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Maratea, paradiso dei sub e dei buongustai

Maratea, in provincia di Potenza, è uno dei più preziosi gioielli di famiglia, davvero tanti, della Basilicata. La perla del Tirreno, la città delle 44 chiese è dominata e protetta dall’iconica statua del Cristo Redentore alta 21 metri e con un’apertura di braccia di 19 che ricorda quella sul Corcovado a Rio de Janeiro che nelle intenzioni di Bruno Innocenti, l’artista fiorentino che l’ha realizzata, vuole essere “un pacato richiamo ad accogliere e a raccogliere, a rinfrancare la speranza”. Maratea, sulla costa tirrenica lucana, per il 2024, è stata insignita della Bandiera Blu, riconoscimento assegnato dalla ong internazionale per l’educazione alla sostenibilità Fee (Foundation for Environmental Education), con sede in Danimarca, a località marine e lacustri per la qualità delle acque, la gestione dei rifiuti, le aree verdi e le piste ciclabili, i servizi sulle spiagge e nel comune, le strutture alberghiere.

Questa, dove sventola anche l’ambita bandiera de I Borghi Più Belli d’Italia, è, soprattutto, terra di tradizioni come tutta la Basilicata. In questo territorio, infatti, ciascuna frazione ha una propria e, in alcuni casi, autonoma storia, dialetti diversi e riti religiosi legati ai culti delle radici locali come la sentitissima Festa in onore di San Biagio, Protettore di Maratea, che dura un’intera settimana. Ha inizio dal primo sabato fino alla seconda domenica di maggio e comprende ben tre processioni: San Biagio va per la terra, che si svolge per le strade del Castello. Dopo alcuni giorni di preghiera, il secondo giovedì del mese si svolge la seconda processione, detta San Biagio scende dal Castello, in cui la statua viene trasportata, attraverso un antico sentiero, dal Castello al Borgo. Questa è una processione davvero particolare, in quanto il simulacro del santo viene coperto da un panno rosso fino all’arrivo alla località detta Capo Casale: ciò avviene poiché l’atto del passaggio della statua tra le due parrocchie di Maratea è qualcosa di strettamente privato, come stabilito nel 1781 dopo una lite tra i due parroci, infatti il sacerdote che porta la statua non indossa cotta né stola. A Capo Casale la statua viene spogliata e consegnata alla responsabilità del sindaco che qui affida al santo le chiavi della città, rendendolo, simbolicamente, la massima autorità di Maratea. Subito dopo la statua viene trasportata nella chiesa di Santa Maria Maggiore.

Il secondo sabato di maggio si tiene la terza processione, in cui il busto argenteo di San Biagio attraversa in pompa magna le strade del Borgo. Arrivati alla domenica che segue, si tiene l’ultima processione, detta San Biagio torna al Castello, in cui la statua, nuovamente coperta dal manto rosso, ripercorre all’indietro l’antico sentiero per ritornare alla Basilica al Castello, sua sede abituale. In seguito alla ricollocazione della statua, avviene saltuariamente il fenomeno della manna certificato già in una bolla papale del 1562.  

Fra le tradizioni, imperdibile il ”Ferragosto di Maratea” con il suggestivo concerto dell’aurora, la complicità del fascino del Parco Tarantini e l’incendio del campanile della Chiesa madre nel cuore del centro storico.

Un’estate molto vivace anche grazie alla miriade di eventi culturali, enogastronomici, cinematografici, musicali che coinvolgeranno gli ospiti di qualsiasi età.

Vista aerea della Costa in direzione Nord con in ordine Cala Jannita (Spiaggia Nera), le spiagge de I Vranne e il Monte San Biagio con la statua del Cristo Redentore a dominare dall’alto.

Maratea, distesa sui monti e lungo la costa, fondata nell’VIII sec. a.C. da coloni greci che si stanziarono probabilmente sul Monte San Biagio, è oggi divenuta meta di un turismo ricercato e raffinato, strettamente connesso alla meravigliosa costa cilentana, alla vicina Sapri e al Parco Nazionale del Pollino, compreso fra Calabria e Basilicata. È un paradiso per i subacquei ma anche per chi ama diving, snorkeling, vela, tutto a disposizione dei visitatori, grazie anche al porto turistico ben attrezzato.

Merita assolutamente una gita Acquafredda, l’ultimo avamposto lucano a nord della costa e frazione del comune di Maratea, da cui dista 7 chilometri. Il piccolissimo centro, appena 321 abitanti, è dominato dallo spettacolare massiccio della Serra del Tuono, che scende in picchiata nel Mar Tirreno creando cale e grotte meravigliose. Attraenti le spiagge di Anginarra e Luppa, due lingue sabbiose unite da un gruppo di scogli, e quelle di Portacquafridda, Pretacaduta e della Monaca, piccole insenature nascoste fra i costoni di roccia, cui si accede tramite una scalinata.

A picco sul mare, a Punta San Pietro, sorge infine uno dei capolavori dell’architettura residenziale novecentesca: Villa Nitti.

Le ricette della cucina marateota sono incredibilmente gustose, con una prevalenza legata al maiale che per la Lucania rappresenta un vero e proprio “humus culturale”. La pasta è lavorata a mano, fusilli, maccaroni e stangolapreti sono conditi con ottimo ragù di carne. Un’altra particolarità sono i lampascioni, una varietà di cipolle selvatiche dal gusto molto particolare. Buonissimi e famosi i “peperoni cruschi” di Senise IGP, il “baccalà a ciauredda” e i formaggi, dal gusto raffinato e inconfondibile. Il re della tavola è il peperoncino che regala sempre uno straordinario carattere brillante a tutte le pietanze.

La magia di Maratea va vissuta, nelle escursioni, nelle lunghe passeggiate, respirando la particolarità dei suoi odori dovuti alla flora che la ricopre, come i Pini d’Aleppo. La bellezza di questo Borgo esplode tutti i giorni, al mattino, con le prime luci del giorno e al calar del sole, dove tutto si tinge di meravigliosi e accesi colori. E sarà forse proprio questa tavolozza di colori brillanti, gli abitanti solari e accoglienti miscelato al nostro bisogno di lentezza che fa rinascere l’anima, legando il tempo, al morbido fluire delle onde.

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