A spasso per il borgo medievale di Morano Calabro. Tra abitazioni in pietra, architetture normanne e prodotti tipici.
Il Pollino è una montagna incantata, parte integrante del parco nazionale omonimo (di 200mila ettari) che si estende su 32 comuni della Calabria e 24 della Basilicata. In tempi remoti, la vetta era considerata il monte di Apollo, grazie anche alla ricchezza di erbe dalle proprietà terapeutiche diffuse nella zona. Da alcuni sentieri, oltre alla vista mozzafiato, nelle giornate terse è possibile ammirare i tre mari – Ionio, Adriatico, Tirreno – e i deliziosi borghi aggrappati alla montagna, che raggiunge i 2248 metri di altezza.
Tra questi spicca Morano Calabro, in provincia di Cosenza, detto il presepe del Pollino, fonte di ispirazione per artisti e scrittori. Si resta sempre ammaliati da quella considerata, ormai, un’immagine iconica: la rappresentazione del borgo medievale e delle abitazioni di pietra attaccate le une alle altre, che generano uno spettacolare e indimenticabile scenario natalizio, soprattutto subito dopo il tramonto. Il centro storico moranese, oltre a fare parte dei Borghi più belli d’Italia, ha ottenuto dal Touring club la bandiera arancione, marchio di qualità turistico-ambientale riservato alle località dell’entroterra, grazie ai suoi punti di forza: natura, cultura, arte e sostenibilità. Motivo per cui è una delle destinazioni selezionate dal progetto Eden, sviluppato dall’Unione europea con l’obiettivo di individuare mete d’eccellenza per il turismo sostenibile.
Diversi civiltà e popoli hanno vissuto in questo territorio: oltre ai Romani si sono succeduti Bizantini, Longobardi, Normanni, Svevi, Aragonesi. Proprio tra il 1100 e il 1200, in età normanno-sveva, è sorto il nucleo originario del castello di Morano Calabro, ampliato tra il 1515 e il 1546 da architetti napoletani per conto del principe Pietro Antonio Sanseverino, che lo elesse a propria dimora estiva. L’architettura del borgo si distingue, inoltre, per la presenza di numerose strutture religiose degne di nota: la chiesa di San Bernardino da Siena, compatrono locale, gioiello monastico in stile tardo-gotico, quella di Santa Maria Maddalena, ricca di opere d’arte, con cupola e campanile maiolicati giallo e blu, e la basilica dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, la più antica di Morano, con all’interno le statue marmoree di Pietro Bernini, padre del più famoso Gianlorenzo.
I resti del Castello normanno-svevo e gli edifici storici diventano cornici perfette per eventi tradizionali come la Festa della bandiera, che racconta la vittoriosa battaglia tra moranesi e pirati saraceni nel 1076. Una ricorrenza viene vissuta intensamente con tre giorni di iniziative, spettacoli pirotecnici, botteghe aperte e stand enogastronomici. Tra gli altri appuntamenti da non perdere ci sono la Festa della Madonna delle Grazie, l’altra patrona cittadina, e quella della Madonna del Monte Carmelo, molto sentita e partecipata dagli autoctoni. Anche i dintorni di Morano si prestano a interessanti scoperte: gli escursionisti infaticabili e gli appassionati di speleologia possono visitare le Grotte di San Paolo con i suoi calcari mesozoici ben stratificati.
Il territorio produce inoltre ottimo olio d’oliva e offre prelibati primi piatti fatti in casa: le lagane, tagliolini con pomodori e fagioli freschi o ceci; i rascateddri, maccheroni raschiati con fil di ferro e conditi con sugo di caprettone o di salsiccia; i cavateddri, gnocchi di farina di semola insaporiti con sugo di pomodoro fresco. La vera specialità, però, è lo stoccu e pateni, stoccafisso e patate, cioè il merluzzo essiccato al sole, cucinato e affogato nell’olio. Tra le particolarità della zona ci sono pure i peperoni tondi della limitrofa Roggiano Gravina: raccolti a fine agosto, vengono sistemati in lunghi fili appesi fuori dalle finestre per circa un mese. A settembre non c’è abitazione del borgo moranese che non sia adornata da queste spettacolari collane rosse. Completata l’essiccazione, i peperoni vengono macinati finemente e aggiunti a tutte le ricette tipiche.
Infine, un’altra eccellenza che richiama moltissimi turisti da giugno è la fioritura della lavanda loricanda, specialità originaria del Pollino impiegata in fitoterapia e cosmesi. A Campotenese, frazione di Morano, c’è addirittura un parco dedicato a questa pianta, curato dalla famiglia Rocco in collaborazione con il Consiglio nazionale delle ricerche, che conta oltre 60 varietà diverse di lavanda provenienti da tutta Europa.
Foto in evidenza Il borgo di Morano Calabro (Cosenza) ©Antonello M. Napolitano
Vorrei inviarvi foto di borghi; come posso fare? Grazie
Buongiorno, se ha del materiale da farci visionare può mandarlo alla mail della redazione che è redazion1@vdgmagazine.it