto in evidenza Campo di rosmarino ©FraguseSaboris