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Peperone, re dell’estate

 Basta guardarlo, così morbido e sensuale, per comprendere come appena sbarcato dall’America sia stato subito amato per la sua bellezza. Solo qualche tempo dopo si scoprirono infatti le meraviglie di cui era capace in cucina e, col passaggio dal giardino all’orto, divenne simbolo della bella stagione in cucina    Non solo sono voluttuosi, polposi e dal sapore inconfondibile. Contengono anche più vitamina C degli agrumi. Ma soprattutto sono buonissimi. Non per niente, i peperoni sott’aceto di un oste veronese finirono addirittura sulla tavola di Napoleone, dell’imperatore D’Austria e del re di Napoli. Come molti altri ortaggi, pure loro sono “figli” di Cristoforo Colombo, giunti nel Vecchio Mondo quando il Nuovo si svelò agli occhi dell’Europa. Ma nonostante l’approdo, si fa per dire, recente, nulla gli ha impedito di conquistare un posto al sole tra i più amati protagonisti della cucina mediterranea. Presenti negli orti in una gamma di forme e colori a dir poco straordinaria, questi ortaggi nascono in America latina dove cominciarono ad essere coltivati in tempi remotissimi: sono stati ritrovati semi di peperone selvatico risalenti addirittura a 5000 anni prima di Cristo. Ma i primi a pensare di coltivarli su suolo europeo furono spagnoli e portoghesi che li apostrofarono con il fantasioso nome di “pepe d’India”. In Italia si chiamarono invece “peperoni”, a sottolineare il sapore molto simile a quello del pepe. Quanto al nome scientifico, Capsicum annuum, indica tanto la varietà dolce quanto il peperoncino, ovvero quello piccante, che già al suo arrivo ebbe rapida diffusione. Non altrettanto avvenne con il peperone dolce utilizzato piuttosto come pianta decorativa, con l’unica eccezione dell’area napoletana dove vi si preparava la pasta prima che il pomodoro lo soppiantasse. Infinite le varietà, che si distinguono per le particolari caratteristiche del frutto – ed è veramente un frutto anche se si utilizza come ortaggio – che può essere dolce o piccante, piccolo o grande, di forma quadrata, conica, piramidale, allungato o corto, di colore rosso, giallo, verde, bruno o scuro. Molti anche i modi di cucinarli, ma sono ottimi pure consumati crudi, aggiunti alle insalate, quando mantengono appieno il contenuto di vitamina C.  COLTIVIAMOLI COSÌLa pianta di peperone, un piccolo cespuglio, può far bella mostra di sé anche sui balconi o sui più ampi terrazzi. L’importante sono le temperature perché predilige climi temperati o temperato-caldi, pur dando ottimi risultati anche nel nord Italia.  I vasi e il terriccioPer l’impianto occorrono vasi di almeno 25/30 cm di diametro e poi, quando la pianta sarà cresciuta, avrà bisogno di tutori che la sostengano. I peperoni richiedono terriccio con molta sostanza organica e assenza di ristagni d’acqua.

 
La semina

Il trapianto delle piantine acquistate in serra si effettua in Luna crescente da aprile a maggio e giugno, a seconda delle zone. Volendo invece partire dal seme, si dovrà preparare il semenzaio, ovvero si dovranno collocare i semi in una cassetta di legno riempita con terreno soffice composto soprattutto di sabbia e torba. La semina si effettua da gennaio-febbraio al sud e da febbraio-marzo al nord. Annaffiare regolarmente fino alla formazione del frutto, evitando di bagnare le foglie. Punti deboliSia le temperature basse sia quelle troppo alte, soprattutto se accompagnate da vento, risultano dannose alle piante e ai frutti. Al momento della raccolta tagliare il picciolo per evitare la rottura dei rami. Buono a sapersiNon giova ai peperoni la compagnia di fagioli e leguminose. Mentre frutti più grandi si possono ottenere asportando parte dei germogli, se in eccesso, e dei fiori.  Raccolta e conservazioneOgni varietà di peperone ha un suo specifico periodo di produzione che in genere va da giugno a settembre. In frigorifero si conservano senza lavarli anche per una settimana, nel cassetto delle verdure, chiusi in un sacchetto di plastica forato. Si possono pure essiccare: dureranno per un anno.

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