Visitare Novara, con la Basilica di San Gaudenzio famosa per la sua cupola, la Cattedrale di Santa Maria Assunta e il Castello Visconteo – Sforzesco. La città con l’iniziativa BicinVigna è da conoscere anche per i piatti tipici della sua cucina. Come la paniscia a base di riso e dalle origini antichissime, o il tapulone (spezzatino finemente sminuzzato), passando per il risotto al gorgonzola o il bagnet (salsa a base di prezzemolo, aglio e acciughe).
La cipolla di Cureggio e Fontaneto
E’ un tipo di cipolla bionda coltivata nei comuni di Cureggio e Fontaneto d’Agogna. È di colore biondo dorato e con un caratteristico appiattimento orizzontale. La sua caratteristica fondamentale però è l’estrema dolcezza che si mantiene anche per lunghi mesi dopo la raccolta.
L’altra particolarità è che la raccolta è manuale e i produttori sono principalmente piccoli contadini o coltivatori diretti, per precisa scelta della Pro loco di Fontaneto che è titolare del marchio Slow Food.
Ve ne parliamo perché questa cipolla accompagna tutta una serie di piatti di origine contadina tipici della zona: la paniscia novarese, la frittata rognosa (assieme al salam dla doja), la rustida (zuppa preparata con le frattaglie della macellazione del maiale), la cassola, i brasati e ovviamente la zuppa di cipolle. È comunque adatta come base per soffritti.
La ricetta
Volete provare un gusto che arriva da lontano? Ecco la ricetta della tradizionale Paniscia alla novarese in uso nell’Ottocento.
La Paniscia
Gli ingredienti: 2 litri d’acqua, 200 g di fagioli borlotti ammollati, 300 g di verza stracciata a mano e senza coste, 1 gambo di sedano, 1 carota tritata, 1 cucchiaiata di conserva di pomodoro.
Preparazione: cuocere a fiamma alta fino alla bollitura, poi a fuoco basso e a casseruola scoperta per almeno tre ore. La zuppa deve risultare brodosa quindi, all’occorrenza, aggiungere acqua calda. Affettate poi una piccola cipolla, pestare mezzo etto di lardo, un salamino della duja e sbriciolare il tutto in una padella, fare rosolare, aggiungere mezzo chilo di riso e bagnarlo con un bicchiere di vino rosso.
Quando il vino si è asciugato, mettere in cottura il riso con mestoli di zuppa di verdura. La paniscia non vuole il formaggio grattugiato, ma una buona impepata.
Degustare in bicicletta
La proposta si chiama BicinVigna con Antonelli e viene organizzata nella zona delle Colline Novaresi. Tre itinerari che si muovono nella zona “di mezzo” di questa provincia, la fascia collinare caratterizzata dalla coltura della vite e dalla produzione del vino.
Un filo conduttore, Alessandro Antonelli, l’architetto della Mole di Torino, nato proprio in questa zona, precisamente a Ghemme (borgo conosciuto anche per la produzione del vino Ghemme DOCG, a base nebbiolo).
Cicloturismo e arte
Attraverso questi gli itinerari di BicinVigna si ha la possibilità di visitare su due ruote quest’area di Novara, abbinando l’attività fisica alla scoperta dell’arte e architettura antonelliana, l’enogastronomia alla natura visto che questa fascia collinare è caratterizzata dalla presenza della riserva naturale delle Baragge, un ambiente tipico dell’alto Piemonte, che ricorda la savana africana.
L’itinerario più completo è un percorso ad anello che parte e arriva dal Museo Storico Etnografico di Romagnano Sesia (inserito in Villa Caccia, realizzata da Alessandro Antonelli), durante il tour si toccano i comuni di Boca, Cureggio, Maggiora, Ghemme, Fontaneto d’Agogna, Cavaglio d’Agogna, Prato Sesia.
Una pista tra i Borghi
Il tracciato di BicinVigna è su strade bianche, qualche tratto su asfalto, ma per lo più è sterrato, poco traffico automobilistico se non all’interno dei borghi, ma sempre comunque contenuto. Si consiglia l’utilizzo di mountain bike o gravel. Non è particolarmente impegnativo, ma la presenza di colline richiede comunque una buona forma fisica, oppure l’utilizzo di una e-bike.
42,5 chilometri attraversando il Parco del Monte Fenera, il Piano Rosa e la Baraggia, tra boschi e vigneti, e come sfondo l’arco alpino in cui svetta il Monte Rosa. Dal percorso principale si può scegliere di articolare due semi-percorsi, l’uno più incentrato sull’area delle Colline Novaresi, l’altro maggiormente sul corso del fiume Sesia.