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Repetita iuvant: insistiamo su regole e meritocrazia

 Cari lettori,sapevate che quando parliamo usiamo il cervello al 20% e quando (proviamo) ad ascoltare, lo usiamo all’80%?Per cui, visto che si fa assai fatica a farsi ascoltare, e alla luce del fatto che, negli ultimi 4 anni, non riteniamo di aver scritto eresie, abbiamo pensato di ripropoporvi qualche riflessione già fatta in passato, sperando che le prossime giornate d’agosto possano conciliare meglio la lettura e la riflessione conseguente. D’altronde, come dicevano i latini, repetita iuvant, giusto?  Dunque, quando uscì il numero di VdG magazine di luglio 2013, il governo Letta si era insediato da 60 giorni e l’agricoltura era l’ultimo degli argomenti che sembrava interessare a quel gabinetto. Ecco che, da queste colonne, avevamo consigliato al ministro al ramo, Nunzia Di Girolamo, di “darsi una mossa”. La signora ci ha presi addirittura in parola, e ha tolto le tende.Alla Di Girolamo, e al collega ministro al Turismo, avevamo anche suggerito di lavorare su dieci punti. Vogliamo ricordarli qui di seguito: 1) Puntare su agricoltura e turismo come driver strategici per l’economia Italiana;2) Valorizzare i saperi e le competenze, considerando come enti strategici le facoltà universitarie di Agraria, le scuole alberghiere, gli istituti nautici;3) Snellire la burocrazia per le imprese turistiche, agricole e per i piccoli esercenti;4) Defiscalizzare le nuove assunzioni in questi comparti per un decennio;5) Aiutare la piccola distribuzione alimentare;6) Favorire l’internazionalizzazione del food italiano;  7) Istituire un’unica cabina di regia per la promozione turistica;8) Incentivare la salvaguardia della biodiversità;9) Eliminare i contributi a fondo perduto;10) Abbattere l’Imu sui beni strumentali per le aziende turistiche; Di questi punti, va dato atto al governo Renzi di averne affrontato la metà e di stare per scioglierne anche altri. Non male, ma è importante che si continui su  su questa tabella di marcia. E si punti decisamente su tre pilastri: le regole, il merito, la e competenza.Lo dicevamo già nel luglio del 2014, quando scrivevamo su VdG magazine che si rendeva necessaria una “Rivoluzione del Buon Senso”.“Il futuro – riprendiamo le parole di allora –  si costruisce con le regole, il merito, la valorizzazione delle competenze. Una società che non premia il merito e non fa andare avanti i migliori ha davanti solo una cosa: la frantumazione sociale. La mancanza di meritocrazia, come scrive Roger Abravanel nel libro Meritocrazia, potrebbe essere la causa principale del declino della nostra economia. Non aggiungiamo altro, se non che è tempo di ripartire dalle regole, dall’istruzione, dal merito e dalle competenze. Non c’è opposizione che tenga a queste tesi. Buon viaggio del gustoe buone vacanze

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