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Rallentare per capire l’Italia: “Adagio”si riscopre a passo lento

In un’epoca in cui il turismo di massa impone ritmi serrati e checklist da spuntare, è nata una collana editoriale che invita a un atto quasi rivoluzionario: rallentare. Le guide “Adagio” di Enrico Damiani Editore (ED) non sono i classici manuali da viaggio, ma veri e propri saggi sull’anima delle città, pensati per chi cerca l’armonia e la storia che si nascondono dietro le facciate più celebri. Il loro motto implicito è chiaro: per comprendere un luogo, bisogna adottare il tempo del flâneur, ovvero il passeggiatore disinteressato che si lascia guidare dalle suggestioni, non dalle mappe preconfezionate.

Il concetto di “Adagio” — un termine mutuato dalla musica che indica un movimento lento e pacato — è il cuore pulsante del progetto. Ogni volume è un invito a immergersi nel tessuto urbano, scoprendo i quartieri meno battuti, i caffè storici dimenticati, le storie sussurrate dai residenti e l’architettura che svela i suoi segreti solo a chi sa attenderla. L’obiettivo non è fotografare il monumento, ma “sentire” la vibrazione del luogo.

Un altro elemento distintivo è la scelta degli autori: scrittori, giornalisti culturali o architetti che hanno un legame profondo e intimo con la città che raccontano. La loro è una prospettiva che garantisce uno sguardo critico ma al tempo stesso affettuoso, capace di cogliere le contraddizioni e le bellezze nascoste che sfuggono al visitatore frettoloso. Il risultato è un’opera elegante, curata nell’iconografia e nella grafica, che diventa un bellissimo oggetto da leggere anche seduti sul divano.

La collana intercetta il bisogno crescente di un turismo più etico e personale. Ha debuttato con una carrellata di città che offrono universi narrativi complessi e ricchissimi. C’è stata la narrazione intensa di Napoli adagio, dove il caos si trasforma in una forma d’arte del vivere, e la riscoperta di Milano adagio, che svela la sua anima discreta e le sue corti silenziose dietro la frenesia finanziaria. Teresa Monestiroli, che ha firmato la guida dedicata a Milano, è la curatrice dell’intera collana e ideatrice dell’Adagio Urbano (adagiorurbano.com) che ha ispirato la filosofia di tutte le guide.

Poi sono nate Venezia adagio, che obbliga il lettore a perdersi nelle sue calli per ritrovare il vero spirito della Serenissima, e Bologna adagio, che si snoda tra i portici e il profumo delle botteghe storiche. E ancora, Torino adagio nella sua eleganza sabauda e misteriosa, la luminosa e stratificata Palermo adagio, e il recente sdoppiamento di prospettive con l’uscita congiunta di Brescia adagio e Bergamo adagio proprio nell’anno in cui hanno condiviso il titolo di Capitali Italiane della Cultura. Ogni guida è un antidoto alla superficialità, un invito ad approfondire, a non accontentarsi del “visto e piaciuto” da social media.

L’album di famiglia delle città “Adagio” accoglie ora “Lecce adagio. Dal Barocco al mare”.

La città salentina è un labirinto di pietra leccese, una roccia morbida e dorata che, al cambiare della luce, svela sfumature sempre nuove. La guida, curata dal profondo conoscitore del territorio Pierpaolo Lala, promette di non limitarsi alla sola esaltazione del Barocco – sebbene la sua contemplazione sia un’esperienza imprescindibile. Lala guida il lettore oltre, verso la scoperta dell’armonia tra il tessuto urbano e l’orizzonte marino, tra l’arte antica e il respiro della vita contemporanea.

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