Mancava la Puglia, con la calda fragranza del pasticciotto leccese e la morbidezza della puccia a rallentare la frenesia dei viaggiatori di passaggio dalla stazione Termini. E adesso c’è, con il suo invito a incontrare la tradizione gastronomica della storica pasticceria salentina Martinucci, tra i resti delle Terme di Diocleziano e i binari brulicanti di accenti nello snodo ferroviario più grande d’Italia, sempre più destinazione gourmet per una colazione o una pausa pranzo all’insegna del “mangiar di gusto”.
Siamo alla Stazione Termini, la stessa che l’architetto Mazzoni volle abbellire, negli anni Venti, con marmi pregiati esclusivamente made in Italy per renderla rappresentativa del bello italiano, tra le mura dell’Agger Servianus.
Profumo di Salento nel cuore di Roma
Qui, da qualche settimana, Martinucci, storica azienda di pasticceria artigianale attiva a Specchia (Lecce) dal 1950, ha voluto porre la sua prima sede della capitale, regalando ai viaggiatori saperi e sapori di famiglia.
Che siate amanti della buona pasticceria, o semplici viaggiatori smemorati che abbiate dimenticato di portare dalla Puglia il vostro cadeau gourmet da regalare “oltralpe”, prima di salire sul prossimo treno, una visita nel nuovo spazio Martinucci Laboratory è d’obbligo. Basta seguire il profumo di mandorle e crema che vi condurrà al piano -1 (ingresso Via Giolitti).
Così, prima di perdervi tra le meraviglie della capitale (iniziando magari da Palazzo Massimo con l’importante collezione numismatica o la celebre mummia di Grottarossa del II secolo d.C, o dalle vicinissime basiliche di Santa Maria degli Angeli con il suo progetto architettonico michelangiolesco o di Santa Maria Maggiore, con i mosaici e il raffinato soffitto) potrete recuperare le forze con una pausa dolce o salata.
Nel nuovo spazio Martinucci la passione di Rocco Martinucci, gelataio di strada, e di sua moglie Annunziata Panese, nata nel laboratorio di Acquarica del Capo, nel Basso Salento, rivive nella dedizione dei figli e dei nipoti (terza generazione dello storico marchio).
“L’esigenza di aprire una sede a Roma – spiega Matteo Martinucci parlando della recente apertura alla stazione Termini – nasce dal desiderio di offrire agli utenti che vanno veloci e corrono da un treno all’altro, un momento di dolcezza durante il quale far vivere l’esperienza gastronomica salentina, trasformando un momento del viaggio in esperienza di gusto”.
Il laboratorio a vista consente di seguire il personale intento nella preparazione e nella farcitura delle torte.
Inutile dirlo, la parte del leone la fa il pasticciotto, preparato a vista nei nove gusti (il nostro preferito è quello alla crema aromatizzata al limone).
Il pasticciotto, nato per caso 200 anni fa
Da oltre 200 anni questo dolce fa rima con Salento, visto che a inventare la ricetta pare sia stato, per caso, un pasticciere di Galatina in difficoltà economiche e che, in cerca di fortuna, trascorreva le proprie giornate a sperimentare nuove preparazioni. Un giorno decise di mescolare impasto e crema avanzati dopo aver infornato una torta, provando a realizzarne un’altra molto più piccola, ricavando un pasticcio che in realtà sarebbe stato destinato a grandi fortune. Era il 1745.
Dalla torta Provami ad Amant’era: le specialità firmate Martinucci
Accanto al pasticciotto, al Caffè leccese, fatto con mandorle pugliesi, ci sono le torte, come la Gallipoli (con cioccolato bianco mandorle e zafferano) o ancora le creme spalmabili artigianali, anche senza lattosio, come quella a base di pistilli di zafferano del Salento e mandorle.
Ma se proprio avete fretta e volete scovare senza troppi indugi i prodotti esclusivi made in Martinucci optate per la torta Provami (fondo croccante a base di pistacchi, scaglietta francese e cioccolato bianco, quattro strati di crepes dove si alternano crema chantilly al cioccolato bianco stracciata con cioccolato al latte superiore e crema chantilly semplice) o Amant’era, la “sposa” del pasticciotto, nata dalla ricerca del laboratorio artigiano Martinucci.
L’abbiamo assaggiata. Il sapore è gradevole e delicato, ma non batte quello del “principe” della pasticceria salentina.
Il dolce – il cui nome deriva da “manta”, il panno di tela o di lana che accompagnava i passi di danza della ninfa dei boschi – è stato presentato in anteprima nazionale il 12 ottobre 2018.
La frolla speziata incontra il pistacchio della Valle dei Platani, mentre il mirtillo cede all’aroma esotico della Fava Tonka.
“Se le si potesse accostare uno stile artistico, Amant’era potrebbe riconoscersi nel Barocco del sud – spiegano i Martinucci – sorprendente e persuasivo, il cui archetipo rimanda al bocconotto meridionale nato nei conventi”.
Se vi capita di farci un salto nel periodo di Natale o di Pasqua, troverete anche i panettoni e le colombe artigianali, nella loro colorata scatola in latta.
Come colorati sono gli arredi del punto vendita alla Stazione Termini o gli sgabelli (purtroppo solo una decina). Certo, la presenza di qualche tavolino per assaporare con più calma le specialità renderebbe questa tappa ancora più comoda e gradevole.
Tra dolce e salato
Anche se la parte del leone la fa il dolce, chi ama il salato verrà accontentato con il rustico leccese e le tipiche pucce, farcite con ingredienti a filiera corta made in Salento. In particolare, il rustico leccese è declinato nelle due varianti carbonara e cacio e pepe, in omaggio a Roma.
Anche per le pucce salentine, così come per le macedonie, le insalate, gli estratti, i frullati e anche lo yogurt, vengono proposte varianti ogni settimana diverse, con prodotti tipici della terra del mare e del vento.
Per chi volesse, poi, ricevere direttamente a casa le specialità Martinucci, sono a disposizione dei clienti i servizi glovoo e deliveroo, oltre al sito shop@martinuccilaboratory.it, dedicato all’e-commerce.
Il viaggio Roma Termini-Salento si rinnova tutti i giorni, dalle 5.30 alle 22.30.
a cura di Samantha De Martin