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Sardegna estrema e calda anche in Autunno

Pagaiare lungo un fiume, fare un giro in bici attraverso una valle lussureggiante, mangiare presso un ristorante con vista sulla sorgente: questo (e molto altro) in un’isola ancora tutta da scoprire

Sardegna fuori stagione

La Sardegna non è solo mare cristallino, spiagge bianche e yacht da nababbi attraccati nei porti. L’isola che ha dato i natali ad Antonio Gramsci offre molto di più ai turisti: gli incredibili parchi naturali che si snodano nell’entroterra ci hanno dato la possibilità di cimentarci in diversi sport, dal kayak alla bicicletta, immersi in una rigogliosa natura e in un paesaggio mozzafiato. In valigia scarpe da ginnastica e un paio di tute, l’abbigliamento più adatto per il nostro tour non convenzionale, che si snoda tra il lago Cedrino e la Valle di Lanaitto, in un territorio tanto bello quanto, ai più, ancora poco noto. Atterrando all’aeroporto di Olbia non si capisce dove finisca il cielo e dove inizi il mare, e il rammarico per non essermi portata un bikini aumenta appena si apre il portellone dell’aereo: ci sono 27 gradi, ed è fine ottobre! Mi farei una bella nuotata… e subito ricasco nello stereotipo della vacanza balneare. Ma le mia idea di Sardegna, frutto di pubblicità di resort 5 stelle lambiti da limpide acque, è cambiata dopo il mio soggiorno.

A spasso per Olbia

La prima sera trascorsa a Olbia l’ho impiegata a passeggiare tra i vicoli della cittadina – incantata dalla basilica di San Simplicio, una chiesa in stile romanico quasi per la sua totalità costruita in granito, eretta tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo – e bevendo un Vermentino di Gallura, vino DOCG che si è fatto conoscere in tutto il mondo grazie al profumo intenso e al sapore morbido.
La mattina seguente mi sono svegliata euforica ed energica, perché avrei avuto la mia prima esperienza di turismo attivo – ossia una tipologia di fruizione del territorio che non si limita alla pura osservazione ma implica un impegno in prima persona del visitatore – che mi avrebbe fatto conoscere un volto dell’isola insolito, meta di viaggiatori che amano fare sport. Incontro le guide ambientali e si parte alla volta del lago Cedrino, prima tappa del nostro tour.

Kayak sul fiume Cedrino

Arrivando all’Oasi Agrituristica Canales, immersa nel Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu, non si possono non notare le mille tonalità di verde della vegetazione, rigogliosa come non te l’aspetti in Sardegna, che si specchiano nelle placide acque del lago. Qui ha inizio la prima attività della giornata: un’escursione in kayak lungo il fiume Cedrino verso le sorgenti di Su Gologone, attraverso un percorso di cinque chilometri. Questo corso d’acqua, il quinto più lungo della Sardegna, nasce nel versante settentrionale del massiccio del Gennargentu, a 1316 metri sul livello del mare, tra il Monte Fumai e il Monte Novo San Giovanni (Supramonte di Orgosolo); durante il periodo estivo, le sorgenti costituiscono una delle poche fonti di alimentazione per il fiume. Le guide ci spiegano che l’esperienza in canoa, qui praticata dal 1999, rappresenta un’importante attività di valorizzazione del lago e del territorio circostante. Siamo tutti neofiti del kayak, e arrivati alle sponde del fiume l’adrenalina si mescola all’ansia: ci ribalteremo? Siamo sicuri che questi barchini siano stabili? E se non sono in grado di pagaiare che faccio? Fortunatamente l’istruttore riesce a tranquillizzarci (è abituato ai visitatori pavidi), e uno dopo l’altro saltiamo nel kayak e partiamo per la nostra prima avventura.

…trovare l’equilibrio

All’inizio trovare un equilibrio non è facile nonostante il movimento da compiere per remare sia semplice, ma dopo pochi minuti di incertezza ci sentiamo tutti novelli Antonio Rossi, pronti a conquistare il territorio, qui reso particolarmente suggestivo dalla presenza di profondi e spettacolari canyon scavati dalle acque del fiume, dove predominano basalti, calcari e una lussureggiante macchia mediterranea. La traversata, adatta agli sportivi ma anche ai più sedentari, è durata circa due ore, e non nego che pagaiare sia faticoso nei tratti dove la corrente tira di più, ma la particolarità del paesaggio appaga a tal punto la vista da far dimenticare ogni sforzo (momentaneamente, perché il giorno seguente la sottoscritta non riusciva più ad alzare le braccia).

