Una città su rotaie
Non solo da oltre un secolo i famosi tram di Lisbona, tutti ferro e radica, sono un’icona della città ma oramai, rovesciando il punto di vista, anche Lisbona fa parte dell’iconografia classica dei suoi tram.
Tutto cominciò il 17 novembre del 1873, quando fu inaugurata la prima linea di carrozze su rotaie e trainate da cavalli. Dove la pendenza era importante venne ideato un sistema di contrappesi e vapore per far viaggiare gli Elevadores. La corrente elettrica arrivò nel 1901 e le carrozze divennero Carros elétrico.
La città, al pari di Roma, si dipana su sette colli e gli eletricos e gli elevadores, nei decenni, si sono insinuati tra vicoli, arrampicati sulle colline ed elevati sui tetti, avvolgendo la Vecchia Signora in un abbraccio ferroso e vitale.
Con sei euro, il costo di un biglietto giornaliero, si può viaggiare, nel cuore antico di Lisbona, sui tram più gettonati. Sua Maestà, l’iperfotografato eléctrico 28, assieme a suo fratello minore 25, elegantemente demodé, sfilano da 150 anni da capolinea a capolinea, disegnando percorsi diventati itinerari consigliati per conoscere la città. Dai finestrini scorrono vecchi empori, lanterne in ferro battuto, panni stesi con sfondo di azulejus, pavimenti mosaicati, venditori di Bacalhau. Anziane signore tremolanti sfidano ripide scalinate che costeggiano le rotaie e qualche vecchio Cafè invita a scendere per una sosta, mischiandosi agli autoctoni.
Se dalle carrozze di superficie scorre la realtà, i vagoni sotterranei esplorano l’immaginario cittadino. Ogni stazione della metropolitana è caratterizzata da decori e opere d’arte. 55 stazioni metropolitane ed altrettante sale espositive da ammirare tra un viaggio e l’altro.
Le quattro linee della metropolitana si intersecano formando un labirinto nella cultura portoghese. Ogni opera delle stazioni ha un collegamento con la vita, la storia e la cultura di superficie ed il risultato è un viaggio “underground” spettacolare ed entusiasmante.
L’immaginazione del pittore surrealista Antonio Dacosta, che narra il viaggio di Alice nel Paese delle Meraviglie, lascia il posto a Julio Pomar, nella stazione Alto dos Moinhos, con il suoi graffiti dedicati a Camoes, Bocage, Pessoa e Almada, i quattro maggiori poeti del paese. La Stazione di Oriente, opera di Calatrava dove 11 artisti di grande fama hanno rappresentato il tema: “Oceani: un’eredità per il futuro”, si contrappone alla fermata Olivais, la stazione più profonda, dove Cerbero, il guardiano dell’inferi nella mitologia greca, ricorda che siamo arrivati a Las Portas do Inferno.
Lungo le linee ferrate si inseguono modelli artistici diversi: dalla rassicurante geometria degli azulejos all’iperrealismo degli anni ‘80, dalle raffigurazioni dei mercati popolari alle ambientazioni futuristiche e psichedeliche.
Nel 1959 si inaugurò la prima rete con la partecipazione dell’artista plastica Maria Keil e poi seguirono altri artisti, con delle esposizioni permanenti, e altri architetti, che plasmarono forme e volumi. Così, anno dopo anno, stazione dopo stazione, con la continuità degli onnipresenti azulejos colorati, con graffiti o citazioni illustri, è stata superata la tipica alienazione da viaggio suburbano trasformando un luogo di passaggio in uno spazio di riflessione, il mezzo in un fine.
a cura di Marco Asprea