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Elisabetta Gnudi, il sogno realizzato di una vigna in Toscana

 E’ una delle donne protagoniste del mondo del vino in Italia; tuttavia Elisabetta Gnudi Angelini, di origini bolognesi, nata e cresciuta a Roma, non proviene da una famiglia produttrice di vino. Per anni ha lavorato, infatti, nel mondo del cinema come produttrice in società con Luca Barbareschi, e nel settore farmaceutico.

Affascinata dalla campagna e dal mondo del vino, da lei considerato come un universo dai valori forti e radicati, ed entusiasta del recupero del contatto con un’autenticità altrove scomparsa, si appassiona talmente tanto a quest’attività da dedicarsi completamente.

S’interessa anzitutto alla Tenuta di Caparzo, a Montalcino, in Toscana, e libera il suo desiderio di apprendere iniziando a seguire in prima persona tutte le fasi di produzione. Le quattro aziende vitivinicole oggi di sua proprietà sono il risultato di una serie di acquisti che hanno reso possibile il coronamento di quello che, nel tempo, era diventato per lei un sogno: avere una proprietà in Toscana.

Una nuova vita, da produttrice nel cinema a produttrice di vino

L’occasione si presenta proprio nel 1997 con l’acquisto di Borgo Scopeto nel Chianti Classico, tra Siena e Vagliagli, che è oggi un relais de charme, recuperato impiegando risorse per circa 30 milioni di euro, con un accurato restauro conservativo che ha visto Elisabetta occuparsi di persona della scelta di ogni dettaglio, dai materiali agli arredi.

Borgo Scopeto Relais è talmente emozionante e spettacolare da essere stato scelto dal regista Gary Winick per ambientare parte del suo film “Letters to Juliet”, con Amanda Seyfried, Vanessa Redgrave e Franco Nero. Il film, uscito nel 2010, ha sorprendentemente scalato le classifiche Usa: la presenza, in una scena del film, del Brunello Caparzo ha fatto così registrare un importante innalzamento delle vendite del Brunello di Elisabetta Gnudi Angelini negli Stati Uniti.

Ma Borgo Scopeto è anche una grande azienda agricola che produce Chianti Classico e uno straordinario olio extra vergine di oliva. E che vanta un ristorante di tutto rispetto, “La Tinaia”, guidato dallo chef Angelo Maucione, che propone una cucina genuina locale e regionale in un’atmosfera da favola.

Nel 1998 Elisabetta Gnudi Angelini ha acquistato anche Caparzo, il suo “primo amore”, azienda storica di Montalcino, fondata nel 1970 quando i produttori intorno al bel borgo a sud di Siena erano poco più di una decina e si era ben lontani dall’immaginare il successo e il clamore che il Brunello sarebbe poi riuscito a suscitare.

A Caparzo, peraltro, si deve la nascita di uno tra i primi cru di Montalcino, ossia di un Brunello prodotto con le uve di un’unica vigna, chiamata La Casa, che ha un terreno particolarmente adatto alla coltivazione della vite e di un’eccellente esposizione.

Il Brunello de La Casa

Il Brunello Vigna La Casa, fin dal suo primo apparire nel 1977, si è imposto come uno dei grandi vini di Montalcino, e ha fatto scuola a tanti altri cru nati soprattutto negli anni Novanta. Non a caso il Brunello Vigna La Casa è stato scelto tra i vini protagonisti del Manga giapponese “The Drops of God”, un fumetto di grande successo esportato anche all’estero.

Nel 2002 è stata la volta dell’acquisto di Altesino, sempre a Montalcino, piccola e importante cantina di Brunello i cui vigneti in parte confinano con quelli di Caparzo. Altesino fa parte di quelle aziende di piccolo-medie dimensioni che si sono imposte grazie all’elevata qualità del prodotto. Fiore all’occhiello della produzione di Altesino è senza dubbio Montosoli: il primo cru di Brunello ottenuto nel 1975 dall’omonimo vigneto.

Guardandolo da Palazzo Altesi, il quattrocentesco palazzo che Elisabetta ha fra l’altro eletto come sua dimora personale, il vigneto Montosoli, perfettamente curato, è un’icona nel panorama naturalistico della zona. Il vino che se ne ricava, una selezione accurata della produzione delle vecchie vigne, è commercializzato esclusivamente nelle migliori annate.

A questo si aggiungerà una quarta proprietà Doga della Clavulle, fra Scanzano e Grosseto.

a cura di Alessandro Luongo

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