Il Ciclotour della Valle del Lanaitto

Attraccato a riva il kayak vicino alle sorgenti, per raggiungere Su Gologone dove le biciclette a pedalata assistita ci attendevano per il nostro ciclotour attraverso la Valle di Lanaitto, abbiamo dovuto guadare il fiume in più punti: ma niente paura, le guide ci hanno assistito in ogni nostro passo, testando prima il terreno e dandoci la grinta necessaria per compiere anche questa avventura.


Sopravvissuti al guado e al kayak, la vista delle biciclette ci ha rassicurato: non sapevamo quanto sarebbe stato impervio il percorso da compiere, ma almeno questo mezzo di trasporto era familiare a tutti. Non inforcavo una bici da quindici anni e non avevo mai provato una e-bike prima di allora, ma lo smarrimento iniziale (dato dalla pedalata, perché con il minimo sforzo si ha una grande spinta) ha lasciato il posto a un’immensa gioia dato che questo tipo di bicicletta permette di affrontare anche salite più aspre senza faticare, grazie ai programmi che consentono di aumentare o diminuire l’intensità della pedalata assistita. Un vero sportivo si sintonizza sulla modalità off, i più pigri o i meno allenati si fanno supportare dalla tecnologia, e in questo modo si possono compiere escursioni in compagnia senza preoccuparsi della difficoltà e della tortuosità del percorso.

…le grotte di Sa Oche e Su Bentu in ebike

La cicloescursione lungo la Valle di Lanaitto, sempre scortati dalle nostre guide, è stata piacevole e rilassante anche grazie alla scelta dell’e-bike: infatti si alternano discese, strade sterrate e salite, forse troppo impegnative con semplici mountain bike per chi non è abituato a questo tipo di attività. Grazie a questo itinerario abbiamo osservato paesaggi stupendi e unici, scorci di vallata che si intravedevano tra una curva e l’altra. Per concludere la nostra giornata all’insegna del turismo attivo abbiamo visitato le grotte carsiche di Sa Oche e Su Bentu, considerate tra le più grandi d’Europa.

 

Golosità sarde

Ma non temano i più golosi, la Sardegna fa anche al caso loro: l’isola non è solo la meta ideale per il turismo estremo, ma anche per assaggiare prodotti enogastronomici unici al mondo. La cucina sarda si contraddistingue per i sapori forti con i suoi formaggi di pecora, le carni cotte nel camino, il pane croccante, l’olio dal gusto intenso e la pasta lavorata a mano. E noi abbiamo avuto l’opportunità di assaporarla presso l’Experience Hotel Su Gologone, che offre ai propri commensali creazioni realizzate con prodotti locali, molti dei quali provenienti dagli allevamenti e dagli orti della struttura. Ogni piatto è fatto in casa, dal tipico pane carasau alle seadas al miele, e trasmette davvero l’autenticità della tradizione culinaria della Barbagia.

Dopo una giornata di sport e vita all’aria aperta, sedersi e gustare un itinerario gastronomico fatto di aromi e sapori decisi è stata proprio la conclusione ideale di questo soggiorno sull’Isola dei Quattro Mori: abbiamo assaggiato i mieli di Oliena e le marmellate, che accompagnavano i formaggi, i salumi sardi, i maccarones de busa (tipici gnocchi sardi ottenuti lavorando la sfoglia con un ferro da maglia), i culurgiones (ravioli ripieni di ricotta), il porceddu allo spiedo e dolci mai mangiati altrove.
In Sardegna si può fare tutto: prendere il sole, praticare ogni tipo di sport (più o meno estremo), mangiare e bere incredibilmente bene. Ma soprattutto l’isola ti regala emozioni intense, ti fa divertire, perché dopo questa esperienza di turismo alternativo la sensazione che più ricorderete sarà l’euforia provata pagaiando nella tranquillità delle placide acque del Cedrino.

a cura di Chiara Volontè

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