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In Valpolicella, dove nasce l’Amarone

 La Valpolicella è una terra di valore: 500 mila euro è il costo di un ettaro di terreno vitabile, stimano gli esperti del settore. Cifre da capogiro, che hanno surclassato negli ultimi anni la Toscana e forse anche il Piemonte,  ma del resto da queste zolle nasce uno dei vini più pregiati al mondo – l’Amarone – che deve il suo battesimo alla Cantina Valpolicella Negrar.E proprio questa cantina che sorge nel cuore della Valpolicella – una cooperativa attiva fin dal 1933,  formata da 230 soci e riconosciuta come la prima in Italia per qualità prodotta – si è sapientemente aperta al turismo enologico, accogliendo quanti vogliano trascorrere una giornata piacevole passeggiando  tra i cru di Domini Veneti, il cui nome, oltre a designare il top di gamma dell’intera produzione, fa riferimento ai territori appartenenti alla Repubblica di Venezia nel ‘500, di cui la Valpolicella era parte integrante. A PASSEGGIO TRA VIGNETI E ANTICHE PIEVILa proposta è quella di addentrarsi alla scoperta delle bellezze della terra dell’Amarone, tra ville di pregio e antichi lavatoi dismessi, chiesette amene e relais di charme (uno splendido esempio è La Magioca, nella foto), stradine interpoderali e viottoli di campagna, per poi fare ritorno a visitare la cantina e pranzarvi dentro.  E infine tornare all’aria aperta e proseguire in auto ad ammirare altre perle imperdibili di questa porzione  del veronese lambita dal Lago di Garda, come la stupenda pieve di San Giorgio in Valpolicella, la pieve di San Floriano a San Pietro in Cariano, il ponte di Veja, arco naturale di 40 metri, per segnalare soltanto un tris di meraviglie architettoniche che meritano di essere viste.  Una formula che piace, il turismo enologico, soprattutto ai giovani, che desiderano sempre più approfondire la storia del vino oltre il bicchiere. E amano passeggiare nei dintorni di quelle stesse cru inerpicate tra sentieri in salita, sulla sommità di rilievi dove crescono anche barbatelle interrate a sovescio.  L’appuntamento è sul piazzale antistante la cantina, che funge anche da parcheggio.È qui che arrivano le persone, da ogni parte d’Italia, informate attraverso il web e alla ricerca, nella fattispecie, proprio di questo tipo di esperienze. Lo si nota perché sono già attrezzate con scarpe e bastoncini da trekking, camice a quadri e cappellini che evocano quelli della vendemmia, per cominciare il percorso con una guida esperta del luogo, Riccardo Pinamonte (che fa capo al CTG e segnatamente all’associazione Genius Loci) appassionato e informatissimo di ogni anfratto, che spiega con dovizia di particolari l’interno di una chiesetta romanica così come l’orografia  davanti un panorama.  E racconta aneddoti curiosi. A seguire, per la parte strettamente tecnica, c’è il vignaiolo Flavio che spiega il delicato e scrupoloso  lavoro in vigna tra i tralci e i pampini del Cru Moron, il vitigno dal quale si ricava il Recioto di Domini Veneti. IL SEGRETO DELL’AMARONE? APPASSIRE 100 GIORNILa Valpolicella è tutto questo e molto di più: un impasto di storia e produttività che si apre a ventaglio sotto gli occhi che si perdono fra gli scoscendimenti dei terreni delimitati a marogne (i tipici muretti a secco dove spuntano le sassifraghe) e le morbide colline pettinate a vigneto, il cui profilo è qua e là interrotto da alberi di ciliegio e  siepi di gelso.Un posto da scoprire sul posto. Inoltrandosi tra i filari di uva Corvina, Corvinone e Rondinella, i cui grappoli migliori sono selezionati con cura e rigore da agronomi ed enologi esperti, per essere pigiati e produrre l’Amarone. Poi, una volta ritornati in cantina ed essersi rifocillati con torte salate, primi piatti appetitosi e con un’insalata di fiori (sì, proprio i fiori eduli, che colorano il piatto con i loro petali e corolle) viene spiegato che dopo la vendemmia manuale, le uve vengono messe a riposare nei fruttai per un lungo periodo di appassimento che dura oltre 100 giorni. Il mosto che si ottiene con la pigiatura è molto concentrato e la fermentazione dura altri 30/40 giorni. Segue poi l’affinamento in botti di rovere per almeno due anni e in bottiglia per un ulteriore anno.  Tutto questo in ossequio al disciplinare. Il risultato è un vino rosso elegante e complesso, dal ricco bouquet e tannini morbidi che regalano piacevoli sensazioni, agli occhi, al naso e in bocca. Questi sono i segreti del successo dell’Amarone e questo è anche  il successo della Cantina Valpolicella Negrar che sta facendo del turismo enologico un suo carattere distintivo.Quasi come le etichette affidate al tocco di Milo Manara: originali e uniche.     

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