Torino, sulle prime pendici della collina e a pochi passi dalla chiesa della Gran Madre, dal Po e da piazza Vittorio Veneto, la Villa della Regina, Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 1997, domina la città con grazia femminile non scevra da un riserbo tutto sabaudo. Qui le regine e le principesse di Casa Savoia, a partire dalla giovanissima Ludovica di Savoia, nipote e sposa bambina del cardinal Maurizio, che per amor suo lasciò l’abito talare e una promettente carriera diplomatica e che per lei la fece costruire nel 1615 come dono di nozze, venivano a riposarsi dalle fatiche , ma soprattutto dalla noia, della vita di corte.
La riscoperte della casa di campagna
Una deliziosa “casa di campagna” a misura di pochi e fidati amici, con cui ascoltare musica, divertirsi e passeggiare per il bel giardino all’italiana ad anfiteatro scavato sulla collina restrostante o per la vigna che la corona dall’alto del pendio meglio esposto. Una storia che assomiglia a una favola che ha attraversato i secoli, per poi perdersi nell’incuria e nell’abbandono fino alla sua felice riscoperta negli anni Novanta del secolo scorso, a cui hanno fatto seguito lunghi e accurati lavori di restauro, conclusi nel 2007 con l’inizio di una nuova vita.
“Nel 2003 abbiamo accettato la sfida della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, che ci ha affidato la gestione della vigna – dichiara il Presidente del Consorzio di Tutela delle DOC Freisa di Chieri e Collina Torinese, Luca Balbiano – e stiamo portando avanti, con entusiasmo e buoni risultati, l’ incarico di far crescere i frutti di quello che l’unico vigneto urbano d’Italia”.
Un network dei vigneti storici
Ed è proprio grazie al lavoro di questi anni nel rinato vigneto della Villa di Torino che ha preso corpo il progetto di un network dei vigneti storici urbani europei. Dopo che il 2014 ha visto la cerimonia del gemellaggio della vigna della Villa della Regina con la Confrérie di Montmarte, che gestisce la storica Cuvée du Clos Montmarte a Parigi ( #urbanvineyards), pochi giorni fa, il 24 settembre 2016, lo stesso patto è stato siglato col vigneto del Castello di Schönbrunn a Vienna, ex residenza estiva della famiglia imperiale e anch’esso ora Patrimonio dell’Umanità Unesco: una delle più incantevoli attrazioni turistiche di Vienna.
Le vigne urbane fruibili
“Essere i promotori di questo network – ha sottolineato la presidente dell’Associazione Amici Villa della Regina, Monica La Cava – ci rende fieri, perché non si tratta solo di unire idealmente importanti città d’Europa, ma anche di un’operazione storica e ambientale, per far sì che patrimoni come quelli delle vigne urbane di Torino sopravvivano e restino a disposizione della cittadinanza, valorizzando il richiamo turistico dei contesti in cui sono inserite”.