Il Brachetto rappresenta uno dei gioielli enologici più caratteristici e affascinanti del panorama vitivinicolo piemontese e italiano. Questo vino rosso aromatico, dalla personalità inconfondibile e dalla storia secolare, ha conquistato negli anni un posto di rilievo tra gli appassionati di vini dolci e aromatici. Con il suo colore rubino brillante, il profumo intenso di rose e frutti rossi e il sapore delicatamente dolce, incarna l’eccellenza di un territorio vocato alla produzione di vini di grande qualità.

Un vino con radici antiche
Testimonianze di questo vino risalgono addirittura all’epoca romana, si narra infatti che questo vino fosse particolarmente apprezzato da Giulio Cesare e Marco Antonio, che lo consideravano un potente alleato nelle conquiste amorose grazie alle sue presunte proprietà afrodisiache. Non a caso, secondo la leggenda, Cleopatra stessa ne era una grande estimatrice e lo utilizzava per sedurre i suoi amanti.
Il nome “Brachetto” deriva probabilmente dal termine dialettale piemontese “brachèt”, che indica un particolare vitigno a bacca rossa coltivato principalmente nelle colline dell’Acquese, in provincia di Alessandria. Questa zona, caratterizzata da un microclima particolare e da terreni calcareo-argillosi, rappresenta l’area d’elezione per la coltivazione di quest’uva dalle caratteristiche uniche.
Nel corso dei secoli, il Brachetto ha conosciuto alterne fortune, ma è nel Novecento che ha iniziato il suo percorso di valorizzazione, culminato nel 1996 con il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) per il Brachetto d’Acqui, la sua espressione più nobile e riconosciuta.
Il vitigno: caratteristiche e aree di coltivazione
Il Brachetto è un vitigno a bacca rossa autoctono del Piemonte, coltivato principalmente nelle colline che circondano Acqui Terme, in provincia di Alessandria, e in alcune zone dell’Astigiano. Questo territorio, parte del Monferrato, è caratterizzato da colline dolci e ben esposte, con terreni prevalentemente calcarei e argillosi che conferiscono al vino la sua peculiare mineralità.
Il vitigno Brachetto si distingue per i suoi grappoli di media grandezza, piuttosto compatti, con acini di colore blu-nero ricoperti da una leggera pruina. Le foglie sono di media dimensione, pentalobate, con seno peziolare a lira chiusa. La sua coltivazione richiede particolare attenzione, poiché si tratta di una varietà sensibile a diverse malattie fungine, in particolare all’oidio.
La vendemmia del Brachetto avviene generalmente nella prima metà di settembre, quando l’uva raggiunge il perfetto equilibrio tra zuccheri e acidità. La raccolta viene effettuata tradizionalmente a mano, selezionando accuratamente i grappoli migliori per garantire la qualità del prodotto finale.
Brachetto d’Acqui DOCG
Il fiore all’occhiello della produzione di Brachetto è senza dubbio il Brachetto d’Acqui DOCG, un vino che ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita nel 1996, a testimonianza della sua qualità e del suo legame con il territorio.
Secondo il disciplinare di produzione, il Brachetto d’Acqui DOCG deve essere prodotto con uve Brachetto in purezza (100%), coltivate nei comuni dell’Acquese e dell’Astigiano specificamente indicati nel disciplinare stesso. L’area di produzione comprende 26 comuni, tra cui Acqui Terme, Alice Bel Colle, Bistagno, Cassine, Strevi, Terzo, Nizza Monferrato e Vesime.
La resa massima consentita è di 8 tonnellate di uva per ettaro, con una resa in vino non superiore al 70%. Queste limitazioni sono fondamentali per garantire la concentrazione aromatica e la qualità complessiva del prodotto.
Un’esplosione di aromi e sensazioni
Il Brachetto d’Acqui DOCG si presenta con un caratteristico colore rosso rubino di media intensità, tendente al granato chiaro, con riflessi violacei quando è giovane. La versione spumante si distingue per una spuma vivace, fine e persistente, di colore rosato.
