Ogni pietra lavica si incastona sull’altra come in un mosaico irregolare per formare i muri a secco, antico esempio di ingegneria agraria del passato. Nei terrazzamenti delimitati da questi muretti, in strette file di terreno, le viti.
I vigneti dell’Etna
Si rincorrono insieme ad altre colture: melo, pero, pistacchio, castagno. Essi sono presenti sin dai primi modesti rilievi collinari fra tornanti contraddistinti da masserie, antichi casolari contadini e sontuose ville, per poi spingersi fino ai mille metri.
È proprio questa un’area della Sicilia i cui paesaggi ed il calore della gente hanno incantato i viaggiatori di ogni tempo, rapiti innanzitutto dal frutto più prestigioso che è riuscita a regalare: il vino Etna Doc. Il periodo migliore per visitarla è sicuramente ottobre, durante la vendemmia, quando il caratteristico odore pungente che si sprigiona durante la fermentazione dei mosti riempie le strade inebriando il visitatore.
La Strada del Vino dell’Etna
Si potrà andare così per vigneti, cantine storiche, musei della vite e del vino, ma anche per aziende che producono formaggi, salumi, marmellate ed altri prodotti strettamente legati al territorio etneo. Impegnata ad accogliere i winelovers è la Strada del Vino dell’Etna che, date le limitazioni causate dal Covid, ha rimodulato la propria offerta.
La pandemia ha stravolto il modo di viaggiare anche nel settore enoturistico. Nonostante ciò, molte aziende si sono attrezzate per accogliere i visitatori in tutta sicurezza, sfruttando gli spazi esterni che non mancano e privilegiando l’aspetto emozionale rispetto a quello puramente commerciale.
«Abbiamo sospeso momentaneamente il progetto Treno dell’Etna – spiega Gina Russo, presidente della Strada –. Avevamo tanti progetti da portare avanti iniziati lo scorso anno come il Crossing Etna, che dava la possibilità ai tour operator di conoscere meglio il nostro territorio così da poterlo meglio raccontare ai propri clienti. Al momento stiamo proponendo delle escursioni per piccolissimi gruppi con visita ai crateri, alla grotta della Neve, ai palmenti rupestri. Si tratta di escursioni molto semplici, all’aperto, abbinate a degustazioni in cantina: esperienze di valore perché itinerari di nicchia, spesso poco noti agli stessi siciliani».
Alla scoperta dell’anima della Sicilia
Venendo in questi luoghi i viaggiatori scoprono un’anima diversa della Sicilia, quella piena di verde, silenziosa dove è possibile trovare la neve in inverno. «I turisti trovano una Sicilia che non si aspettano molto diversa dalla parte occidentale – dichiara Mariangela Cambria di Cottanera –. Quella è una Sicilia più baciata dal sole mentre il turista che viene qua trova una Sicilia piena di natura ed è una grande sorpresa. È la meta preferita per chi ama il buon vino ma anche desidera godere del silenzio. A venire sono soprattutto turisti americani, ma negli ultimi anni c’è stata una riscoperta del territorio anche da parte del turista locale e questo non può altro che farci contenti».