Immagina di perderti tra le vie di Pavia, di lasciarti guidare dai profumi di pane caldo, dai suoni delle biciclette sui ciottoli e dalle storie che ogni angolo custodisce gelosamente. Non vogliamo farti un elenco di attrazioni bensì raccontarti la città, un invito a vivere Pavia come se leggessi un diario pieno di appunti, tra vicoli che parlano e pietre che ricordano.
Il cuore del Rinascimento batte tra gli arazzi del Castello Visconteo
Ti è mai capitato di sentire il rumore della storia? A Pavia succede davvero. Dal 18 settembre 2025 all’11 gennaio 2026, le sale del Castello Visconteo ospitano la mostra “Pavia 1525: la città, le arti, la battaglia“: un percorso sensoriale tra arte fiamminga e memoria rinascimentale.
I protagonisti sono sette arazzi fiamminghi di rara bellezza, restaurati e raramente esposti in Italia, che raccontano il fragore della Battaglia di Pavia, lo scontro epocale che cambiò l’Europa. Accanto a loro, dipinti, disegni, sculture e marmi ricostruiscono la vita di una città prima e dopo quel giorno fatale.
Questa non è una mostra statica: è un racconto corale, curato da un team multidisciplinare che ha saputo intrecciare polvere da sparo e oro, clangore e grazia. E quando uscirai dal cortile del Castello, ti sembrerà che la città voglia ancora raccontarti qualcosa.

Pavia segreta: itinerario tra centro storico e Borgo Ticino
Il centro storico: tra cortili e piatti della memoria
Comincia dal cuore della città. Esplora con passo lento il cortile del Castello Visconteo, osserva i giochi di luce tra i loggiati e segui le mura fino a Piazza Duomo. Qui, la cupola ottagonale domina il cielo: tra le più grandi in Italia, anche se non visitabile internamente. Prenditi un momento per entrare, ascoltare il silenzio e ammirare la maestosità dell’architettura.
Per il pranzo, evita i viali più battuti: addentrati tra le viuzze del centro e cerca l’Osteria della Madonna, tra soffitti il legno e pavimenti colorati, assaporerai i Mondeghili – polpette di carne fritta– e altri piatti della tradizione lombarda.
Se preferisci qualcosa di più veloce, prova Alvolo Cibi da Strada: panini gourmet con salumi dell’Oltrepò, ideale per chi ama camminare senza rinunciare al gusto.
Nel pomeriggio, siediti in Piazza della Vittoria, sotto la Cupola Arnaboldi. I caffè con tavolini all’aperto sembrano sospesi nel tempo. Sorseggia un espresso, osserva la vita che scorre, e lascia che la città ti entri dentro senza chiedere il permesso.

Per l’aperitivo, scegli Enoteca Infernot: 250 etichette, taglieri generosi e atmosfera calda e sofisticata. Prova il Salame di Varzi DOP, servito su miccone caldo o con una Schita – frittella salata tipica – e un calice di Pinot Nero Metodo Classico: è Pavia in un sorso.

Borgo Ticino: il fiume e i sapori popolari
Attraversa il Ponte Coperto al tramonto, quando la luce accarezza i mattoni e il fiume Ticino riflette i pensieri. Il ponte non è solo un passaggio: è una soglia tra mondi. Dall’altra parte ti aspetta Borgo Ticino, il volto più autentico, popolare, schietto di Pavia.
Qui puoi osare con un piatto insolito: le rane fritte. Croccanti, delicate, raccontano una cucina di fiume che resiste al tempo.
Poco distante, scopri la Basilica di San Michele Maggiore, capolavoro in pietra arenaria dove venivano incoronati i re d’Italia. I capitelli zoomorfi scolpiti nella facciata catturano la luce e raccontano storie senza parole: guardali in controluce, e li sentirai parlare.

La Certosa di Pavia: marmo, silenzio e merli al tramonto
Per concludere il viaggio, lascia il centro e dirigiti verso nord, verso la Certosa di Pavia. Arrivaci nel tardo pomeriggio, quando la luce si abbassa e la facciata tardo-gotica si accende di riflessi rosa.
I chiostri sono custodi di silenzio, i marmi sembrano merletti scolpiti, e nell’aria riecheggia solo il canto dei merli. Lascia da parte il telefono per qualche minuto. Respira. Qui non sei turista, sei pellegrino di bellezza.
Porta con te un taccuino: la città ha ancora molte pagine da scrivere. A Pavia non si corre. Si cammina, si ascolta, si respira. È una città-palinsesto, dove ogni strato di pietra ne nasconde un altro di storie, e ogni angolo è un invito a rallentare.
Annota sapori, suoni, dettagli. Riempi le tasche di briciole di pietra, i pensieri di parole nuove, e le pagine del tuo diario con sensazioni da rileggere nei giorni grigi.
L’Italia è un racconto ineccepibile di bellezza e noi non possiamo fare altro che contemplarla.