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L’Adriatico come laboratorio di emozioni e scoperte

Ad Ancona il mare è direzione, tempo, respiro. Il nome stesso della città — dal greco Ankon, gomito — racconta una geografia che accoglie, avvolge, protegge. È una città unica: qui si può vedere sia l’alba che il tramonto sul mare, tra moli, cupole e bastioni, passando per Porta Pia, la Loggia dei Mercanti, il Passetto, la Cattedrale di San Ciriaco e la geometria perfetta della Mole Vanvitelliana. Una città fatta di scorci, ma anche di visione.

La 12ª edizione di Tipicità in Blu ha trasformato Ancona in un viaggio esperienziale che unisce cultura e innovazione, gastronomia e ricerca, artigianalità e sostenibilità. Un racconto immersivo, vissuto in tre giornate intense e autentiche, tra la costa, l’entroterra e le voci di chi ogni giorno abita e costruisce questo territorio.

Baia di Portonovo – Parco del Conero

Il mare Adriatico: tra vongole e vigne sul Conero

Il viaggio comincia dal porto, cuore pulsante della città, con la visita a Copemo, cooperativa storica specializzata nella lavorazione dei molluschi dell’Adriatico. Qui la vongola lupino, spesso ignorata nei grandi mercati, diventa protagonista di una filiera etica: pescata con metodi sostenibili, viene spurgata in acqua marina, mantenendo intatte le sue proprietà organolettiche. È un esempio concreto di Blu Economy, dove la tradizione incontra l’innovazione.

Lasciamo la città e ci inoltriamo nel Parco del Conero, tra vegetazione mediterranea e sentieri che portano alla Baia di Portonovo, dove il bianco dei sassi incontra il verde dell’entroterra. Qui cresce il paccasasso, finocchio marino dalle foglie carnose e aromatiche, oggi recuperato dalla cucina d’autore. Poco distante, il Fortino Napoleonico veglia sulla baia con la sua elegante memoria storica.

Cantina Lanari

A Varano, tra le pieghe verdi del Conero, ci accoglie la Cantina Lanari: nove ettari coltivati con attenzione artigianale, 30.000 bottiglie l’anno, una produzione misurata, guidata con dedizione da Luca Lanari e dalla moglie Paola. Qui il Rosso Conero DOC, ottenuto da Montepulciano in purezza, riflette con coerenza il paesaggio che lo genera: è un vino profondo, materico, che trattiene il sole, il vento e la mineralità della terra. Un calice bevuto tra i filari, nel silenzio del tramonto, non è solo degustazione, ma racconto: di storia, di famiglia, di un legame autentico con la propria terra.

Cittadella della Ricerca sul mare

Vite in navigazione: a bordo, a tavola, nel borgo

Sabato si apre in Piazza Cavour, dove prendono vita laboratori, showcooking, divulgazione scientifica e racconti dal mare con la manifestazione Blue Village: Cittadella della ricerca sul mare. Qui i ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche lavorano su progetti legati alla sostenibilità marina, alla nutrizione, alle tecnologie ambientali. Il prof. Francesco Rea e il dott. Campolucci ci accompagnano in un viaggio tra prototipi, startup e divulgazione.

Ci imbarchiamo su Explora I, la prima nave della flotta Explora Journeys, L’aspetto è quello di uno yacht elegante, la sensazione a bordo quella di uno spazio rarefatto, silenzioso, pensato per chi viaggia con lentezza e consapevolezza. Con suite tutte vista mare, terrazze private, ambienti luminosi e una presenza attenta ma mai invasiva del personale, ogni dettaglio racconta un’idea diversa di lusso: discreto, sostenibile, profondamente umano.

Explora Journeys

L’esperienza gastronomica è uno dei punti di forza della nave: sei ristoranti principali, ognuno con un’identità precisa — dalla cucina asiatica contemporanea a quella mediterranea, da un ristorante gourmet ad una steakhouse d’autore. A questi si affiancano eleganti lounge, pasticcerie, spazi dedicati al tè e al cioccolato, e un concept di ristorazione che mette al centro ingredienti tracciabili, tecniche leggere, proposte anche vegetali e senza glutine.

Ogni piatto è un gesto misurato, costruito con equilibrio, pensato per accompagnare il viaggio senza mai sovrastarlo.

Nel pomeriggio, l’iniziativa Sailing Chef a Marina Dorica ci mostra quanto anche in barca si possa cucinare bene e in modo sostenibile. E che piatti pazzeschi!

Murici Spinosi – Bacaro Buséto e Botón

La sera è tutta per la tradizione. Prima ci fermiamo a Castel d’Emilio, borgo raccolto e silenzioso, dove Enrico Frizziero, presso il Bacaro Buséto e Botón ci accoglie con spirito conviviale e sapori veri. Tra i piatti, spiccano i murici spinosi, piccoli tesori del mare dal gusto deciso, serviti con una naturalezza che sa di casa.

Bacaro Buséto e Botón – Castel d’Emilio

Poi ci spostiamo alla Trattoria Da Gino, dove l’Accademia dello Stoccafisso all’anconitana celebra il piatto simbolo della città. Il Coordinatore delle confraternite dello stoccafisso d’Italia  e responsabile della via italiana dello stoccafisso, Giorgio Sartini racconta con orgoglio la storia dello stoccafisso, il suo viaggio dalle isole norvegesi alle tavole marchigiane, e il riconoscimento come bene immateriale dell’umanità UNESCO. Una cena che è molto più di un pasto: è un rito collettivo che unisce, conserva e tramanda.

