Si capisce che sta arrivando la primavera quando passando vicino ad argini o alle distese erbose si vedono persone raccogliere le erbe spontanee. Una volta era tradizione vicino alle festività pasquali farne mazzetti da usare poi in frittate o risotti.
Raccogliere il nostro paniere
Facciamo foraging? Adesso si chiama così, ma la raccolta di erbe spontanee è un’abitudine che è nella tradizione dell’uomo. Quelle che spesso sono considerate “piantacce”, per altri sono un toccasana per la salute, sarebbero infatti, rispetto agli ortaggi coltivati, più ricche di sali minerali, proteine, fibre e vitamine. In campagna molti bambini sono abituati a riconoscere le erbe spontanee, ma per noi di città impazzano festival e corsi per saperle riconoscere e saper usare al meglio le proprietà di ognuna.
Il Festival delle erbe spontanee
E’ da ricordare che a Ussaramanna si tiene ogni anno il Festival delle erbe spontanee mentre in Valmalenco, Sondrio, si organizza il Festival delle erbe spontanee dimenticate.
Le erbe spontanee usate in cucina hanno fatto nascere anche Gastronomic Trekking, ad esempio, ovvero una scuola di cucina itinerante che si basa sul raccolto delle piante spontanee e l’Accademia delle Erbe Spontanee che organizza corsi in tutta Italia. Vi sono persone che di foraging e alimurgia (la scienza che riconosce l’utilità di cibarsi di piante selvatiche) ne hanno fatto un mestiere, fondando dei food lab dove si fa ricerca, consulenza e formazione sull’utilizzo del cibo selvatico in cucina.
Le erbe spontanee commestibili
Se non siete sicuri non raccoglietele, non tutte sono commestibili, ma quelle che lo sono, e ce ne sono parecchie, sono davvero buone. La Piantaggine ricca di flavonoidi e sali minerali, è considerata un antinfiammatorio e viene usata come ripieno delle torte salate oppure nell’insalata, insieme alla mozzarella, ai fiori di tarassaco, ai fiori di malva, alla portulaca. L’Ombelico di Venere è una pianta grassa che si trova nelle fessure dei muri, il suo pesto mescolato a quello delle olive, semi di girasole, sale, pepe, olio extravergine, è squisito.
Avete presente la margheritine che invadono i giardini primaverili? Ebbene le Pratoline sono ideali per preparare delle tartine con un trito di queste mescolato a mascarpone, scorza di limone, sale, pepe bianco, succo di limone.
Della Carota selvatica si mangia sia la radice che le foglie, sia crude in insalata che aggiunte a zuppe o minestre. Le foglie del Dente di leone o Tarassaco hanno un alto contenuto di ferro, si mangiano cotte e condite con un goccio di olio. Il risotto di Ortica è da leccarsi i baffi.
Nel raccoglierle state attenti a non farvi pungere per evitare eritemi, il suo sapore ricorda quello degli spinaci, e ha un alto contenuto di vitamina C e ferro.Va consumata cotta o in insalata, ma anche aggiunta a zuppe e minestre o usata per ripieni di ravioli o in farinate e frittate.
Medicamento antico
Usato nella medicina popolare il Lampascione è considerato un valido antibiotico naturale, contiene potassio, fosforo, calcio, ferro, manganese, ed è un ingrediente che spesso di trova nella cucina pugliese. Lo si può anche mettere sottolio, o fare fritto, ottimo all’interno di una frittata e al forno con le patate.
Si chiama Parietaria ma anche Vetriola o Muraiola, e può essere un’alternativa al basilico per creare un pesto più campagnolo, piace anche per arricchire una purea di verdura. E’ erba di montagna il Trifoglio rosa, che nei piatti è un ottimo ingrediente per fare uno sformato magari arricchito con pancetta affumicata.
Fibre e sali minerali
Io amo la Cicoria e confesso la compero, ma si trova anche in natura. Considerata un antiacne naturale, è ricca di fibre e sali minerali. Anche l’Aglio lo si trova selvatico, è un antibiotico naturale, con proprietà ipotensive e disinfettanti, e le sue foglie danno sapore alle insalate e ai formaggi freschi, mentre il bulbo si può usare al posto dell’aglio comune.
La Pimpinella è l’ideale come ripieno per una torta salata, mentre la Bardana ha il sapore del carciofo e può essere fritta con della semplice pastella di ceci. Le foglie più tenere della Borragine si mangiano lessate e condite, oppure crude in insalata o ancora usate in risotti, ravioli, farinate o frittate e le più grandi intere impanate e fritte. La Malva viene utilizzata soprattutto per le vie respiratorie e le mucose, le foglie cotte vanno aggiunte ad altre erbe in zuppe oppure i fiori e le foglie giovani crude in insalata.
La ricetta, risotto con erbette di campo
Vi diamo qui un’idea primaverile per arricchire la vostra tavola con le erbe spontanee.
Ingredienti per quattro persone: tre etti di riso, un mazzolino misto di erbette di campo, un porro, olio extravergine di oliva, sale pepe qb, brodo vegetale, tre cucchiai di Piave stravecchio grattugiato, un cucchiaio di mascarpone.
Per la preparazione: dopo aver lavato e scolato le erbette fatele bollire tre minuti, quindi scolatele e buttatele in una ciotola con acqua fredda e riscolatele. Affettate il porro e fatelo soffriggere nell’olio aggiungendo un po’ di brodo vegetale. Aggiungete le erbette tagliate a pezzetti, a cui si aggiunge sale e pepe, e lasciatele stufare coperte per cinque minuti.
Iniziate a cucinate il riso aggiungendo man mano il brodo vegetale bollente e a metà cottura le erbette di campo stufate. Quando il riso è cotto, mantecatelo con il Piave grattuggiato e il mascarpone.