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Torna la Cavalcata di San Leonardo

Con le maestose Dolomiti, Patrimonio Mondiale UNESCO, a fare da cornice, domenica 10 novembre il paese di Badia si prepara ad accogliere la 24a edizione della Cavalcata di San Leonardo: un evento che quest’anno assume un significato ancora più speciale celebrando i 120 anni dell’Associazione Cavalli Norici Val Badia, e un’occasione per scoprire la tradizione della gastronomia ladina

La Cavalcata di San Leonardo rappresenta uno dei momenti più attesi del calendario autunnale dell’Alta Badia e quest’anno vedrà protagonisti oltre cento cavalli e allevatori provenienti da tutto l’Alto Adige e dalle valli ladine, offrendo ai visitatori un’occasione unica per immergersi nelle antiche tradizioni del territorio.

Figura di spicco della cristianità medievale, San Leonardo di Noblac è venerato in tutta Europa centrale. Abbandonata la carriera militare, si dedicò all’assistenza ai carcerati e ai bisognosi. Oggi è particolarmente invocato come protettore del bestiame, in particolare dei cavalli. La sua festa è l’occasione per numerose processioni equestri, tra cui proprio la rinomata Cavalcata di San Leonardo in Alta Badia, che vede la partecipazione di cavalieri in costume tradizionale e di splendidi esemplari di cavalli Avelignese e Noriker.

Folclore della Val Badia

Il momento clou della giornata di festa del prossimo 10 novembre sarà, a metà mattina, il suggestivo corteo guidato dal carro del Santo patrono, seguito da una maestosa parata dai cavalli, con costumi tradizionali delle valli ladine e carri riccamente decorati. Tra le attrazioni più significative della sfilata spiccano il carro con il modello in miniatura della chiesa di San Leonardo, realizzato per il ventesimo anniversario da artigiani locali, e il carro dei prodotti del raccolto, il cui ricavato dalla vendita sarà devoluto in beneficenza. Ad arricchire ulteriormente lo spettacolo contribuiranno le bande musicali di Badia, Moena e San Giorgio, insieme ai gruppi di ballo locali. Il momento più emozionante della giornata sarà la benedizione dei cavalli e dei loro allevatori da parte del decano, con lo sfondo suggestivo del Sasso Santa Croce. La festa proseguirà nel centro del paese con un tripudio di sapori della tradizione ladina.

La tradizione del Törggelen

Nel pomeriggio del 10, seguendo l’antica tradizione del törggelen, i partecipanti potranno gustare castagne appena arrostite accompagnate da un buon bicchiere di vino. Il törggelen è un’antica usanza altoatesina che celebra l’arrivo dell’autunno, la vendemmia e la maturazione delle castagne. Questa tradizione, radicata nella cultura contadina, si svolge tipicamente tra ottobre e novembre e coinvolge tutta la comunità locale.

Il termine törggelen deriva dal verbo latino “torquere”, che significa “torcere”, e si riferisce al torchio utilizzato per spremere l’uva. In passato, i contadini si riunivano nelle loro stube dopo la vendemmia per assaggiare il vino novello, condividere il frutto del loro lavoro e festeggiare.

La cucina ladina, storia e gusto

Le celebrazioni per la Cavalcata di San Leonardo avranno però già inizio dalla serata di sabato 9 novembre, quando i visitatori potranno assaporare i piatti della cucina locale accompagnati dalle note di artisti ladini. L’evento quindi è anche un’occasione per scopire la cucina ladina, le cui radici affondano in un passato lontano, quando le popolazioni ladine, stanziate in queste valli, dovevano far fronte a inverni rigidi ed estati brevi. La necessità di conservare gli alimenti ha dato vita a tecniche di conservazione come l’affumicatura della carne (lo speck), la salatura e la fermentazione.

Le influenze culturali sulla cucina ladina sono state molteplici. I Romani introdussero l’uso di cereali come grano e orzo, fondamentali per zuppe e minestre. I Tedeschi portarono l’amore per salumi e formaggi, insieme a tecniche di panificazione. Gli Austriaci arricchirono la pasticceria, donandoci dolci come lo strudel.

Tra i principali piatti ladini: i cancì checi, ravioli spesso ripieni di spinaci e ricotta, che prendono il nome dalla loro forma allungata, simile a delle candele; le crafuns mori, letteralmente “sfoglie nere”, sono frittelle sottili, dolci o salate; le tultres, frittelle ripiene, solitamente con spinaci e ricotta o crauti. e ancora i balotes sono i famosi canederli, gnocchetti di pane raffermo, speck, formaggio e spinaci, cotti in brodo. O gli gnoch da zigher, gnocchi al formaggio di capra, dal sapore deciso e intenso, o la panicia è una zuppa d’orzo, nutriente e sostanziosa, con speck e verdure. Tutti questi piatti, caratterizzati da semplicità e genuinità, sono un vero e proprio viaggio nei sapori della tradizione ladina.

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