Adagiato a 1.816 metri di altitudine, al confine tra l’Italia e la Svizzera, Livigno è una delle mete più amate dagli appassionati di montagna, da godersi in tutte le stagioni. Soprannominato “il piccolo Tibet d’Italia” per il suo isolamento geografico e il paesaggio suggestivo, questo villaggio alpino della Valtellina offre esperienze indimenticabili durante tutto l’anno tra natura incontaminata, attività outdoor e tradizioni locali.

Se d’inverno Livigno è sinonimo di neve – con oltre 115 km di piste da sci, moderni impianti di risalita e un comprensorio che accontenta sia principianti che sciatori esperti è una delle località più attrezzate delle Alpi – ciò vale ancor di più quest’anno, a pochi mesi dalle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. I Giochi vedranno Livigno come la sede che assegnerà più medaglie, ben 74, tra snowboard e altre discipline. Nessuna sorpresa, dal momento che nella zona del complesso del Mottolino non mancano snowboard park, anelli per lo sci di fondo e itinerari per ciaspolate nei boschi.

Quando la neve si scioglie, la montagna rivela un altro volto: sentieri per il trekking e la mountain bike, percorsi di trail running, arrampicate e perfino esperienze di rafting lungo i torrenti alpini. Livigno è anche una delle tappe preferite dai ciclisti, grazie alle sue salite impegnative e alla vicinanza con passi leggendari come lo Stelvio e il Gavia. Accanto all’anima sportiva, Livigno offre anche momenti di puro relax. Il centro benessere Aquagranda è uno dei più grandi d’Europa, con aree dedicate a piscine, saune e trattamenti rigeneranti: l’ideale per recuperare energie dopo una giornata in quota. La posizione in una zona extra-doganale regala poi a Livigno un vantaggio in più: lo shopping duty free. Passeggiando lungo il centro si incontrano boutique di moda, negozi di tecnologia, articoli sportivi e prodotti tipici, spesso a prezzi più convenienti rispetto al resto d’Italia. Stesso discorso per la benzina.

Non solo sport e natura: Livigno custodisce un’anima autentica che si riflette nelle tradizioni e nella cucina locale. Tra le specialità da non perdere ci sono i pizzoccheri, la polenta taragna, i salumi valtellinesi e il tipico formaggio Bitto. Il tutto da gustare nelle baite e nei ristoranti di montagna, spesso immersi in paesaggi da cartolina. Sul fronte dell’alta cucina, invece, a Livigno si trova uno dei ristoranti più intimi e vocati alla cucina di montagna: si tratta della Téa del Kosmo, perle del fine dining creata nel 2023 dall’imprenditrice Siria Fedrigotti e guidata dallo chef Michele Talarico, classe ’91 in grado di raccogliere l’eredità di un gigante della cucina di montagna come Norbert Niederkofler, già consulente della struttura.

Appena cinque tavoli, una decina di coperti ricavati in uno spazio che richiama i colori caldi di una baita – e non a caso Téa in dialetto livignasco significa “baita” – in cui lo chef riesce a reinterpretare con creatività la tradizione alpina, utilizzando ingredienti selezionati (in primis le erbe locali) e tecniche che azzerano gli sprechi. La Téa del Kosmo è il primo ristorante di fine dining della zona in grado di introdurre il concetto di gastronomia sostenibile di montagna, proponendo un’offerta culinaria incentrata sui prodotti del territorio alpino: ispirandosi alla filosofia del tristellato Norbert Niederkofler con cui ha lavorato a lungo al St. Hubertus di San Cassiano, lo chef pugliese Michele Talarico ha scelto di attualizzare la cucina attraverso un menù che esalta le essenze del bosco e degli alpeggi.

Nei due menù degustazione da sei corse – Essenza ed Impronte – la creatività non diventa quindi mero virtuosismo, ma uno strumento per migliorare il rapporto con la vallata dell’Alta Valtellina. Ciò è evidente nell’approccio dello chef Talarico, definito “dell’ingrediente intero” per valorizzare ogni ingrediente – vegetale e animale – nella sua totalità così da arrivare all’annullamento degli scarti (fiori, steli, foglie, bucce, bulbi, semi, radici e pelli), che con tecnica e fantasia possono diventare risorse per altre preparazioni. Tutto ciò non viene solo raccontato a voce, ma descritto da fumetti posti su ogni tavolo al momento del servizio.