In questi giorni si svolge la 71esima edizione del Festival della Canzone italiana, l’unica manifestazione internazionale ancora ospitata da Sanremo. Insieme alla gara canora nel dopoguerra sono sbocciate sempre nella città dei fiori altre manifestazioni festivaliere dedicate ai temi più vari. Era un modo per accompagnare la rinascita economica dopo le devastazioni della seconda guerra mondiale. E Sanremo ebbe un ruolo di grande protagonismo, ospitando diverse manifestazioni che la portarono ad conquistare maggiore fama internazionale ed acquisire il titolo di “Città dei festival”.
Oggi che tanti festival e rassegne dedicate alla gastronomia hanno trovato successo e fama internazionale, pochi ricordano che, nel 1950, l’anno prima della nascita del Festival della canzone italiana, Sanremo ed il suo Casinò furono fra i primi al mondo ad organizzare una manifestazione innovativa e di grande successo come il “Festival internazionale gastronomico”.

Il primo Festival internazionale dedicato alla gastronomia
I più famosi e bravi ristoratori di ogni nazione del mondo vennero invitati a presentare le loro specialità ad un pubblico d’élite come quello che frequentava in quegli anni la sala da gioco. Le serate si svolgevano nella “Pergola”, dove c’era il ristorante oggi diventato “Roof”. Ogni serata era dedicata ad una nazione diversa ed a quella riservata agli Stati Uniti fu invitato nientemeno che il più famoso duo comico della storia del cinema, Stan Laurel ed Oliver Hardy.

Cric e Croc ospiti del primo Festival internazionale gastronomico
Cric e Croc, erano arrivati in treno il giorno prima e lo studio fotografico Moreschi realizzò un importante servizio fotografico. Tutte le migliori foto dell’evento furono inviate all’Associated press ed ancora oggi sono conservate nell’archivio di New York. L’affiatatissima coppia appena scesa dal treno fu immediatamente riconosciuta ed improvvisò uno spettacolino molto divertente con la loro comicità basata sul linguaggio del corpo coinvolgendo tutto il pubblico presente, fra cui anche il serissimo e compassato Capostazione.
Un’idea vincente, ma troppo in anticipo rispetto ai tempi
Il “Festival internazionale gastronomico”, ospitò 14 nazioni di tutto il mondo, ma a causa dei costi molto elevati, chiuse il bilancio con un grande passivo e si fermò alla prima edizione. Rimase l’idea innovativa di dedicare un festival al cibo rendendo protagonisti i piatti tipici delle cucine nazionali ed i cuochi, che allora non si chiamavano ancora chef e preferivano stare nelle cucine piuttosto che sul palcoscenico davanti ai fotografi.

Il primo Festival della Moda Maschile
Nel 1952, nell’anno del secondo festival della canzone, città dei fiori ospitò la prima edizione del Festival della Moda Maschile, una manifestazione che segnò la nascita del made in Italy della moda maschile. Per quasi un ventennio è stata il centro propulsivo della sartoria maschile europea e per i primi anno, grazie alle immagini trasmesse dai filmati dell’Istituto Luce, riscosse un successo maggiore di quello della canzone, che veniva trasmesso solo in radio.

Una sfida fra Sartorie regionali
Sino ad allora, ogni città italiana aveva vantato una sua tradizione sartoriale basata su circoscritte linee minori regionali dettate dai sarti artigiani locali più intraprendenti e creativi, con occhio attento ai modelli francesi ed inglesi. Questa breve premessa basta a spiegare e capire l’importanza della rivoluzione provocata dalla nascita a Sanremo del primo Festival della Moda Maschile. Nella prima edizione settanta sarti si incontrarono per la presentazione dei loro modelli su iniziativa di Michelangelo Testa. Direttore ed editore della rivista Arbiter, fu un fantastico ed impareggiabile ideatore ed organizzatore di questa prestigiosa manifestazione.

