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La radice dei draghi

 La radice dei draghiSiamo ancora in tempo per fare un po’ di spazio sul balcone e seminare il dragoncello, aromatica non certo tra le più note e diffuse, ma che può regalare straordinarie fragranze venate di piccanteErba dei serpenti, sangue di drago. Sono solo alcuni dei nomi che la tradizione popolare ha nei secoli attribuito al dragoncello, probabilmente a seguito della forma della radice di questa nota pianta aromatica, assai simile alla coda di un drago. Di qui a ritenerla poi capace di sconfiggere draghi e serpenti, il passo è stato breve, anche perché si credeva guarisse dal morso degli animali velenosi. Per la scienza è Artemisia dracunculus, famiglia asteracee, e si distingue per l’aroma inconfondibile: calda come l’anice e rinfrescante nei cibi sostanziosi, fino ad assumere note piccanti se coltivata in luogo soleggiato. Amante del clima mediterraneo – viene dall’Asia centrale –, giunse in Europa con i crociati che la introdussero dal vicino Oriente dove la si utilizzava a fini aromatici e officinali. Tradizione vuole che a introdurlo in Italia fu niente meno che Carlo Magno, intorno al 774, poi lo si coltivò negli orti dell’Abbazia di Sant’Antimo, nelle vicinanze di Montalcino. Di questa preziosa erba esistono due specie simili, l’estragone o dragoncello, indicato spesso anche come dragoncello francese o piemontese e quella russa. Quest’ultima, dal sapore leggermente più amarognolo e pungente, è di più facile coltivazione. Nell’orto o sul balcone sta bene vicino all’issopo e al basilico, e in giardino abbellisce le aiuole dei fiori da taglio. Per l’uso in cucina, una volta recisi i rami, anche in fiore, si dovranno mettere in un recipiente con dell’acqua fresca: sarà il modo per far conservare a lungo l’intenso aroma. Il dragoncello ha proprietà eupeptiche, stimola l’azione del fegato e aiuta a digerire cibi proteici e grassi. È buono nella ricotta fresca, nelle insalate di patate e particolarmente adatto a profumare pesce e pollo. Paragonabili a un esaltatore di sapore, le sue foglie possono risultare utili a coloro che per problemi di salute non possono usare il sale. Ottimo l’aceto aromatizzato al dragoncello.  COLTIVIAMOLO COSÌSi presta con facilità alla coltivazione in vaso, grazie tra l’altro alle sue poche esigenze. Per farlo vivere bene bastano infatti un’esposizione soleggiata e la protezione dalle intemperie invernali. La cassetta e il terriccioL’ideale sono i vasi di forma rettangolare, profondi almeno una quarantina di cm, in cui collocare le piante ad una distanza, l’una dall’altra, di almeno 20 cm. I vasi vanno preparati mettendo argilla o ghiaietto sul fondo a cui aggiungere del terriccio umido e ricco di humus. Utile anche la presenza di sabbia, per un 10% del totale, perché aromatiche e ortaggi in genere non amano un substrato che trattenga a lungo l’acqua, che deve invece drenare facilmente. La seminaPer la semina che si può fare a primavera o tra fine estate e inizio autunno, scegliere luoghi soleggiati e protetti dal freddo invernale. Se non se ne potesse fare a meno, si dovrà proteggere la pianta con fronde di abete, oppure con foglie secche e paglia. Il dragoncello russo si può coltivare tramite seme, mentre quello francese, migliore e più aromatico, può essere coltivato solo per divisione dei cespi. La pianta adulta, che misurerà tra gli 80 e i 150 cm, dovrà essere mantenuta umida soprattutto in estate. Punti deboliAl momento della raccolta ricordarsi di non asportare più di due terzi dei rami, altrimenti si blocca la crescita della pianta. Soffre il gelo e il vento. Tra le malattie fungine teme l’attacco della ruggine che danneggia le foglie. Raccolta e conservazioneLa raccolta delle foglie fresche si fa in modo scalare dalla primavera all’estate. Se si desidera conservarle è consigliabile il periodo estivo in cui si faranno essiccare in luoghi freschi e asciutti componendo dei mazzetti da tenere a testa in giù. In alternativa le foglie possono essere congelate in buste per alimenti. Va raccolto prima che i piccoli fiori, di colore giallo-verde, si aprano, per avere un sapore più intenso. Una volta essiccato, il dragoncello si conserva in contenitori ben chiusi, in luogo fresco e asciutto e lontano dalla luce. Evitare comunque di conservarlo a lungo: il suo aroma svanisce infatti facilmente.  

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