Da sempre il cibo è stato presente nelle opere d’arte di ogni epoca.
Sin dalla preistoria nei graffiti sono state ritrovate scene di caccia e di festeggiamenti a base di cacciagione, per poi passare dai mosaici bizantini e per arrivare alle opere più famose del Rinascimento come “l’ultima cena” di Leonardo Da Vinci.
Il cibo ha spesso indicato all’osservatore la natura del quadro. Passiamo dall’ “ultima” cena, alle “tante” cene, che potremmo gustare nella città delle tre “T”. Tralasciando le procaci signore bolognesi e le innumerevoli torri che potremmo rimirare dalla sommità della torre Asinelli, vogliamo approfondire la T che più ci interessa: Tortellini.
Tortellini e tutto ciò che a Bologna può sollucherare le nostre papille gustative.
La 44a edizione di Arte Fiera
Si avvicina la 44a edizione di Arte Fiera, in programma dal 24 al 26 Gennaio 2020 nei padiglioni 18 e 15 del Quartiere fieristico di Bologna. L’edizione 2020 diretta da Simone Menegoi, affiancato da Gloria Bartoli come vicedirettrice si presenta ricca di novità.
Coinvolgerà 155 gallerie tra italiane e straniere: 108 nella Main Section e 47 nelle tre sezioni curate e su invito, Fotografia e immagini in movimento (20 gallerie) a cui si aggiungono per la prima volta Focus (8 gallerie) e Pittura XXI (19 gallerie), per un totale di 345 artisti presentati in fiera.
Se è verissimo che poter ammirare le opere che saranno esposte all’Arte Fiera, sarà un piacere per lo spirito e per gli occhi, è altresì vero che poter godere di un buon pranzo, dopo aver assimilato i colori e le sfumature dei quadri di Pier Paolo Calzolari o di Alberto Burri, diventa un diritto dell’uomo.
Dove mangiare a Bologna
A tal proposito, lasciandoci alle spalle la fiera e girando a destra su via Stalingrado, andiamo ad imboccare (quale termine più propizio all’uopo mai si potrebbe utilizzare?) la tangenziale in direzione est, per approdare proprio all’uscita 9 dove si prospettano davanti due opzioni.
Possiamo entrare e sederci a gustare un pranzetto coi fiocchi, in un ambiente famigliare nel ristorante gestito dai coniugi Danilo & Patrizia. Entrando respiriamo subito un profumo suadente, il tartufo troneggia su molti dei loro piatti.
Primi fra tutti il loro tris di tortelloni ai ripieni di formaggio di fossa o ricotta: arancioni, verdi e neri. Accontentare tutti è difficile in molti ambiti, sicuramente accontentare il palato degli italiani, tra i più esigenti, è uno di questi, ma per chi ama i sapori decisi, le pietanze caserecce e la cucina emiliana, allora, una sosta da D&P, diventa di rigore, anche perché il rapporto qualità prezzo è invidiabile.
L’altra opzione, con una spesa più consistente, si trova dall’altro lato della strada. Parliamo di un ristorante storico: Garganelli. Nato nel 1956 nel centro di Bologna, spostatosi poi all’Hotel Savoia. Qui, appena arriviamo, sembra di esserci catapultati in una località balneare. In un contesto chic e decisamente candido, possiamo scegliere dal menu, sia carne, sia pesce, come l’ottima tagliata di angus alla brace o l’orata al sale, servita sul carrello e pulita alla vista.
Per chi invece, ha troppa fame di arte può fare un salto in zona stazione e trovare un localino che fa della semplicità il suo punto di forza: Le due cuoche.
Un menu che propone sempre delle novità giornaliere, ma che conserva i propri cavalli di battaglia, come le polpette al friggione bolognese e la parmigiana di melanzane. Le titolari si alternano in sala, intrattenendo gli avventori, raccontando aneddoti sulle ricette.
Al contrario, per chi invece ama staccare la mente e vuole allontanarsi dalla città per rifocillarsi e poter tornare alla fiera ad assaporare le opere in mostra, il Parco dei Ciliegi, sito nel parco dei Gessi a Zola Preodosa, è la meta consigliata. Il ristorante a Bologna che vanta il menu più ricco, mantenendo i tempi e le cotture ad un livello invidiabile, anche se in grandi comitive, con i suoi primi sempre al dente, come le chicche ai funghi porcini o le tagliatelle al ragù bolognese, rigorosamente tirate a mano o con la sua ricca grigliata di cane, ci lascia nell’imbarazzo della scelta. I più indecisi, possono comunque optare per una delle decine di pizze proposte.
Se il desiderio è di vedere il simbolo di Bologna, le Due Torri, e allo stesso tempo voler gustare un piatto di ottimi tortellini in pieno centro, allora la tappa fissa è presso il ristorante dei divi: Il Pappagallo, vincitori del 1° premio Tortellino d’oro 2019.
Mentre mangiate, non potrete far altro che ammirare la location ricca di foto autografate dai tanti personaggi del mondo dello spettacolo venuti a gustare i deliziosi piatti del Pappagallo nel corso dei decenni.
Cosa vedere a Bologna
Prima di tornare a rituffarci nella marea di colori e di disegni dell’Arte Fiera, potremmo soffermarci a vivere qualche momento da Bolognesi acquisiti.
Un’occhiata alla piccola Venezia in via Piella ci ricorda che Bologna copre un’innumerevole serie di canali sotterranei e ci colloca col pensiero a tempi più remoti.
Gli amanti degli animali e i più romantici, potrebbero vivere per un istante le ultime gesta del cane Tago e vederne la statua che per 200 anni ha troneggiato in via oberdan 24, sempre per rimanere in tema, ora custodita a Palazzo d’Accursio.
Passeggiare sotto ai portici del capoluogo Emiliano, ci fa vivere dentro ad un proprio Guinness, essendo la città con i portici più lunghi del mondo.
E come dice Lucio Dalla, quando piove a Bologna non serve l’ombrello. Buona visita!
a cura di Luigi Lelli