Il Cappero dell’Eolie, prodotto in tutte e sette le isolette dell’arcipelago, è DOP. Un importante traguardo raggiunto dai circa 60 soci, tra produttori e confezionatori, facenti parte dell’Associazione di produttori del Cappero delle Eolie che nel 2016 avevano avviato l’iter di riconoscimento insieme all’Assessorato regionale all’agricoltura. Nei giorni scorsi, la Commissione europea ne ha approvato l’iscrizione nel Registro europeo delle eccellenze alimentari, grazie alla quale la Sicilia è diventata adesso la quarta regione in Italia per numero di riconoscimenti d’origine nel Food.
Il Cappero delle Eolie DOP
Questo piccolo prodotto si presenta con un colore verde tendente al senape con striature violacee. Ha un sapore intenso e pungente ed un odore aromatico, forte, senza alcuna inflessione di odori estranei. Si tratta di caratteristiche indissolubilmente legate all’ambiente, al terreno di origine vulcanica, omogeneo in tutto il comprensorio eoliano. “Tra le peculiarità del prodotto, descritte nel disciplinare di produzione, vi è la compattezza ossia la durezza del bocciolo (se non è compatto, si sfoglia, le foglie si aprono e il prodotto si deprezza) – afferma Aldo Natoli, presidente dell’associazione dei produttori di capperi – oppure l’alto contenuto in acido oleico. La raccolta avviene manualmente e alla rinfusa; vengono selezionati per calibro ed il prezzo varia in base alla calibratura: più piccoli sono più costano”.
Una DOP per lo sviluppo del territorio
L’attribuzione della DOP rappresenta una nuova possibilità di sviluppo per il territorio favorendo tutti gli operatori già coinvolti nella filiera produttiva e per quanti in futuro vorranno utilizzare questa opportunità. “Un avvenimento per noi molto importante che deve smuoverci a fare squadra – commenta Natoli -, senza campanilismi che fanno solo danno. Nell’associazione siamo un bel gruppo che non è la totalità perché vi sono molti più coltivatori. Ma la nostra è un’associazione aperta e siamo fiduciosi che altri aderiranno. La DOP porterà vantaggi enormi ampliando la visibilità del territorio nel mondo; creerà opportunità di lavoro e reddito. Abbiamo da poco visto nascere nuove aziende fatte da giovani che stanno riprendendo degli appezzamenti prima abbandonati. Si eviterà così che questi restino incolti, abbandonati agli incendi, abbellendo allo stesso tempo il territorio. Ciò è importante anche dal punto di vista turistico – prosegue il presidente dell’associazione- in quanto i turisti amano camminare lungo i sentieri dove spuntano i capperi e questi, insieme al vino Malvasia, diventeranno elementi di forte attrazione”.
Capperi e turismo
Andare in vacanza alle Eolie è un tuffo in un paesaggio che rincuora lo spirito, dove la solare accoglienza della gente siciliana si rispecchia nella gustosa cucina con i capperi che non mancano mai. Un’esperienza che si arricchisce passeggiando lungo quei percorsi in cui è inevitabile imbattersi nelle piante di capperi. “Le DOP e i presidi Slow Food delle Eolie possono senza dubbio aiutare il turismo – dichiara Nanni Di Falco, guida ambientale di Compagnia dei Cammini – soprattutto quello destagionalizzato di cui avrebbero di bisogno tutte le isole minori, nonché la Sicilia. Un turismo non legato solo al mare ma anche ai paesaggi, all’agricoltura, al cibo. Questo è il turismo di cui abbiamo bisogno”.
Mercati, boom di richiesta
Va infine detto che il disciplinare prevede la possibilità di poter coltivare i capperi su tutto quanto l’arcipelago delle Eolie, il che significa incrementare una produzione che risulta essere fortemente redditizia, con una domanda che molto spesso non si riesce a soddisfare. “Possiamo stimare una produzione di circa 500-600 quintali l’anno di prodotto -conclude Aldo Natoli– e questa è in forte crescita perché sono stati fatti nuovi impianti. La richiesta, inoltre, è superiore alla quantità prodotta. I nostri capperi sono molto apprezzati all’estero, soprattutto America, Europa (Francia, Germania, Svizzera, Austria), Inghilterra, Giappone e Cina”.