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L’Etna e la salsiccia al ceppo di Linguaglossa

È il 51° presidio Slow Food della Sicilia ed è una vera golosità. È la Salsiccia al Ceppo di Linguaglossa, piccolo borgo alle pendici dell’Etna. Peculiarità di questo insaccato è proprio l’antica tradizione racchiusa nel metodo di preparazione: la carne di maiale viene lavorata con sale, pepe e semi di finocchietto selvatico su di un grosso ceppo di quercia.

La Salsiccia al Ceppo di Linguaglossa

Viene in pratica “tritata” grazie all’utilizzo del partituri (un coltello locale simile a un’accetta) su un ceppo ottenuto da un tipo di albero che è tipico di questa zona dell’Etna. Da qui l’appellativo di Salsiccia al Ceppo!

Ricette della tradizione etnea

La tradizione della lavorazione al ceppo, che in passato era molto diffusa in Sicilia, è rimasta salda solo a Linguaglossa: ed è qui che, ancora oggi, i macellai lavorano su questo grande piano di legno con la loro personale ricetta.

Ogni ricetta, inoltre, è un mix di cinque tagli del maiale: coscia, pancetta, guanciale, lardo e capocollo, che vengono impastati rigorosamente a mano e conditi con sale, pepe nero e semi di finocchietto selvatico raccolto sull’Etna.

Salsiccia al Ceppo, vanto dei produttori locali

«La Salsiccia al Ceppo era già stata inserita nell’Arca del Gusto (registro dedicato alle tipicità a rischio estinzione) e grazie all’impegno dei tre produttori Luciano Pennisi, Anthony Russo Gianluca Arcidiacono, oggi abbiamo iniziato un percorso che siamo sicuri diventerà ancora più ambizioso nel tempo» ci dichiara Riccardo Randello, referente dei presidi Slow Food Catania.

La Salsiccia al ceppo di Linguaglossa può essere consumata sia fresca che cotta possibilmente alla brace, anche se alcuni macellai la appendono in un luogo fresco e ventilato per farla essiccare e poterla gustare proprio così.

Ci si mobilita nel nome del buono, pulito e giusto

«La salsiccia al ceppo è il frutto di una comunità che si mobilita nel nome del buono, pulito e giusto, attenta al benessere degli animali, lavorando con allevamenti non intensivi, e alle tradizioni simbolo del nostro territorio – aggiunge Anastasia De Luca, fiduciaria Slow Food Catania – Come dire senza storia non ci sarebbe futuro e siamo felici di poter contribuire a scrivere un capitolo di storia del nostro territorio».

Linguaglossa

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