Nasce a Sanremo la professione dell’indossatore
All’inizio fu addirittura criticata e sottoposta agli strali dell’ironia, in particolare per l’invenzione della figura di indossatore. I critici più benevolenti la qualificarono come curiosa e provocatoria. Altri si spinsero fino agli insulti. Per questo motivo molte località turistiche, cui la manifestazione venne proposta si rifiutarono di ospitarla. E in una prima fase anche l’amministrazione sanremese si mostrò titubante. Ma grazie all’Assessore al Turismo, Adriano Morosetti, Sanremo ospitò una rassegna cui non mancarono mai il successo di presenze prestigiose e neppure un ampio risalto sui principali media nazionali e d’oltre confine.
Una ribalta per i maghi dell’ago e della forbice
«Spontaneo, umano, vero, il Festival della Moda Maschile di Sanremo – così si legge tuttora sul Dizionario Italiano della Moda – portava alla ribalta autentici maghi dell’ago e della forbice, provenienti da ogni parte d’Italia, e talvolta dall’estero. Uniti dal medesimo entusiasmo e dalla medesima passione per il proprio lavoro. Era una giusta ribalta per una grande scuola sartoriale che aveva le sue punte a Napoli, in Abruzzo, a Roma e a Milano. Dopo la morte di Testa, qualcuno, fra alti e bassi (più bassi che alti), tentò di far rivivere la rassegna. Ma era mancato il capo carismatico».

Trampolino di lancio anche per gli accessori
Essendo l’unica sfilata di moda maschile, Sanremo aveva il vantaggio di avere un’eccezionale risonanza sulla stampa. Era un periodo in cui le pubbliche relazioni non esistevano. Anzi la mentalità del settore era arretrata e molti si rifiutavano di mostrare alla stampa i loro modelli per timore fosse copiato. Sanremo fa compiere la svolta. Il fine settimana dedicato alle sfilate di moda era preceduto dalla presentazione alla stampa dei modelli che i sarti mettevano a disposizione dei numerosi reporter per le riprese dei capi di abbigliamento; si presentavano i nuovi tessuti, le novità dei colori, il cappotto corto, che poteva essere vestito dall’uomo che guida l’automobile; si lanciarono anche i nuovi accessori come ad esempio il borsello. Memorabili le sfide fra sarti milanesi e napoletani sulla manica della giacca.

Il declino per le divisioni e la concorrenza del prêt-à-porter
Il Festival della Moda Maschile di Sanremo degli anni settanta ha esercitato un grande richiamo. Tanto che in occasione delle ultime edizioni accanto alla tradizionale settimana organizzata da Arbiter, se ne sovrappose una seconda curata dall’Ente Italiano della Moda. La contrapposizione determinò una divisione in due avverse fazioni di artigiani sarti ed industriali drappieri e contribuì a portare al declino della manifestazione. La sartoria artigiane subiva la concorrenza spietata dell’industria, che offriva abiti confezionati e in taglie standard a prezzi più competitivi.
Da Sanremo a Milano, oggi capitale della Moda
E così il Made in Italy esplose in altre strade e direzioni. Grazie ad abili strategie di marketing, Milano, si impose come capitale della moda battendo la concorrenza di Firenze e Roma e diventarono famosi stilisti come Giorgio Armani, Missoni, Gianfranco Ferrè, Gianni Versace, Dolce & Gabbana. Nessuno rivendicò più l’importanza del ventennale appuntamento sanremese. E egli anni successivi Sanremo, ospitò l’esordio di altri festival, come quello del Jazz o della Comicità, ma quello più famoso rimane quello della canzone italiana.
Info Archivio Fotografico Moreschi Sanremo
Tutte le immagini di questo articolo sono state pubblicate per gentile concessione dell’Archivio Fotografico Moreschi Sanremo. L’Archivio di trova a Sanremo in via Matteotti 194 e riceve su appuntamento chiamando ai numeri 346 9436915 – 349 7396715 oppure tramite email: info@moreschiphoto.it