Un tempo era una curiosità. Ora cibo e vino di qualità sono diventati la molla principale della vacanza. Un italiano su tre ha così viaggiato per puro interesse enogastronomico negli ultimi tre anni. Il che testimonia a tutti gli effetti, il ruolo crescente del comparto, non più elemento accessorio ma un elemento essenziale, al punto da influenzare e impostare le scelte di viaggio. Sono osservazioni emerse a Milano dal primo Rapporto sul turismo enogastronomico curato dall’Università di Bergamo e World Food Travel Association (con il patrocinio di Touring Club, Fondazione Qualivita, Federculture, e la collaborazione di Seminario Veronelli e The Fork). Insomma, il 63 per cento dei nostri connazionali che viaggiano valuta di grande rilievo la presenza di un’offerta enogastronomica in tutte le sue sfumature, senza perdere di vista la qualità e sostenibilità.
Le esperienze food più popolari, dopo l’assaporare piatti tipici del luogo in un ristorante locale (indicata dal 73 per cento dei turisti), sono: visitare un mercato con prodotti del territorio (70%); e comprar cibo da un food truck (59%). Forte anche l’interesse verso il beverage, compresa la birra locale.
La Toscana è la regione più desiderata dagli enogastroturisti (18%), seguono Sicilia (13%), e Puglia (10%). Ma ci sono aree con un potenziale inespresso non ancora percepite come mete enogastronomiche di rilievo, come Lombardia, Piemonte e Veneto. Eppure i numeri sono dalla loro parte. Ognuna di queste regioni citate vanta eccellenze importanti: pensiamo alle Langhe e al Roero con le esperienze turistiche legate al Barolo e al tartufo; alla Valdobbiadene con le proposte sul Prosecco; alla Lombardia Orientale con il progetto partecipato di sviluppo e valorizzazione dell’enogastronomia locale “East Lombardy – Regione Europea della Gastronomia 2017”. Grande fermento, dunque nel triangolo appena esaminato, ma non ancora sviluppato appieno in chiave enogastronomica.
Chi si è mosso in anticipo
La prima edizione di “Benvenuto Vermentino” è partita a Castelnuovo Magra (La Spezia) nel 2010, grazie all’utilizzo di fondi europei. Un progetto che si riconosce nel nettare prodotto vicino al mare della Liguria, Toscana, Sardegna e Corsica, e che ha raccolto le cantine di queste quattro regioni all’interno del borgo spezzino. Parliamo dunque di turisti che durante il week end di giugno gustano quasi un centinaio di etichette nelle dimore settecentesche del borgo ligure, fra laboratori e show cooking, visite guidate nel centro storico da via Dante fino in Piazza Querciola. Il risultato di questa manifestazione (la nona edizione si terrà dal 9 al 10 giugno 2018) è anche qualitativo. Il borgo stesso ha maturato difatti una maggiore consapevolezza della propria produzione vitivinicola. Il Vermentino è diventato pertanto il vino emblema della cittadina, tanto che molte cantine sono condotte dai giovani, come l’azienda agricola, il Torchio.
E chi si sta muovendo ora
Si chiama “Gusta Caorle” il progetto lanciato dal comune veneto per far vivere la località tutto l’anno grazie al turismo enogastronomico. La promozione è orientata principalmente su tre prodotti ittici locali (il moscardino di Caorle, ipocalorico e antirughe; il canestrello bianco e le vongole) attraverso un menù caorlotto proposto da alberghi e ristoranti, con eventi e una brochure dedicata. Nel mese di maggio si è svolta, ad esempio, la prima edizione di “Gusta La Cinquecento”, in corrispondenza della partenza della nota regata velica “La Cinquecento”. Presso il Porto Peschereccio, oltre alla possibilità di visitare le imbarcazioni ormeggiate per l’occasione lungo il Rio Interno, venerdì 25 maggio si è tenuto l’“Happy Hour La Cinquecento”, mentre il giorno successivo, sabato 26, in Riva delle Caorline è stato organizzato uno show cooking. Nel corso delle due serate sono stati allestiti spazi dedicati ai prodotti tipici, al vino e alla birra, con il sottofondo di musica dal vivo. Il mese di settembre si è chiuso con la “Festa del pesce”, per degustare seduti in riva al mare il pesce del posto fritto o alla griglia. Evento che ha già permesso di allungare la stagione e attrarre numerosi enogastroturisti italiani e stranieri.
Un mercato ancora in espansione
Sono quattro le esperienze tematiche che hanno margini di crescita nel turismo enogastronomico: andare alla scoperta di cibo con un esperto (gap: 40%); partecipare a un viaggio enogastronomico di più giorni organizzato (gap: 36%); seguire un percorso enogastronomico in autonomia (gap: 35%); partecipare a un corso di cucina (gap: 33%). In proiezione lo street food è una leva da sfruttare sempre di più, soprattutto al Sud. E se la Puglia potrà avere ancora più successo nei prossimi anni, non sono da sottovalutare le azioni di promozioni e i progetti e offerte mirate del Trentino e Friuli.
a cura di Alessandro Luongo