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Per chi desidera spaziare tra musei insoliti e curiosi, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Tra i più curiosi, quello di Triora (Im) dedicato alla stregoneria, all’interno del quale vengono documentati i processi a cui nel XVI secolo furono sottoposte le donne accusate di malefici in questo borgo ligure; sempre in provincia di Imperia, a Vallecrosia, un treno di inizio ’900 è sede del Museo della Canzone e della Riproduzione Sonora, che conserva tra l’altro organetti di Barberia, carillons, grammofoni e pianole del bel tempo che fu. A Mezzano di Primiero, delizioso borgo trentino tra i più Belli d’Italia, sorprende il museo en plein dedicato alle cataste di legna (le tradizionali scorte di ceppi per l’inverno) realizzate in modo artistico: ogni anno affermati artisti vengono qui a creare le loro installazioni, ad oggi 25 cataste artistiche sparse per il paese. Spostiamoci a Padova dove un angolo di suggestione particolare è dato dal Museo di Magiche Visioni, che espone una collezione di lanterne magiche, teatri d’ombre, diorami, vetri per lanterne dipinte, fotografie. Chi ama le emozioni forti, a San Gimignano (Si) può varcare la soglia del Museo di Criminologia Medioevale, dove è ricostruita una cella carceraria e dove sono illustrati i tormenti a cui venivano sottoposti quanti finivano nelle mani dell’inflessibile Inquisizione spagnola. Scendiamo quindi verso Napoli: nel capoluogo campano la scelta di tesori “nascosti” e misteriosi è ampia, ma tra i tanti è imperdibile in termini di fascino e unicità la Biblioteca dei  Girolamini, una delle più ricche del Mezzogiorno e la più antica  tra  quelle napoletane,  a   lungo  frequentata  da  Giambattista Vico. Ospitata nell’Oratorio dei Girolamini, e aperta al pubblico dal 1586, ha un patrimonio librario di circa  159.700 unità tra volumi  e  opuscoli,  tra  i  quali anche 5.000 edizioni del Cinquecento,  120  incunabili,  10.000  edizioni  rare e di pregio… tutti collocati in sale affrescate e strutture d’epoca: il colpo d’occhio è incredibile. Sempre in Campania facciamo tappa all’Ecomuseo della Dieta Mediterranea, una rete fatta di luoghi e percorsi culturali attorno al tema dichiarato dall’Unesco Patrimonio immateriale dell’Umanità” Prima tappa, Torino, dove proprio un museo riesce a rendere poetico anche il tema più prosaico: il denaro. Nella capitale Sabauda infatti troviamo una struttura dedicata al Risparmio il Brescia, merita la visita il Museo di Santa Giulia Venezia non ha certo bisogno di presentazioni. Come del resto il suo Palazzo Ducale Scendiamo verso la Pianura Padana e facciamo tappa a Parma dove Palazzo Bossi Bocchi, sede della Fondazione della locale Cassa di Risparmio, è anche lo spazio delle sue collezioni d’arte. Signorini, le vedute lagunari di Ciardi e Fragiacomo) acquisite nel tempo dalla Fondazione. Proseguendo verso l’Italia di mezzo, a Firenze, oltre ai “soliti noti”, è il caso di rendere omaggio al delizioso Museo Horne ospitato in una dimora rinascimentale e frutto di un generoso lascito allo Stato Italiano da parte dello studioso inglese Herbert Percy Horne. Come il Museo Egizio di Torino, Spostandoci a Firenze, c’è bisogno di suggerirla una visita agli Uffizi? Il potere attrattivo di questo museo con oltre 400 anni di storia è irresistibile. da Roma, scegliamo i Musei Vaticani, una. A Napoli è d’obbligo una visita al Museo Archeologico Nazionale, favoloso scrigno di antichità la cui vicenda ebbe inizio nel 1734 quando Carlo di Borbone,. La sede è nel Palazzo Vinciprova di Pioppi, con una ricca sala espositiva, una tisaneria e sale laboratoriali, ma si sviluppa poi sul territorio attraverso sentieri, orti didattici, luoghi storici e progetti immateriali, che vanno anche oltre i confini comunali di Pollica, località riconosciuta quale capitale ideale di questo stile di vita famoso e amato nel mondo. Il nostro viaggio si conclude in Calabria, dove si costituirono varie colonie albanesi, a Vaccarizzo Albanese e a Civita si trovano rispettivamente la Mostra Permanente del Costume Arbëreshë – con sontuosi abiti iperdecorati, coloratissimi, ricchi di applicazioni in metalli preziosi – e il Museo Etnico Arbëreshë che conserva attrezzi e costumi della comunità albanese locale.

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