Il nostro viaggio per raccontare i cibi e le tradizioni della Pasqua inizia con la colomba classica. Tra le tante prodotte nel Bel Paese, quella dell’azienda dolciaria Fiasconaro – fondata nel 1953 da Mario, papà di Fausto, Martino e Nicola, “quando il gelato si faceva ancora con la neve perchè non c’erano neppure i frigoriferi” – ci permetterà di raccontare anche il profumo delle arance candite e la croccantezza delle mandorle di Sicilia.
L’Azienda di Castelbuono (Palermo), tra le più rinomate nella produzioni di colombe e panettoni, ha chiuso il laboratorio per il forzato blocco causa coronavirus, con tutta la produzione ferma. Ma il maestro pasticciere siciliano Nicola Fiasconaro, re del panettone born in Sicily guarda fiducioso al futuro con una gran voglia di mettersi in gioco.
La colomba simbolo di rinascita
Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per sentire il suo stato d’animo in questo momento non propio felice per la pasticceria italiana. “Le idee non si fermano e per me che gioco con paste acide e lievito madre è tutto un fremito per ripartire e tornare a far trionfare il tricolore e il Made in Italy – ci ricorda anche che le sue colombe pasquali – “simboli di rinascita sono pronte a spiccare il volo e arrivare sulle tavole degli italiani e in quelle del resto del mondo”. Lo scorso anno le colombe Fiasconaro sbarcarono nella Mecca del cinema, a Hollywood ospiti di Maria Grazia Cucinotta, siciliana e icona della bellezza made in Italy.
Per la Pasqua 2020 la produzione era già programmata a un passo dal target fissato delle 300mila colombe. La pandemia del Covid-19 ha rallentato tutto. Sempre l’anno passato, una colomba pasquale partì verso la Cina, donata al presidente Xi Jimping “quest’anno – aggiunge il maestro pasticcere – spiccheranno il volo 200mila colombe. Sarà una Pasqua particolare perché era inimmaginabile ciò che è accaduto. In questo momento siamo fermi, ma vogliamo essere vicini alle istituzioni, è d’obbligo farlo. Il dopo sarà un nuovo Risorgimento del Paese. Noi ci crediamo”.
Insieme a fianco di chi combatte il Covid-19
Ed ecco il gesto di solidarietà dei Fiasconaro, da Castelbuono un segno di vicinanza verso gli “angeli” che in prima linea combattono quotidianamente per mitigare l’emergenza sanitaria e lo faranno anche durante la Settimana Santa. L’Azienda dolciaria siciliana donerà le colombe pasquali per il personale sanitario degli ospedali di tutta Italia. E ci piace pensare che una porzione toccherà anche ai tanti pazienti “guariti” ma ancora in convalescenza.
Sul dopo invece ascoltiamo un Nicola Fiasconaro ottimista e con tono deciso ci annuncia “Stiamo valutando di diversificare. Insieme a mio figlio Mario proviamo nuove paste acide e lieviti madre. Prevediamo una nuova linea di produzione di altissima qualità con prodotti tutti a base di farine di grani antichi e con prodotti tipici dei nostri territori. Sperimentare oggi per proiettarci al futuro, al dopo Pasqua” – una ripartenza supportata da nuove idee, puntando all’e-commerce – “il negozio del futuro. I nostri rivenditori ufficiali sono pronti noi lo saremo presto anche con il nostro e-shop”.
Un messaggio di speranza
Sono rientrate tantissime colombe. Tutte destinate a l’hotellerie e all’alta ristorazione. “Non ci abbattiamo affatto. Stiamo producendo il pane a regola d’arte, ricette del passato e innovative allo stesso tempo, per ‘ri-scoprire’ le tante proprietà nutrizionali e organolettiche. I nostri estimatori in tutto il mondo continueranno a godere di nuovi prodotti di altissima qualità, come è nella nostra tradizione”.
A Castebuono, nel parco delle Madonie, si pensa già al dopo. Ottimismo è la parola d’ordine: “il mio augurio di Buona Pasqua è un messaggio di speranza. Non abbattersi mai, ci sarà un nuovo Rinascimento per il made in Italy. Non ci dovrà trovare impreparati. Noi siamo pronti a fare la nostra parte!”
A palummedda di Nicola Fiasconaro in questa Pasqua sarà simbolo di unità, di speranza e di rinascita. “Un dolce che in tutto il mondo è metafora di Pace e, al contempo, è un’icona assoluta della più classica tradizione gastronomica italiana”. C’è tanto lavoro da fare, il maestro siciliano ha già iniziato!