Il suo profuma sa di casa e di semplici sapori. Ci chiama nell’orto o nel giardino degli aromi, ci fa entrare in cucina dove si presta a mille usi. A primavera dona fioriture sobrie ma capaci di attrarre api e insetti utili e di dare ancor più slancio alla sua potente profumazione “Rugiada del mare” – o forse all’orgine “rosa del mare” –, questo arbusto mediterraneo sbuca da orti e recinti, da argini sassosi e assolati e si protende verso l’alto, in cespugli di ramoscelli allineati. Irte e rigide, le foglie persistono tutto l’anno, proprio come quelle del pino al quale spesso il rosmarino s’accompagna, diffondendo tutt’intorno il suo aroma resinoso e pungente, dal retrogusto un po’ amaro. Pur costruendosi su scaglioso legno – come racconta un Erbario di Barbanera –, “rosmarino sa tuttavia piegarsi, fino a strisciare, per guadagnare il suo terreno vitale, riuscendo poi, comunque, a sollevarsi in uno slancio verso l’alto, che ripete nel suo ceruleo, piccolo fiore”. Ed è proprio dalle fitte fioriture che stilla, seppur in variante più lieve, la sua già energica profumazione, mentre il cespuglio si veste di una bella tonalità azzurrina, la stessa delle atmosfere marine che predilige. La lunga storia del rosmarino si accompagna anche a quella dell’uomo, e già migliaia di anni fa i suoi rami conservavano la carne, donandole al contempo fresca fragranza e gradevole aroma. Sempre più ampio uso se ne fece in fitoterapia, dove ancora oggi lo si utilizza quale tonico circolatorio e cardiaco, battericida, antisettico e antidepressivo. Dalle cucine poi non manca mai, amato e insostituibile aroma dai mille usi. Infilato quindi tra tessuti e abiti ne salvaguarda l’incolumità. E se la giornata è stata faticosa e abbiamo bisogno di recuperare, prendiamone una buona manciata e uniamolo a bacche di ginepro e ad un pizzico di fiori di lavanda. Chiudiamo il miscuglio in un sacchetto di stoffa e immergiamolo nell’acqua: renderà tonificante il nostro bagno caldo. In caso invece di dolori muscolari e reumatismi – evitando però di usarlo se i tessuti sono infiammati o gonfi – prepariamo un olio per massaggi delicati facendo bollire pianissimo per un’ora in 100 gr di olio di oliva 20 gr di foglie di rosmarino e 10 gr di foglie fresche di alloro. Si filtra spremendo bene. Coltiviamolo cosìPianta rustica, prospera in qualsiasi terreno ben drenato. Preferisce posizione soleggiata, calda e protetta, ma cresce bene pure a mezz’ombra e si adatta anche ai terreni aridi e secchi. Ottimi risultati si ottengono in vaso. A marzo comincia a fiorire, quando è tra l’altro tempo di trapianti e semine. Il vaso e il terriccioTra marzo e aprile è tempo del trapianto, da fare in Luna crescente, mettendo una piantina in un contenitore di almeno 50 cm di diametro con del terriccio standard e ponendolo al sole. Durante i mesi più freddi dell’inverno sarà bene tenerlo al coperto, per proteggerlo dalle gelate. ColtivazionePuò essere riprodotto da seme in giugno, ma i semi sono difficili da trovare e la germinazione è molto lenta. La lavorazione risulta più facile trapiantando una piantina da vivaio a marzo, con la Luna calante, in una buca di 30 cm nelle tre dimensioni, concimando con 500 g di letame maturo. Dal trapianto alla fine dell’estate si deve annaffiare senza eccedere. È necessario potare regolarmente il rosmarino per evitare che cresca disordinato e per ottenere un portamento compatto. Punti deboliIn caso di piante coltivate all’esterno, il rosmarino teme il gelo che ne danneggia le radici. In aree particolarmente fredde o nelle regioni del nord, sarà bene allora effettuare una pacciamatura alla base dei fusti con paglia, foglie e cortecce o altro materiale disponibile.
Buono a sapersi
Si può propagare per talea da marzo a settembre. La talea si fa prelevando dai giovani rametti porzioni di circa 12-15 cm. Si eliminano le foglie alla base e si interrano di circa un terzo in un vasetto con un misto di sabbia e torba. Si annaffia spesso per un mese così da favorire l’emissione di radici, poi si passerà ad annaffiare solo quando la terra apparirà secca. Si trapianterà definitivamente in terra dopo circa un anno. Raccolta e conservazioneÈ cosa ben fatta raccogliere le foglie e i fiori da marzo a settembre, secondo le necessità, in Luna calante per poi essiccarli all’ombra e conservarli in vasi di vetro. Invece se si vogliono essiccare rametti interi, è bene tagliarli solo nei mesi estivi.