All’olfatto, il Brachetto rivela tutta la sua complessità aromatica, con un bouquet intenso e caratteristico dominato da note di rosa bulgara e di geranio, accompagnate da sentori di frutti rossi (fragola, lampone, ciliegia) e sfumature di pesca e albicocca. Non mancano accenni speziati e talvolta note di muschio e sottobosco, che ne arricchiscono ulteriormente il profilo olfattivo.
Al palato, il Brachetto d’Acqui si distingue per la sua dolcezza equilibrata, mai stucchevole, sostenuta da una freschezza vivace e da un’alcolicità moderata (generalmente tra i 5 e i 7 gradi). La versione spumante aggiunge la piacevole effervescenza che pulisce il palato e rende il vino particolarmente beverino e versatile negli abbinamenti. Il finale è persistente, con un ritorno aromatico che richiama i profumi percepiti al naso.
Dall’uva alla bottiglia
La produzione del Brachetto d’Acqui DOCG segue metodologie precise, finalizzate a preservare e valorizzare le caratteristiche varietali dell’uva Brachetto.
Dopo la vendemmia, che avviene manualmente per garantire l’integrità degli acini, l’uva viene rapidamente trasportata in cantina e sottoposta a diraspatura. La fermentazione avviene a temperatura controllata (circa 16-18°C) per preservare gli aromi caratteristici del vitigno.
Per la versione spumante, la più diffusa e apprezzata, si utilizza generalmente il metodo Martinotti-Charmat, che prevede una seconda fermentazione in autoclave. Questo processo, che dura circa 30-40 giorni, permette di ottenere la caratteristica effervescenza mantenendo intatti i profumi varietali del Brachetto.
La versione ferma, invece, viene vinificata in modo tradizionale, con una macerazione breve sulle bucce per estrarre colore e aromi, seguita da una fermentazione interrotta al raggiungimento del desiderato equilibrio tra dolcezza e alcolicità.
In entrambi i casi, il vino viene stabilizzato a freddo, filtrato e imbottigliato rapidamente per preservarne la freschezza e gli aromi. Il Brachetto d’Acqui è un vino da consumare giovane, preferibilmente entro 1-2 anni dalla vendemmia, quando esprime al meglio le sue caratteristiche organolettiche.
Il compagno ideale per dolci e frutta
Il Brachetto d’Acqui, con la sua dolcezza delicata e la sua aromaticità intensa, si presta a numerosi e interessanti abbinamenti gastronomici, prevalentemente nell’ambito della pasticceria e della frutta fresca.
L’abbinamento classico e più riuscito è senza dubbio quello con i dolci a base di cioccolato, in particolare con il cioccolato fondente, il cui gusto leggermente amaro si sposa perfettamente con la dolcezza del vino. Una torta al cioccolato, dei biscotti con gocce di cioccolato o dei semplici cioccolatini artigianali diventano esperienze gustative straordinarie quando accompagnati da un calice di Brachetto.
Altrettanto felice è l’abbinamento con la pasticceria secca tradizionale piemontese, come gli amaretti di Acqui, i baci di dama o i brutti e buoni. Anche i dolci a base di frutta rossa, come crostate di fragole o torte ai frutti di bosco, trovano nel Brachetto un perfetto compagno di degustazione.
La frutta fresca, soprattutto fragole, ciliegie, pesche e frutti di bosco, rappresenta un abbinamento semplice ma straordinariamente efficace, soprattutto nella stagione estiva, quando il Brachetto leggermente fresco offre un contrasto piacevole e rinfrescante.
Non mancano anche interessanti accostamenti con formaggi erborinati piccanti come il Gorgonzola, dove la dolcezza del vino bilancia la sapidità e il carattere deciso del formaggio, creando un equilibrio gustativo di grande impatto.