Trattoria da Gino – Accademia dello stoccafisso

Architetture del pensiero: navi, arte e ricerca

La domenica mattina ci porta dentro una delle realtà più affascinanti di Ancona: i cantieri navali Fincantieri, dove ogni giorno si costruiscono interi frammenti di futuro. Qui la progettazione navale è una forma di artigianato ad altissima precisione: le navi vengono costruite a sezioni, come enormi moduli, poi trasportate e assemblate nel bacino di carenaggio, seguendo una sequenza geometrica rigorosa che incrocia architettura, ingegneria, logistica e visione.

Camminare in cantiere significa assistere ad un’opera corale: operai, ingegneri, saldatori, tecnici e controllori lavorano come un organismo unico. Si parla in numeri, si agisce in millimetri. Ogni blocco è tracciato, ogni fase è sincronizzata, ogni parte sarà invisibile ma indispensabile.

Fincantieri Ancona

Dopo la visita ai cantieri navali, ci dirigiamo verso la Mole Vanvitelliana, un capolavoro architettonico progettato nel XVIII secolo da Luigi Vanvitelli. Questa struttura pentagonale, situata su un’isola artificiale nel porto di Ancona, fu originariamente concepita come lazzaretto per isolare merci e persone durante le epidemie. Oggi, la Mole è un vivace centro culturale che ospita mostre, eventi e istituzioni come il Museo Tattile Statale Omero.

Mole Vanvitelliana – Ancona

All’interno della Mole, visitiamo la mostra Rinascimento Marchigiano. Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma lungo i cammini della fede”, introdotta con passione dall’assessore alla cultura Marta Paraventi. L’esposizione presenta una selezione di opere d’arte rinascimentali provenienti da chiese e musei delle Marche, restaurate dopo i terremoti del 2016 e del 2022. Tra i capolavori esposti, spiccano dipinti di artisti come Carlo Crivelli, Antonio Vivarini, Pietro Alamanno e Cola dell’Amatrice, oltre a una magnifica pala di Lorenzo d’Alessandro raffigurante la “Madonna in trono col Bambino e sant’Anna, san Rocco e san Sebastiano” .

La mostra non solo celebra la bellezza artistica, ma testimonia anche la resilienza e la rinascita delle comunità colpite dal sisma, offrendo un percorso emozionante attraverso la storia, la fede e la cultura delle Marche.

Un luogo per tornare: il SeePort e l’arte di accogliere

Il viaggio si chiude al SeePort Hotel, affacciato sul porto di Ancona, dove l’orizzonte si spalanca dalle finestre e il tempo sembra rallentare. Qui, tutto è pensato per accogliere con discrezione e autenticità: camere luminose e silenziose, tessuti morbidi, dettagli che parlano una lingua fatta di misura e calore. Ogni gesto è calibrato, ogni attenzione mai invadente. È un’ospitalità che si sente, più che si mostra.

SeePort Hotel – Ancona

Alla guida dell’hotel c’è Guido Guidi, direttore capace di coniugare professionalità e stile, visione e umanità. Sotto la sua direzione, il SeePort è diventato un punto di riferimento per chi cerca un’accoglienza contemporanea, radicata nel territorio ma aperta al mondo.

Sulla terrazza del Ginevra Restaurant, che guarda il mare con la stessa calma con cui lo racconta, lo chef Paolo Antinori ci serve un pranzo che è anche un epilogo narrativo: un percorso costruito con equilibrio e coerenza, dove ogni piatto rispetta la materia prima senza sovrascriverla. Antinori non è solo chef, ma responsabile del linguaggio gastronomico di tutto il gruppo alberghiero, e questa responsabilità si traduce in una cucina che sa essere elegante e sincera, tecnica e sobria, mai autoreferenziale.

Risotto con perle di fragole – Paolo Antinori

Il risotto è essenziale, profumato, giusto. Il vino bianco si accorda con il sale del vento. Il mare è lì, a pochi metri, e sembra entrare nel piatto senza far rumore. È un pranzo che non cerca di stupire, ma di restare. E infatti, qui si resta. E qui si ritorna.

Un’ultima rotta, verso ciò che resta

Ci sono viaggi che attraversano luoghi, e altri che attraversano le persone. Tipicità in Blu è stato un percorso guidato da uno sguardo attento, capace di portare in superficie storie, paesaggi e visioni spesso assenti dalla narrazione turistica.

l merito va a chi conosce profondamente questo territorio e sceglie ogni anno di farlo parlare con voce propria. Ad Angelo Serri, ideatore e direttore del brand ombrello Tipicità, e ad Alberto Monachesi, co-organizzatore storico della manifestazione, va il riconoscimento per la loro capacità di intrecciare aziende, luoghi, volti e pensieri in una trama coerente, dove ogni tappa ha senso e ogni incontro lascia traccia.

Scoprire Ancona e il suo tessuto produttivo – tra ricerca che innova, arte che custodisce, ospitalità che accoglie e un mare che nutre – è stato come entrare in una geografia viva, dove ogni luogo è possibilità, ogni incontro una rivelazione. Resta addosso la sensazione di aver sfiorato qualcosa che chiede tempo, ascolto, ritorno. Non per turismo, ma per appartenenza.

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