Con l’ampliamento delle competenze dei giudici onorari e la rimessione a questi ultimi dei procedimenti civili sulle tante piccole criticità gestionali quotidiane, cittadini e imprese rischiano di finire ingoiati in un vortice senza via d’uscita. Ma a rimetterci saranno anche gli avvocati, un tempo élite e oggi massa manipolabile dalla politica: dove sono gli Ordini e il Consiglio Nazionale Forense?
Di fronte alle ennesime riforme inerenti le annose criticità del sistema giudiziario civile (tra tutte l’ampliamento a dismisura delle competenze dei giudici onorari), ci pare doveroso denunciare una sostanziale disintegrazione dei valori della Carta Costituzionale (articolo 111) che passa attraverso lo sciente disegno di neutralizzare la funzione e il ruolo della professione forense. Il governo in carica, evidentemente, ritiene che la soluzione definitiva al problema delle lungaggini dei procedimenti civili sia scaricare sulla magistratura onoraria il sistema giustizia (a costo zero per lo Stato), con l’ausilio di volenterosi avvocati i quali, travolti dalla crisi, si presteranno a espletare funzioni che la Costituzione demanda a magistrati ordinari. Le legittime aspettative di cittadini – spesso ingurgitate in dinamiche territoriali di giudici monocratici – de- ragliano su orpelli di borbonica memoria: hanno dell’incredibile infatti i provvedimenti su inesistenza e inammissibilità di depositi di atti in via telematica e viceversa (a seconda degli umori dei tribunali). E la svendita avviene nell’assordante silenzio dei colleghi: e non parliamo solo degli “onorevoli colleghi”, intenti a locupletare in occasione delle loro investiture parlamentari, quanto piuttosto a quelli degli istituti di categoria (Ordini Territoriali e Consiglio Nazionale Forense) dove, fatta salva qualche rara eccezione, sembra imperare una logica analoga a quella della tanto detestata politi- ca. In sostanza, stiamo assistendo in silenzio alle strategie vendicative di loschi burocrati che, asserragliati nelle stanze romane, pongono seri interrogativi sul nostro futuro. E ci scappa da ridere sentir parlare di “lobby degli avvocati”: possono 250 mila professionisti essere una lobby se non sono capaci nemmeno di far valere i propri diritti? Dissennati anni di accesso agli albi ci hanno trasformato in massa ingestibile, sovente un rifugio per pluritrombati a concorsi pubblici: da élite a massa, inevitabilmente manipolabile poiché priva di strumenti culturali adeguati incompatibili con studi nozionistici e premiali per tutti, il passo è breve. Il sistema giustizia corre il rischio di essere ingoiato in un vortice senza via d’uscita: la Cassazione è l’emblema della denegata giustizia e la sostanziale rimessione ai giudici di primo grado (addirittura onorari) della vita di tutti noi impone un sistema autentico di controllo endogeno e garantista.
Per saperne di più:
Studio Legale Associato Martinez & Novebaci
Via Archimede, 56 – Milano
Tel. 02.70002339