Mente pronta per le prossime vacanze estive? Prepariamo anche una valigia di programmi ed idee per “gustarla” al meglio. Non solo mare, ma tante attività ludiche e gastronomiche per una vacanza da sogno. In Italia ci sono montagne, colline, pianure e mare, ma non dimentichiamoci le isole! Micromondi che contengono tante caratteristiche geo – morfologiche insieme. Oggi andiamo a scoprire l’Isola d’Elba.
Cosa fare all’Elba?
Elba uguale voglia di mare ma sull’Isola è possibile visitare le miniere, esplorare le dune sabbiose, avventurarsi in barca a vela alla ricerca delle balene, fare trekking a dorso d’asino o, ancora, passeggiare nel bosco alla scoperta delle favole o gareggiare nell’iron tour cross, uno dei pochissimi triathlon a tappe cross del mondo.
La Miniera di magnetite del Ginevro è il giacimento più grande d’Europa ed è considerata una riserva strategica di ferro dallo Stato italiano, tanto da essere tutt’ora tutelata per la sua importanza. Muniti di caschetto, grazie all’aiuto delle guide, si potrà scendere “nella pancia dell’isola” per scoprire come vivevano i minatori, cosa voleva dire lavorare sottoterra…
Fare trekking ma in compagnia dei somari, l’unico antico supporto dei contadini elbani. Una visita che permetterà di conoscere il territorio elbano sia dal punto di vista naturalistico sia approfondendo la loro storia a ritroso nel tempo, partendo dagli antichi frequentatori degli stessi sentieri fino all’epoca recente.
E poi si ritorna la mare per osservare i cetacei (sono otto le specie che popolano l’area marina dell’Arcipelago Toscano) nel loro ambiente naturale e apprendere le buone pratiche da seguire durante l’attività del whale watching. L’Isola d’Elba è situata al centro del Santuario dei Cetacei Pelagos, la prima area del Mediterraneo protetta che nasce da un accordo tra Italia, Francia e Principato di Monaco per la protezione dei mammiferi marini che lo frequentano. Si può anche far visita all’Acquario dell’Elba, considerato unico per la varietà di specie mediterranee ospitate e offre ai visitatori una vista panoramica sull’incredibile biodiversità delle acque dell’Isola d’Elba e dell’Arcipelago.
Esplorare le Dune Sabbiose di Lacona: nel versante meridionale c’è l’unico esempio di habitat naturale di costa sabbiosa superstite in tutto l’Arcipelago Toscano. Le dune sono tutte da esplorare per conoscere lo straordinario patrimonio di biodiversità.
La fortezza del Volterraio svetta dai suoi 395 metri incastonata nella roccia da cui emerge come per incanto, domina l’isola. Tutta da scoprire!
Cosa mangiare?
La cucina elbana ha origine dalla tradizione contadina e agricola più che da quella del mare. Oltre alla viticoltura, si producevano cipolle, zucche, alberi da frutto, grano o farro, le fave, di cui i baccelli sono ancora oggi coltivati ad inizio primavera per essere consumati con formaggio (il Baccellone), pane e un buon vino. Poggio e Marciana era ed è legata al castagno, con costumi e ricette tradizionali legati ad esso. Comunque il mare è importante come testimonia la presenza di numerose tonnare visibili all’Enfola e al Bagno.
Se volete “leccarvi i baffi”, in attesa di farlo di persona pensate al “Pesce di passo”, la palamita che appartiene alla famiglia dei tonni e degli sgombri, da mangiare alla griglia, condito con erbe fini, olio, sale, oppure in umido, con pomodoro, prezzemolo, aglio, capperi, olive e peperoncino, ma anche sott’olio con foglie di alloro, pepe e zenzero. La palamita sottolio si può consumare all’interno di insalate mediterranee o esotiche, ed è perfetta in abbinamento con fagioli cannellini bolliti, spicchi di pomodori maturi, cipollina fresca e basilico. Uno stufato di verdure, piatto tipico per secoli di minatori e contadini è il “Gurguglione”, fatto con peperoni verdi, grosse melanzane, zucchine, cipolla, basilico, prezzemolo, e pomodori. Il tipico dolce elbano è la “Schiaccia Briaca”, a base di aleatico e frutta secca. Potete gustare anche “Resinè”, una specie di mostarda, che può essere utilizzata per accompagnare formaggi e ricotte. Inoltre tante sono le erbe aromatiche e le piante selvatiche usate nella cucina elbana. Facili da reperire nella macchia bassa e lungo i fossi, costituivano, insieme ai legumi, la base per zuppe e stufati nella dieta contadina. Gustosissime sono le “sambelle” cotte in una zuppa con fave e uova, o i “tranapecori” e i “piscialletto” usati nelle minestre, nelle frittate e nelle insalate. Rosmarino e ai capperi, ma anche foglie di mirto, ginepro, cedrina, finocchietto selvatico, nepitella e maggiorana vengono utilizzate per insaporire lumache, carni e pesci.