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L’estetica del cocktail, raccontata in un libro dallo “sceriffo” fiorentino Luca Manni

In libreria “Cocktail Estetica”, il design applicato alla mixology: Luca Manni racconta la sua filosofia del bere miscelato tra teoria e pratica, coi contributi dei maggiori bartender, esperti e fotografi italiani.

Bello e… buono

Una “filosofia liquida” che può essere riassunta in un motto: Se è bello, è anche più buono. Già, perché se è vero che preparare un buon drink resta fondamentale, oggi – nell’epoca della comunicazione visuale, dello sharing e di Instagram – potrebbe non bastare più, a fare la differenza. Nel mondo dei cocktail bar la scelta del consumatore è spesso influenzata dalle condivisioni social, dal fascino del locale o dall’esperienza della bevuta a tutto tondo. Internet ha cambiato il nostro modo di scegliere dove e cosa bere: lo sa bene Luca Manni, tra i volti più noti nella mixology italiana.

La sua visione del settore è al centro del volume “Cocktail Estetica” (ed. Il Forchettiere, 160 pag. 20 euro), che lo “Sceriffo” ha scritto insieme ai giornalisti Federico S. Bellanca e Giacomo Iacobellis con foto di Michele Tamasco e Davide Vecchio.

Il libro – nelle librerie di tutta Italia – passa in rassegna lo stile di miscelazione di Luca Manni, incentrato sulla cura dei dettagli estetici, ma questo non è che l’inizio: nelle pagine di “Cocktail Estetica” il bar manager del MoveOn di Firenze analizza tutti gli elementi connessi alla costruzione di un cocktail, dal tipo di bicchiere alla garnish fino al ghiaccio, comparati con le esperienze dei più importanti fotografi di food, esperti di design, giornalisti e influencer del settore.

25 ricette inedite

Ma soprattutto con il contributo di 10 bartender internazionali: dal giapponese Hiroyasu Kayama, n. 9 in 50 Best Asia col suo Ben Fiddich a Tokyo, a Giorgio Bargiani, n. 1 al mondo con il suo Connaught Bar a Londra, fino ai migliori bar di Parigi, Barcellona e Miami. La ciliegina sulla torta? Le 25 ricette inedite realizzate da Manni con i migliori distillati, quelli da lui scelti per la loro capacità d’ispirarlo e per la versatilità nel bicchiere.

«Ho individuato e approfondito alcune macrotematiche – racconta Luca Manni – per dare al drink un’impronta visual riconoscibile e marcata: dalla trasparenza del vetro e del ghiaccio fino all’esplosione cromatica delle polveri e dei liquori, passando per il complesso mondo delle garnish e del loro galateo, queste componenti devono lavorare di concerto, in armonia, con l’obiettivo di arrivare al tavolo ed essere apprezzate, ma soprattutto ricordate, dal cliente».

Tanti i temi toccanti in “Cocktail Estetica”, a partire dal parallelo con l’impiattamento del fine dining contemporaneo fino alla necessità del bar di comunicare in maniera appropriata le proprie creazioni e alle contaminazioni tra il mondo del bere miscelato e settori come le arti, il cinema, la letteratura, i manga e addirittura l’architettura. Dalla teoria alla pratica, quindi, i signature di Luca Manni fanno il paio con quelli dei più quotati bartender italiani e internazionali. Un viaggio in tutto il mondo per scoprire l’estetica, ingrediente segreto – visibile e invisibile allo stesso tempo – di un cocktail di successo!

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