Nel post-Covid sarà un bollino a certificare la qualità non solo di un locale, di una struttura ricettiva o di uno spazio pubblico ma di un intero comune. Questo l’obiettivo di “Covidless Approach & Trust”, lo strumento di analisi e sviluppo pensato per i Comuni Montani e nato da un progetto di ricerca dell’Università di Torino con il sostegno della Camera di Commercio del capoluogo piemontese. «Il primo comune certificato – dice Alberto Sasso, ideatore, insieme a Paolo Biancone, Silvana Secinaro, Andrea Martra e Piercarlo Rossi del progetto – sarà Santa Maria Maggiore in Val Vigezzo in provincia di Verbania».
Dalle Olimpiadi al Covid
Nato sulla scorta del progetto realizzato per la rivalutazione e la valorizzazione delle Valli Olimpiche Piemontesi, il Covidless Approach & Trust, che ha avuto il patrocinio Uncem, l’Unione nazionale dei Comuni Montani, contiene molte delle raccomandazioni studiate per la candidatura di Torino per le Olimpiadi invernali del 2026. «Il focus – continua Sasso – era come ristudiare e ripensare il sistema turistico-ricettivo e ambientale. Questo studio ha dato vita a sua volta ad altri progetti. Uno, dedicato alla visione strategica dei Comuni Olimpici, che è già in corso, e quello sulla valorizzazione delle Valli Olimpiche».
L’approccio a queste zone è stato quello impiegato per i distretti industriali-turistici. Infatti, gran parte dei Comuni Montani italiani, proprio come i territori Olimpici, hanno vissuto una vita abbastanza altalenante. Nate nei decenni che vanno dagli anni ’50 ai ’70, queste zone hanno avuto momenti di grande successo, per poi subire un graduale abbandono a favore di mete più esotiche. Questo si traduce oggi, in grandi edifici poco occupati e infrastrutture turistiche sottoutilizzate che hanno portato a una crisi economica e quindi alla necessità di studiare azioni di valorizzazione. «Questo approccio – prosegue Sasso – vale per i Comuni Montani di tutta Italia, siano essi appenninici, alpini o dolomitici. È un problema che riguarda tutti. Ci sono esempi virtuosi come il Trentino – Alto Adige, ma è forse l’unico territorio montano che può vantare un successo indiscusso». Su questo movimento di valorizzazione dei Comuni Montani, si è abbattuto il Covid peggiorando notevolmente la situazione di territori già sofferenti.
Progetti comuni
«Questo problema – continua Sasso – non è stato affrontato in maniera unitaria. Non esiste un vero e proprio progetto di coordinamento a livello regionale, ma ogni comune ha elaborato delle proprie strategie. Così, per ridurre la fila fuori dai negozi, per esempio, c’è chi che pensa di non aprire e chi di farlo in maniera contingentata. Stessa cosa per i ristoranti e per tutte le attività. Il nostro progetto vuole creare un supporto unico per gli enti locali e le amministrazioni dei piccoli comuni. Partendo da una “diagnosi” della situazione dell’offerta turistico-ricettiva e culturale si valuta quanto le misure anti-Covid incidono sul commercio».
Il metodo
In pratica si tratta una serie di tabelle che valuta asset quali la ricettività, la cultura, lo sport, lo shopping e la salute. Il rating viene dato su una scala che va da 0 a 100. Se un comune ha ottenuto 100/100, significa che anche in periodo di Covid non ha ridotto i propri servizi. Quindi il turista che passerà in quel Comune le sue vacanze, non si renderà conto che sono in atto delle limitazioni. Di contro 0/100 fotografa una situazione completamente bloccata dalle misure anti-Covid. Il turista che arriverà in questo Comune troverà gli esercizi chiusi, gli impianti non funzionanti e i luoghi di interesse culturale sbarrati. In questo caso il pool di tecnici prende in analisi la singola situazione e suggerisce le possibili soluzioni. «Se un ristorante normalmente fa 80 coperti – fa l’esempio Sasso – durante questo periodo di restrizione ne farà circa 20. Ne conseguirà una riduzione importante di fatturato che porterà al taglio del personale. Per uscire da questa situazione si potrebbero aumentare i servizi al tavolo e/o integrare con l’asporto e il delivery».
Attestato e bollini
Una volta che i vari attori del territorio avranno migliorato la loro offerta verrà rilasciato un attestato di “Covidless Approch & Trust”, cioè di un approccio alle misure anti-Covid che trasmetta fiducia, e una serie di bollini che verranno distribuiti ai locali pubblici. Questo riconoscimento certificherà che il Comune ha saputo affrontare, sul fronte del turismo e del commercio, il Covid in maniera positiva. «Grazie a questo progetto – conclude Sasso – si costringono il pubblico e il privato a ripensare al proprio approccio al turismo. Inoltre, le soluzioni studiate per affrontare il Coronavirus, possono rimanere attive anche dopo la conclusione del periodo. Così questi servizi pensati per affrontare un’emergenza potranno fare da volano per un aumento di fatturato quando tutto sarà tornato alla normalità». Il progetto ha suscitato l’interesse di comuni della Valle d’Aosta, dell’area appenninica del centro Italia e delle Valli di Lanzo.