L’evento itinerante ideato da Assovini Sicilia e tornato nei giorni scorsi in presenza, dopo due anni, ha saputo raccogliere a sé il mondo degli esperti e dei giornalisti per riflettere sul futuro del vino, in particolare quello siciliano. Sicilia en Primeur, nella sua diciottesima edizione, ha saputo regalare tanti spunti di riflessione e momenti di piacevoli degustazioni: un viaggio lungo il continente vitivinicolo siciliano rappresentato dai circa 500 vini proposti nei banchi d’assaggio.
Sicilia en Primeur, back to the roots
Nel rinomato Centro di cultura scientifica Ettore Majorana di Erice si sono dunque dati appuntamento giornalisti, scienziati, studiosi, istituzioni, enologi. In tanti per soffermarsi sul tema scelto quest’anno “Back to the roots. La Sicilia che vive il futuro”, titolo tra l’altro del convegno inaugurale condotto dal noto Massimo Giletti.
Per Laurent de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia, «sarà la diversità della Sicilia la chiave del nostro futuro. Quindi bisogna mettere al centro la vite, il suo studio, la sua evoluzione. Si è sempre detto che il fattore umano è fondamentale nel ciclo di produzione, ed oggi penso sia sempre più attuale ed inteso come scienza, conoscenza, know-how. Solo così possiamo affrontare importanti temi, come il cambiamento climatico».
Clima e viticoltura
E a proposito di cambiamenti climatici interessante è stato il contributo di Marco Moriondo dell’Istituto di Bioeconomia del CNR di Firenze. Secondo il ricercatore ciò che deve preoccuparci non è tanto la quantità di pioggia che registriamo ogni anno, quanto come essa si distribuisca nell’anno. «Le acque cadute spesso si concentrano in periodi più ristretti e ciò accade in Italia così come in Spagna, Turchia e Grecia. Mentre le piogge a livello italiano tendono a rimanere costanti, diminuiscono i giorni piovosi ed aumenta l’intensità dei singoli eventi. Di ciò ne risente la fenologia con anticipi dell’invaiatura e della maturazione per cui diminuisce il tempo che la pianta ha di accumulare biomassa».
Inoltre, il prof. Moriondo ha fatto notare come l’incremento della temperatura (che salirà sempre più in futuro) abbia effetti positivi soprattutto al nord e un po’ meno in Sicilia perché qui la produzione sta tendendo leggermente a diminuire mentre ad esempio in Lombardia aumenta. «L’incremento della temperatura -conclude Moriondo- sta determinando condizioni favorevoli alla vite in aree scarsamente vocate e anche la qualità della produzione è destinata ad aumentare a quote via via più elevate: tutto ciò è bene tenerlo in considerazione. Ad ogni modo la Sicilia vitivinicola, nel complesso, sta rispondendo molto bene ai cambiamenti climatici grazie ai suoi suoli, terroir, alla biodiversità e ai suoi microclimi».
Le degustazioni a Sicilia en Primeur
Come prima detto, oltre a presentare in anteprima i vini dell’ultima vendemmia in commercio, l’evento ideato e organizzato da Assovini Sicilia (un’associazione che riunisce 90 aziende vitivinicole siciliane) ha fatto conoscere alla stampa italiana ed internazionale la straordinaria varietà vinicola con una serie di degustazioni di oltre 500 vini.
Tra gli assaggi fatti ricordiamo il Miano Bianco 2021 Doc Valledolmo, un vino dalla grande espressività prodotto da CastellucciMiano da uve autoctone di Catarratto,
il Vurrìa Grillo 2021 Doc Sicilia, uno dei vini più importanti della cantina Di Giovanna (di Sambuca di Sicilia)
ed un interessante rosato di Masseria del Feudo ossia il suo Sely 2021, un Igt Terre Siciliane da Nero d’Avola in purezza, frizzante.