Sabato 19 e domenica 20 ottobre la bella cittadina alle porte della Valtellina, sarà teatro della più che centenaria Mostra del Bitto. Un’occasione golosa per scoprirne la storia e gli scorci più caratteristici
Il formaggio “perenne” dei Celti
Il Bitto è un formaggio a latte crudo che nasce negli alpeggi della Valtellina, tra le province di Sondrio, l’Alta Valle Brembana e la provincia di Lecco, e di questa terra è una tra le DOP più caratteristiche. L’origine di questa eccellenza lombarda pare vada fatta risalire ai Celti, che, insediatisi nelle valli alpine, misero a punto l’antica tecnica di lavorazione di questo formaggio il cui nome, Bitu, significava perenne. Prodotto esclusivamente nei mesi estivi, tra giugno e settembre, quando le vacche pascolano sugli alpeggi sopra i 1.500 metri, il Bitto è un concentrato di natura e tradizione. Il latte, interamente vaccino e a volte arricchito da una piccola percentuale di latte caprino (non superiore al 10%), viene lavorato con maestria secondo un rigido disciplinare. La cagliata, cotta a una temperatura precisa, viene poi pressata e posta a stagionare nelle casere d’alpe, per un minimo di 70 giorni. Con il passare del tempo, il Bitto sviluppa un sapore intenso e complesso, che ricorda i profumi degli alpeggi, diventando una vera e propria prelibatezza da gustare con un buon bicchiere di vino rosso locale.
Una golosa mappa della città
La Mostra del Bitto del 19 e 20 ottobre è un evento diffuso, seguendo il cui percorso è possibile scoprire gli scorci e i luoghi più significativi di Morbegno.
A partire da Piazza Sant’Antonio, sulla quale si affaccia l’omonimo complesso religioso di origine quattrocentesca. Al suo interno si svolgono molti degli appuntamenti della manifestazione, che occupano in particolare gli spazi dei chiostri e dell’Auditorium, ovvero dell’ex chiesa oggi spazio culturale attivo e dinamico, spoglio di arredi liturgici ma dalle pareti decorate con le tracce di antichi e colorati affreschi.
Tra gli spazi interessanti dalla manifestazione anche il settecentesco Palazzo Malacrida, il più mirabile esempio del rococò in Valtellina. Nascosto tra i vicoli della parte alta di Morbegno, nel cuore dell’antica contrada di Scimicà, sietro la facciata sobria Palazzo Malacrida nasconde un’anima sfarzosa. Al suo interno infatti si celano sale affrescate, stucchi scintillanti e prospettive architettoniche che aprono finestre su giardini immaginari. Il salone d’onore, cuore pulsante del palazzo, è un trionfo del barocco, con trompe-l’oeil che ingannano l’occhio e creano illusioni ottiche di rara bellezza. Qui, in occasione della Mostra, si svolgono degustazioni guidate e percorsi di gusto tra le sale, i giardini e le cantine del complesso.
E ancora, il seicentesco Palazzo Folcher, al piano terra del quale si apre l’omonimo Caffé storico, elegante punto di ritrovo della borghesia della Belle Époque cittadina. Ai suoi tavoli è possibile partecipare ad aperitivi letterari alla scoperta dello Storico Ribelle con letture di brani scelti tra i classici di ieri e di oggi.
Qui il programma completo degli appuntamenti.
Lo Storico Ribelle, un tesoro poco conosciuto
Palazzo Folcher però è molto più di una semplice dimora storica. Al suo interno, ha trovato casa la società Valli del Bitto, custode di un prezioso patrimonio: lo Storico Ribelle, un formaggio Presidio Slow Food prodotto secondo antiche tradizioni. Tale Presidio nasce proprio per valorizzare la produzione d’alpeggio, ottenuta nell’area storica con l’utilizzo di una percentuale di latte caprino, senza l’utilizzo di fermenti industriali e senza l’utilizzo di mangimi e insilati. L’impegno dei 12 casari del Consorzio si traduce, infatti, in un formaggio di qualità superiore e nella preservazione degli ecosistemi alpini, ma comporta costi di produzione più elevati.
Per scoprire questo tesoro forse ancora poco noto, durante il corso dell’anno, nelle magnifiche sale di Palazzo Folcher, ma anche sulla terrazza panoramica o nelle cantine vengono organizzate degustazione delle annate più rare e importanti del formaggio e altre attività atte alla valorizzazione del prodotto e delle sue peculiarità.
Storia e folclore in scena
Tra un assaggio e un momento di riflessione sulla storia e le prospettive di questa produzione casearia che rappresenta l’anima e la storia della Valtellina, anche quest’anno non mancheranno, lungo le vie del percorso, le performance dal vivo tra giullari e musicanti, i mercatini dei prodotti tradizionali valtellinesi e lombardi e quelli dei mestieri artigiani, le rievocazioni storiche, la fattoria didattica e molte altre interessanti iniziative per grandi e bambini. Sarà così possibile scoprire usi e costumi di questa terra ricca di tradizioni, visitando per esempio un’antica Stua (quella della Locanda Via Priula), un tempo l’unico ambiente riscaldato della casa perché ospitava la stufa. Qui si svolgeva la vita domestica della famiglia, un luogo intimo e vissuto, che rivive per l’occasione come tante altre espressioni del folclore locale, tutte da scoprire per celebrare degnamente il Re dei Formaggi valtellinesi.