Ai colleghi giornalisti che domandavano a Umberto Eco, l’autore del fortunato romanzo Il nome della Rosa, tradotto in quaranta lingue (più di cinquanta milioni di copie vendute), quale fosse la città a lui più congeniale, rispondeva: “San Leo, una Rocca due Chiese”! Indubbiamente un luogo magico che trasmette emozioni.
Ma già il Borgo romagnolo, che si è guadagnato due titoli importanti, I Borghi Più Belli d’Italia e Bandiera Arancione del Touring Club italiano, aveva avuto, nei secoli scorsi, tra i suoi sponsor, un personaggio speciale come Dante Alighieri che ai primi del trecento visitò questa terra e che ricorda San Leo nel IV canto del Purgatorio della Divina Commedia.
Un legame particolarissimo, invece, tra San Francesco d’Assisi e il piccolo centro dell’Appennino, unico, in Italia, a fregiarsi della sua figura nello stemma civico del Comune. Una storica e travolgente predica del santo, l’8 maggio 1213, sotto un olmo, indusse il conte Orlando de Cattani, signore di Rocca di Chiusi nel Casentino, ospite dei Montefeltro, talmente impressionato dalle sue parole, a fargli donazione del Monte della Verna dove Francesco, secondo la tradizione, ricevette le Sacre Stimmate.
San Leo è tappa centrale del Cammino di San Francesco, da Rimini a La Verna, ed è riconosciuto dalla Regione Emilia Romagna che lo ha inserito nel Progetto Regionale Cammini e Vie di Pellegrinaggio, censito nell’Atlante dei Cammini del MIBAC.
Protagonista assoluto dello straordinario scenario che domina la Valmarecchia, la magnifica, leggendaria Fortezza, severa ma invitante, che porta la prestigiosa firma di uno degli architetti militari più influenti del Rinascimento, Francesco di Giorgio Martini. La Rocca racconta la storia che l’ha attraversata e che l’ha abitata, come quella di Felice Orsini, carbonaro, che attentò alla vita dell’imperatore Napoleone III, il 14 gennaio 1858. In seguito al fallimento dell’azione venne condannato a morte e, due mesi dopo, ghigliottinato in Francia.
Il Forte, inespugnabile, è legato alla vicenda umana di un personaggio enigmatico, accolto nelle Corti più importanti d’Europa dove i giudizi si intrecciano: un guaritore, un mago, uno straordinario alchimista per alcuni, per altri un furfante, astuto imbroglione, avventuriero: Giuseppe Balsamo, Conte di Cagliostro è tutto questo … ma anche di più. Su decisione del Sant’Uffizio viene imprigionato a Roma, a Castel Sant’Angelo, con una condanna a morte per eresia, ma Papa Pio VI gli concede la grazia e la pena viene commutata nel carcere a vita da scontare nelle tetre prigioni dell’inaccessibile Fortezza di San Leo dove rimase per più di quattro anni, costretto a guardare, dalla finestrella protetta da tre ordini di inferriate, lui miscredente, due straordinari edifici religiosi: la spettacolare Pieve di Santa Maria Assunta e lo splendido Duomo romanico-longobardo. Qui muore il 26 agosto 1795 per un improvviso colpo apoplettico all’età di cinquantadue anni. Qualcuno ha scritto: “Nasce infelice, più infelice vive, infelicissimo muore”.
Il 26 Agosto, la celebrazione dell’anniversario della sua morte, rappresenta, da sempre, uno degli appuntamenti più attesi dell’estate leontina, con il Festival AlchimiAlchimie che propone spettacoli, concerti e mostre. Oggi, tra le mura della Fortezza, il visitatore può partecipare ad un viaggio virtuale in compagnia di Dante, S. Francesco e Cagliostro visitando Museo, l’Ecomuseo che racconta il territorio.
“Quest’anno saranno molte e coinvolgenti le iniziative e le novità che accoglieranno i nostri ospiti – afferma il Sindaco Leonardo Bindi – stiamo lavorando al potenziamento della rete sentieristica, con particolare attenzione al Cammino di San Francesco, migliorando la fruizione dei servizi turistici dei pellegrini, come la realizzazione di un ostello. Sabato 29 giugno, ospiteremo il passaggio della prima Tappa del Tour de France, la Firenze-Rimini”.
San Leo, capitale del Montefeltro, una storia infinita fatta da potenti Famiglie che si sono alternate nei secoli, è un borgo vivace, in ogni periodo dell’anno, con una serie di interessanti manifestazioni come Gustaborgo, in primavera, con prodotti enogastronomici ed agroalimentari del territorio. La cucina, classica romagnola, propone eccellenti primi piatti con sfoglia fatta a mano: i tortelloni di San Leo. Le carni del Montefeltro come la spalla di agnello al Sangiovese, la pasticciata alla Cagliostro e il Grigione, salumi e formaggi locali. Per gli amanti della natura, l’opportunità di vivere un’esperienza unica: accompagnare Luigi, il pastore e le sue capre cachemire, al pascolo, con tanto di merenda ai partecipanti, durante la quale, lui e Silvia, racconteranno le modalità di gestione dell’allevamento e le fasi di lavorazione della preziosa lana.
E nel periodo estivo una fresca ondata di giovani talenti musicali partecipa al Campus Nazionale dei Licei Musicali.