Nella tradizione piemontese, il Brachetto viene spesso servito come vino da dessert a fine pasto, ma la sua versatilità lo rende adatto anche come aperitivo, soprattutto nella versione spumante, dove la sua leggerezza e la moderata alcolicità ne fanno una piacevole alternativa ai più classici spumanti secchi.
Le principali aziende produttrici
Il Brachetto d’Acqui DOCG, pur essendo una denominazione di nicchia rispetto ad altri vini piemontesi più conosciuti, vanta numerosi produttori di qualità che hanno contribuito alla valorizzazione e alla diffusione di questo vino unico.
Tra le aziende storiche e più rappresentative troviamo Banfi, Braida, Marenco, Bersano, Coppo, Fontanafredda, Ca’ dei Mandorli e Cascina Sant’Ubaldo. Queste cantine, insieme a molte altre realtà più piccole ma ugualmente appassionate, offrono interpretazioni diverse del Brachetto, pur nel rispetto della tradizione e del disciplinare.
Alcune etichette sono diventate veri e propri punti di riferimento per gli appassionati, come il “Brachetto d’Acqui” di Braida, il “Rosa Regale” di Banfi, il “Pineto” di Marenco o il “Duchessa Lia” di Coppo. Ogni produttore, con la propria filosofia produttiva e il proprio stile, contribuisce a creare un panorama variegato che permette di apprezzare le diverse sfaccettature di questo vino.
Il vino degli innamorati
Il Brachetto è spesso definito “il vino degli innamorati” o “il vino dell’amore”, non solo per le sue presunte proprietà afrodisiache celebrate fin dall’antichità, ma anche per il suo colore rosso rubino, i profumi di rosa e il sapore dolce che lo rendono particolarmente adatto per le occasioni romantiche.
In molte zone del Piemonte, è tradizione servire il Brachetto durante i festeggiamenti di San Valentino e nelle occasioni speciali come fidanzamenti e matrimoni. La presenza delle note di rosa nel suo bouquet aromatico rafforza ulteriormente questa associazione con l’amore e il romanticismo.
Un’altra curiosità riguarda l’uso del Brachetto nella preparazione di cocktail innovativi. Negli ultimi anni, infatti, alcuni bartender creativi hanno iniziato a utilizzare questo vino come ingrediente per drink originali, sfruttandone l’aromaticità e la dolcezza per creare interessanti contrasti con ingredienti acidi o amari.
Tra tradizione ed innovazione
Nonostante la sua lunga storia e le sue qualità indiscusse, il Brachetto d’Acqui DOCG ha dovuto affrontare negli ultimi anni alcune sfide legate ai cambiamenti nei gusti dei consumatori, sempre più orientati verso vini secchi, e alla concorrenza di altre tipologie di vini dolci o aromatici.
Per rispondere a queste sfide, il Consorzio di Tutela del Brachetto d’Acqui DOCG ha avviato diverse iniziative di promozione e valorizzazione, puntando sulla qualità e sull’unicità di questo vino. Parallelamente, molti produttori stanno esplorando nuove strade, come la produzione di versioni meno dolci (demi-sec o brut) per intercettare i gusti di un pubblico più ampio.
Un’altra tendenza interessante è rappresentata dalla riscoperta della versione ferma del Brachetto, meno conosciuta rispetto alla tipologia spumante ma altrettanto affascinante, che permette di apprezzare in modo diverso le caratteristiche varietali di quest’uva.
Il cambiamento climatico rappresenta un’ulteriore sfida per i produttori, che devono adattare le pratiche agronomiche e di vinificazione per mantenere inalterato lo stile e la qualità del Brachetto nonostante le stagioni sempre più calde e siccitose.
Che sia servito come aperitivo, abbinato a dessert al cioccolato o semplicemente degustato da solo in un momento di relax, questo gioiello enologico piemontese rappresenta una piccola grande eccellenza italiana che continua a raccontare, attraverso aromi e sapori, la storia di un territorio e di una tradizione vitivinicola millenaria.