Il turismo legato alla scoperta e alla degustazione dell’olio d’oliva sta vivendo un vero e proprio boom in Italia, che registra il maggior numero di degustazioni a livello mondiale, superando anche la Spagna, storicamente considerata leader del settore.
Italia e Spagna: la nuova frontiera dell’oleoturismo
Per decenni, la Spagna è stata considerata la regina indiscussa della produzione di olio d’oliva e delle esperienze oleoturistiche. Tuttavia, negli ultimi anni l’Italia ha saputo reinventarsi, trasformando le sue tradizioni millenarie in vere e proprie attrazioni turistiche. Secondo un rapporto pubblicato nel 2023 dall’Osservatorio Nazionale dell’Oleoturismo, l’Italia ha registrato oltre 2,5 milioni di degustazioni in un solo anno, superando così i numeri spagnoli che si attestano intorno ai 2,3 milioni. Questo dato è significativo e testimonia un cambiamento nel panorama del turismo enogastronomico, dove l’olio d’oliva italiano sta acquisendo un ruolo sempre più centrale.
D’altra parte, il Bel Paese vanta oltre 500 cultivar di olive, più di qualsiasi altra nazione al mondo, offrendo un ventaglio di sapori che va dal fruttato leggero al piccante, passando per note di erba appena tagliata, mandorla, carciofo e pomodoro verde. Questa diversità si traduce in un’esperienza sensoriale unica che sempre più visitatori vogliono scoprire di persona, rendendo l’oleoturismo un vero e proprio fenomeno di tendenza.
Una tendenza in crescita
L’oleoturismo in Italia sta crescendo rapidamente, diventando una componente fondamentale del turismo enogastronomico, sulla scia del già affermato enoturismo. Le regioni produttrici di olio d’oliva come Toscana, Puglia, Sicilia, Lazio, e Umbria stanno investendo molto in questa nuova forma di turismo, offrendo esperienze uniche che combinano la degustazione di oli extravergine di oliva con visite guidate a frantoi, passeggiate tra gli uliveti secolari, corsi di cucina, e attività culturali. Sono molti, per esempio, gli agriturismi e le aziende agricole che hanno colto l’opportunità di offrire pacchetti oleoturistici che includono non solo degustazioni, ma anche workshop su come riconoscere un buon olio d’oliva, cene gourmet a base di piatti locali con abbinamenti di oli, e soggiorni immersivi nelle campagne italiane.
Tra gli eventi più significativi in questo senso, va citata sicuramente Frantoi Aperti in Umbria, storica manifestazione giunta alla sua 27a edizione, punto di riferimento per il settore, che quest’anno, dal 19 ottobre al 17 novembre, per cinque fine settimana celebrerà l’arrivo del nuovo olio extravergine di oliva nel periodo della raccolta e frangitura delle olive, proponendo esperienze in frantoio, tra gli olivi, all’aria aperta e nelle piazze dei borghi medievali e delle città d’arte, legate al mondo dell’olio e.v.o. di qualità umbro.
Esperienze di oleoturismo
L’oleoturismo in Italia offre una gamma di esperienze molto variegata, adatta a tutti i tipi di viaggiatori, dai curiosi agli appassionati, fino agli esperti di olio d’oliva. Tra le esperienze più popolari ci sono:
- Visite ai frantoi: tour guidati dove è possibile osservare le diverse fasi di produzione dell’olio d’oliva, dall’arrivo delle olive alla spremitura, fino all’imbottigliamento.
- Degustazioni guidate: assaggi di diverse tipologie di oli extravergine d’oliva, guidati da esperti sommelier dell’olio che spiegano come riconoscere le caratteristiche organolettiche e come abbinare l’olio ai cibi.
- Passeggiate tra gli uliveti: escursioni in campagna tra alberi secolari, spesso abbinate a picnic con prodotti tipici e degustazioni all’ombra degli alberi.
- Corsi di cucina e abbinamento: workshop pratici dove imparare a cucinare piatti tipici utilizzando oli di diverse cultivar, scoprendo come l’olio può influenzare il gusto e l’aroma delle pietanze.
- Eventi culturali e tradizionali: partecipazione a feste locali e sagre dedicate all’olio d’oliva, che spesso includono spettacoli, musica dal vivo, e mercatini di prodotti artigianali.
Il futuro dell’oleoturismo in Italia
Secondo il già citato Osservatorio Nazionale dell’Oleoturismo, il settore ha registrato una crescita del 20% all’anno nell’ultimo triennio. Gli italiani rappresentano il 60% dei partecipanti alle degustazioni, mentre il 40% è composto da turisti stranieri, principalmente provenienti da Stati Uniti, Germania, Francia, e Paesi del Nord Europa, interessati a scoprire il patrimonio culturale e gastronomico italiano.
Inoltre, il rapporto evidenzia che l’oleoturismo sta contribuendo in maniera significativa allo sviluppo economico delle aree rurali e interne del Paese, offrendo nuove opportunità di lavoro e incentivando la valorizzazione di territori meno conosciuti. Basti pensare che circa il 70% dei frantoi italiani ha registrato un aumento del flusso turistico, con picchi nelle regioni di Puglia e Toscana.
Con la crescente attenzione verso il turismo esperienziale e sostenibile, l’oleoturismo in Italia è destinato a crescere ulteriormente. La chiave del successo risiede nella capacità di raccontare una storia, quella dell’olio d’oliva, che non è solo un prodotto, ma il frutto di una cultura, di un territorio e di un saper fare tramandato di generazione in generazione.
L’Italia ha tutte le carte in regola per consolidare la sua posizione di leader mondiale nell’oleoturismo, puntando sulla qualità, sulla diversità dell’offerta, e su un’accoglienza autentica che mette al centro il rapporto tra l’uomo e la natura.